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HowardCantour.com: Shia LaBeouf ammette il plagio e chiede scusa

HowardCantour.com ha plagiato la graphic novel Justin M. Damiano: Shia LaBeouf ammette le proprie colpe.

pubblicato 17 Dicembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:03

Shia LaBeouf ha vuotato il sacco, ammettendo di aver plagiato la graphic novel Justin M. Damiano di Daniel Clowes con il suo HowardCantour.com visto nel 2012 a Cannes. Dopo essere arrivato su Vimeo questa settimana, il corto girato dall’attore era infatti finito al centro di una polemica originata da BuzzFeed, che accusava appunto LaBeouf di essersi ispirato pesantemente al lavoro di Clowes senza neanche citarlo nei riconoscimenti della sua opera.

Il corto, della durata di 11 minuti, ricalcherebbe sia la storia che l’apertura con lo stesso identico monologo, portando l’autore Clowes a dirsi shockato ai microfoni del suddetto sito nel vedere tutto ciò, chiedendosi cosa passasse per la testa di Shia LaBeouf nel mettere in piedi HowardCantour.com.

La reazione dell’attore protagonista di Nymphomaniac è arrivata dal suo account Twitter @thecampaignbook, dove ha scritto quanto segue:

“Copiare non è un lavoro creativo. Farsi ispirare dall’idea di qualcun altro per produrre qualcosa di nuovo e diverso È lavoro creativo. Nelle mie eccitazione e ingenuità come filmmaker amatoriale, mi sono perso nel lavoro creativo e ho omesso di dare il giusto credito.

Sono imbarazzato nell’aver mancato di dare credito a Daniel Clowes per il suo lavoro originale su Justin M. Damiano, che mi ha fatto da ispirazione. Ero realmente commosso dal suo lavoro e sapevo che avrebbe dato vita a un corto pungente e importante. Mi scuso con tutti coloro che hanno pensato sia stato io a scriverlo.

Mi pento amaramente del modo in cui tutto questo è venuto fuori e voglio che Daniel Clowes sappia che ho un grande rispetto per il suo lavoro. Ho fatto una cazzata.”

Nello sperare che Shia LaBeouf sia a questo punto realmente pentito, non possiamo fare a meno di domandarci cosa sarebbe successo se non ci fosse stata nessuna polemica su Internet, visto che la tesi di “eccitazione e ingenuità” come causa, francamente, ci sembra un po’ debole.

La sequenza di tweet

Via | Theverge.com