Hunger Games: note di produzione e spiegazione del ‘fenomeno’
Se ieri pomeriggio vi abbiamo snocciolato alcune curiosità su Panem, torniamo quest’oggi a parlarvi di Hunger Games per provare ad andare più in profondità al film ‘evento’.
Se ieri pomeriggio vi abbiamo snocciolato alcune curiosità su Panem, torniamo quest’oggi a parlarvi di Hunger Games per provare ad andare più in profondità al film ‘evento’. Dopo il saltino troverete infatti delle ricche ed interessanti note di produzione, per una pellicola che tra poche ore Cineblog vi recensirà in anteprima. Diretto da Gary Ross, esaltato dalla stampa americana e dai botteghini di mezzo mondo, con quasi 600 milioni di dollari incassati, il film ruota attorno a Jennifer Lawrence, nei panni di Katniss, con Liam Hemsworth, Josh Hutcherson, Stanley Tucci, Woody Harrelson ed Elizabeth Banks al loro fianco.
Nelle rovine di una terra anticamente conosciuta come Nord America, gli annuali Hunger Games stanno per iniziare, e la partecipante sedicenne Katniss Everdeen ha solo una remota possibilità di ribaltare i terribili pronostici della vigilia. Come molti nella nazione di Panem, Katniss vive in uno dei dodici distretti costretti in schiavitù, governati da un Campidoglio avvolto dal mistero, che dopo decenni di caos e guerra, reprime il popolo sotto il peso di una dura nonché decadente dittatura . Ogni anno, per il Giorno della Mietitura, ogni distretto ha l’obbligo di scegliere, tramite estrazione o volontariamente, un ragazzo ed una ragazza per rappresentarlo nella contorta idea di grande intrattenimento del Campidoglio che dimostra il suo totale controllo, ed allo stesso tempo offre al popolo affamato la più debole speranza a cui aggrapparsi. Questi sono gli Hunger Games , una intensa competizione di stile gladiatorio tra 24 guerrieri adolescenti conosciuti come Tributi, uno spettacolo TV dal vivo fino a quando uno solo rimane in vita… e una volta entrata, per Katniss non è il momento di ripensamenti.
IL FENOMENO THE HUNGER GAMES
Benvenuti nell’intensa realtà della sedicenne Katniss Everdeen, che deve tentare di sopravvivere, grazie solo al suo spirito e forza di volontà, in un mondo futuro che è allo stesso tempo high tech ed apocalittico, sfavillante e primordiale, altamente pericoloso e specchio rivelatore del nostro stesso mondo. Rivelato interamente attraverso il personale punto di vista di Katniss, THE HUNGER GAMES spiega come questa figlia di un minatore dal futuro incerto, si trasforma da semplice pedina, per mezzo di una letale gara televisiva, in una eroina sentimentale e dedita al sacrificio che scopre di dover combattere per molte più cose oltre che per proteggere la propria famiglia.
Pochi tra quelli che hanno incontrato Katniss sono stati capaci di resistere all’emozione viscerale guardandola trovare la sua forza, decisione e il cuore, sotto la pressione più estrema che un adolescente possa immaginare. Questo è stato certamente vero per i produttori della Lionsgate Entertainment. Per loro, il viaggio di Katniss ha oltrepassato la sensazione letteraria di Suzanne Collins. Con la forza e la bellezza di THE HUNGER GAMES, hanno capito immediatamente che meritava di essere portato sullo schermo.
Quando la produttrice Nina Jacobson ha acquisito i diritti del romanzo nel 2009, THE HUNGER GAMES stava da poco conquistando la devozione del pubblico. Jacobson ha portato il libro ai produttori esecutivi della Lionsgate, Joe Drake e Alli Shearmur, oltre ad altri dirigenti dello studio, che sono rimasti istantaneamente conquistati da Katniss e dal suo viaggio. Solo dopo aver iniziato lo sviluppo del progetto, la popolarità del romanzo crebbe insieme ad alcune anticipazioni del film. In milioni iniziarono a chiedersi come la produzione avrebbe rappresentato, la contorta freschezza di un sinistro futuro del romanzo della Collins e – soprattutto – come avrebbe rappresentato la complicata ma coraggiosa eroina che ha reso l’avventura del libro così vera in modo straziante.
Recentemente, la Lionsgate e la Jacobson hanno composto una squadra, capitanata dall’audace regista visionario Gary Ross, il quale è stato ugualmente colpito dall’arco di Katniss e da come la sua evoluzione dal punto di vista umano abbia commosso milioni di lettori. L’adattamento dell’idea dietro le quinte era di entrare visivamente nella mente di Katniss, e solo dopo entrare nel suo cuore, allo stesso modo di come la Collins aveva fatto con le parole. In questo modo, il film non avrebbe mostrato soltanto le battaglie sostenute da Katniss contro i suoi compagni Tributi nei Giochi, ma avrebbe minato la ricchezza di temi esplorati dalla Collins attraverso l’esperienza di crescita di Katniss: sacrificio personale, il romantico amore e la questione di dove la nostra attuale società potrebbe condurci.
Il mondo di Katniss era inizialmente ispirato, dichiara la Collins, dall’antico fascino del mito greco di Teseo, che ogni nove anni spediva una falange, composta da ragazzi e ragazze, in un labirinto mortale per combattere il mostruoso Minotauro. Era anche ispirato dalle sue esperienze di zapping tra inquietanti sfocature di reality TV e reportage di guerra, domandandosi cosa, questo mix di spettacolo e terrore di vita vissuta, prometteva per la società futura. Insieme, queste due idee hanno portato alla nascita di Katniss Everdeen, la quale irrompe in futuro violento e mitico da una prospettiva uguale a nessuna. La sua avventura nel Campidoglio Panem, una volta preso il posto della sorellina nei Giochi, avrebbe avuto il ritmo mozzafiato di un thriller fantascientifico, mentre in realtà è la storia di una ragazza che si trova a fronteggiare il dilemma morale del potere, l’ingiustizia e l’autoconservazione allo stesso tempo, oltre alla scoperta dell’amore, l’indipendenza e la sua stessa identità.
Ex scrittrice per la TV dei bambini e madre di due figli, la Collins ha trovato il modo per far sentire il mondo di Katniss così profondamente personale che i lettori non hanno potuto evitare di immaginare come si sarebbero sentiti loro stessi al suo posto, dato che inizialmente ha dovuto salvare la sorellina, la sua famiglia e poi lei stessa. In seguito, inizia a vedere un barlume di speranza per distinguere gli altri nel paesaggio crepuscolare di Panem.
La Collins non ha mai avuto timore di condurre Katniss su terreni rischiosi, perchè sapeva che gli adolescenti sono sempre alle prese con le domande che riguardano il mondo che li circonda. Nella sua proposta per una serie del libro, la Collins scrive: “Sebbene ambientato nel futuro, THE HUNGER GAMES esplora i gravi problemi causati dalla guerra moderna come ad esempio chi combatte le nostre guerre, come sono organizzate e le sempre crescenti opportunità di osservarle da spettatori ”. Tutto ciò viene comparato con la crescita e l’evoluzione di Katniss in una persona testardamente coraggiosa e di sani principi. Ha anche notato che Katniss, sebbene inizialmente diffidente, impara da quest’avventura “una profonda capacità di amare e sacrificarsi per quelle poche persone a cui lei tiene”.
Il successo di THE HUNGER GAMES incatena il lettore che si identifica con Katniss — e questo è esattamente quello che è successo. Il libro ha iniziato da subito a passare di mano in mano, da lettore a lettore, sviluppando un devoto seguito che è finito per diventare un fenomeno culturale. Lo scrittore Stephen King ha definito Katniss come “una Annie Oakley con arco e freccia”. The Atlantic Monthly la ha definita “il più importante personaggio femminile nella storia della recente cultura pop ” ed il The New York Times ha definito la Collins “convincentemente dettagliata nella costruzione di mondi e dell’affascinante e memorabilmente complessa eroina”. Stephanie Myer, autrice della serie di TWILIGHT, ha scritto nel suo blog: “La storia mi ha tenuto sveglia per diverse notti di seguito, e anche dopo averlo terminato di leggere, sono rimasta sveglia sdraiata nel letto a rifletterci”.
Quando si è sparsa la notizia dell’uscita del libro e del susseguente film, la loro popolarità si è allargata a macchia d’olio. Al momento dell’inizio di produzione del film, c’erano in circolazione 8 milioni di copie del libro; quando la produzione ha terminato le riprese del film, c’erano in circolazione 12 milioni di copie del libro ed ora il numero di copie in circolazione è esploso fino a raggiungere 26 milioni di copie. Il primo romanzo è da 180 settimane consecutive e da più di 3 anni, ad oggi, nella classifica dei bestseller del The New York Times. La Collins ha continuato a scrivere ulteriori due bestseller della serie, Catching Fire e Mockingjay, che hanno affermato Panem come il reame che ha preso la residenza permanente nell’immaginario popolare.
All’inizio, la Collins ha preso la decisione di affidare Katniss e la ricreazione della sua vita a Panem, alla Lionsgate perchè le è piaciuto il modo di approccio al progetto, l’accessibilità e l’impegno allo spirito della storia dell’intero staff dirigenziale della Lionsgate. “Di chiunque ci fosse necessità per la realizzazione del film, era lì a portata di telefono” ricorda. “Lo studio era abbastanza piccolo per realizzarlo ma ho sentito che questa sarebbe stata la migliore occasione di vedere il libro diventare un film”.
La Lionsgate si è imposta di dimostrare alla Collins che sarebbero stati fedeli alla sua visione per portare il libro sullo schermo. “Suzanne pensava che noi fossimo quelli di SAW,” ricorda Joe Drake della sua prima telefonata con l’autrice, “ma l’abbiamo convinta che avremmo trattato il suo materiale accuratamente e con sensibilità, citando altri lavori del nostro curriculum, come ad esempio il film nominato all’Oscar®, PRECIOUS ed il premio Oscar® come miglior film CRASH”.
Nina Jacobson è rimasta ugualmente impressionata per la passione mostrata dalla Lionsgate al progetto. “Mi sono sentita subito coinvolta ed ero certa che avevamo per le mani un grande film da realizzare—ma anche un soggetto da trattare con cura”, spiega. “Mi sono appassionata al fatto che la visione di Suzanne andava salvaguardata e la Lionsgate ci ha fornito il supporto per un adattamento fedele che non parlasse solo di lotte e di sangue, ma che sviluppasse anche altri temi”.
La Collins è rimasta gratificata dal contributo della Jacobson. “Fra tutti i produttori che abbiamo incontrato, ho sentito che Nina era la più qualificata per questo lavoro” dice l’autrice. “Le ho creduto quando mi ha detto che avrebbe fatto tutto il possible per proteggere l’integrità del libro”.
Sin dall’inizio, Drake, insieme al Presidente della Lionsgate, Alli Shearmur ed al Direttore Marketing ,Tim Palen si sono amabilmente rivolti a Suzanne come ‘Madre Hunger Games’ –il loro scopo più importante era di di mantenrere fede alla parola data, sul modo con cui avrebbero trattato il suo libro. E la scelta del regista era il primo passo e forse anche il più importante nel cammino del loro impegno con Suzanne ed il suo lavoro.
Il processo di salvaguardare la storia ed il personaggio di Katniss inizia con la scelta del regista, che avrebbe portato in scena il materiale in loro possesso sia dal punto di vista tecnico quanto, più importante, dal lato emotivo. La loro scelta era stata fatta quando Gary Ross si presentò al primo meeting con la Lionsgate, armato di un esteso storyboards, ed una presentazione in video di ragazzi che parlavano candidamente ed appasionatamente del perchè amassaero così tanto quell libro.
Spiega Shearmur, “Dopo questa manifestazione di grande comprensione e sensibilità, abbiamo tutti convenuto che Ross era l’uomo giusto per questo lavoro. E’ conosciuto sia per la fantastica visione di PLEASANTVILLE che per la viscerale emozione di SEABISCUIT, ed è stato l’equilibrio tra i due soggetti ad essere essenziale per questo film”.
Per la Jacobson, Ross aveva il perfetto mix di epica e racconto intimo per immergere lo spettatore direttamente dentro le esperienze più soggettive di Katniss. “Gary non è solo un regista ma anche uno scrittore e questa è risultata una distinzione importante per la sua scelta” dice. “Riportare la storia sullo schermo in modo giusto, è stata una grande responsabilità, e la capacità di Gary di comprendere il punto di vista di Katniss, era semplicemente perfetta. Si è instaurato un feeling ottimale con Suzanne, ed hanno finito per scrivere insieme la sceneggiatura. Importanti sono le idee visive di Gary , ha sempre saputo che queste storie si sviluppano sempre intorno ai luoghi dove si muove il personaggio. Così si è avvicinato al progetto in modo che il personaggio crei suspence ad ogni svolta e che lo spettatore abbia la possibilità di conoscere quell mondo attraverso gli occhi del protagonista”.
Ross ha poi voluto nel progetto il produttore Jon Kilik, con il quale aveva collaborato in PLEASANTVILLE. Anche lui è rimasto colpito dal libro. “Contiene elementi di cinema classic che ho sempre amato, da GIOVENTU’ BRUCIATA a BREAKFAST CLUB, miscelati con una visione distopica di dove la nostra società ci possa condurre. Ho trovato che il libro era un incredibile e appena finito di leggerlo, ho detto a Gary che ci stavo anche io”, ricorda Kilik. “Conosco Gary dal 1997 e sapevo che era la scelta giusta per THE HUNGER GAMES perchè ha dei bambini che adorano il libro, ed anche perché ha questa rara ed unica abilità di suscitare ansia negli adolescenti e nei mondi alternativi. Anche se questa storia è ambientata nel futuro, credo che Gary abbia percepito molte analogie con il nostro mondo, più di quanto si pensi – ed ecco perché la gente, non solo i ragazzi ma anche gli adulti, sia così coinvolta da Katniss e Panem. Katniss prova a sopravvivere in un mondo duro, fatto di giochi di potere e manipolazione, proprio come il nostro”.