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House at the End of the Street: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Spaventoso o Banale? Ecco le parole dei critici su Hates di Mark Tonderai

di carla
pubblicato 17 Giugno 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 13:26

Avete visto House of the end of the street? Questo film horror vi ha fatto paura o vi solo deluso? Come vi sono sembrate le interpretazioni di Jennifer Lawrence e di Elisabeth Shue? E la regia di Mark Tonderai? Dopo aver letto la nostra recensione diamo ora un’occhiata alle parole dei critici Americani e Italiani. Andiamo.

Steve Newton – Georgia Straight: Un goffo film horror scritto dalla stessa persona che l’anno scorso ha scritto un’altra delusione, Dream House.

Eric Melin – Scene-Stealers.com: E’ un fallimento come film dell’orrore.

Kevin Carr – 7M Pictures: esattamente ciò che vi aspettereste da un film horror PG-13. Non c’è davvero niente di particolarmente spaventoso e la storia è traballante.

John Beifuss – Commercial Appeal (Memphis, TN): La sceneggiatura ha un bel tocco che avrebbe sostenuto un elegante thriller in giallo-style, purtroppo il regista Mark Tonderai offre un pasticcio, con la camera a mano, gli effetti sonori ‘shock’ e altri cliché horror.

Bruce Bennett – Spectrum (St. George, Utah): Stereotipato, poco originale thriller che potrebbe deliziare il pubblico meno gore ed adolescente.

Sandy Schaefer – ScreenRant: Prende in prestito da altri film ed avrebbe potuto essere affascinante, ma a causa di una regia confusa è, in ultima analisi, insipido e dimenticabile.

Maryann Johanson – Flick Filosopher: la cosa più spaventosa è che questo tipo di spazzatura è considerata una buona mossa di carriera per una giovane attrice che ha appena fatto un piccolo film di un rispettato regista indie…

Dafydd Goff – Guardian [UK]: questa casa è costruita su fondamenta fragili.

Scott Weinberg – FEARnet: un “pigiama party night” fatto per i giovani che non hanno visto molti buoni film horror.

Stephen Holden – New York Times: un pasticcio mal cronometrato con poca continuità, sovraccaricato di shock uditivi in ​​un disperato tentativo di compensare la suspense minima.

Susan Granger – SSG Syndicate: Jennifer Lawrence ed Elisabeth Shue sono intrappolate in questo banale e stereotipato, a basso budget thriller horror.

Alonso Duralde – The Wrap: Ci sono uno o due colpi di scena intelligenti che vengono successivamente seguite da una cavalcata di ridicolaggini.

Scott Tobias – AV Club: piatto e generico.

Glenn Kenny – MSN Movies: l’originalità, o la sua mancanza, non è in realtà il problema del film. E’ l’esecuzione.

Mathew DeKinder – S. Louis Post-Dispatch: Non c’è niente di originale.

David Rooney – Hollywood Reporter: una giovane ragazza tormentata giovane + una casa piena di brutti segreti = un film horror trito e visto centinaia di volte, anche se Jennifer Lawrence è guardabile.

William Goss – Film.com: Insipido.

Todd Gilchrist – Celebuzz: il film di Mark Tonderai fa infuriare il suo pubblico.

James White – SFX Magazine: il regista continua a cercare di giocare con le vostre aspettative. Purtroppo è molto probabile che finirete per sentirvi derubati.

Pete Hammond – Boxoffice Magazine: dovrebbe soddisfare, non respingere, i giovani fan del genere.

Bruce DeMars – Toronto Star: Un thriller con un finale contorto che è goffo, faticoso e poco convincente in tutto.

Rob Vaux – Mania.com: vi garantisco che avete visto peggio di quest’anno.

Brian Tallerico – HollywoodChicago.com: un thriller mediocre. Come posso trasformare “meh” in una recensione completa?

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (..) Gli elementi sono consunti dall’uso, ma un poco di tensione e di eleganza le mette il regista Mark Tanderai, con piglio da videoclip, ma deve lavorare su materiali narrativi geografici che vengono dalle paure antiche da fiaba.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (..) Lo sceneggiatore David Loucka attinge nel campo delle pellicole da paura, ma neppure a metà il film rivela la sua sorpresa e il gioco diventa quanto mai prevedibile.(..) Lavorando di suoni e luci il regista si impegna come può a creare un clima di allarme.

Maurizio Acerbi – il Giornale: (..) Colpi di scena prevedibili, regia (?) piatta e personaggi poco abbozzati. Per fortuna, c’è la bravissima Jennifer Lawrence a giustificare, in parte, il biglietto. Occasione sprecata.