I Mercenari: e se Sylvester Stallone avesse inventato un nuovo genere?
E se Sylvester Stallone avesse inventato un nuovo genere? In partenza I Mercenari poteva essere una produzione sorta principalmente per mostrare che Sly non era definitivamente al tramonto, bensì che aveva ancora qualche cartuccia da sparare, ora che negli Usa è uscito – acchiappando 64 milioni di dollari nelle prime due settimane al botteghino –
E se Sylvester Stallone avesse inventato un nuovo genere? In partenza I Mercenari poteva essere una produzione sorta principalmente per mostrare che Sly non era definitivamente al tramonto, bensì che aveva ancora qualche cartuccia da sparare, ora che negli Usa è uscito – acchiappando 64 milioni di dollari nelle prime due settimane al botteghino – potrebbe aver mostrato ai produttori di Hollywood una nuova vena aurifera.
Se il genere di film che ti hanno reso celebre non sono più di moda, sono troppo costosi, o il pubblico non ti si fila più in quei ruoli, aspetta: prenditi il tuo tempo, dopo qualche anno contatta tutti gli eroi di quel genere, mettili insieme per un’ultima volta (che non lo sarà, ma poco importa) e lascia che il vento della nostalgia gonfi il tuo conto corrente e i botteghini.
Forse Sly vi spiegherebbe che il successo de I mercenari (qui la recensione in anteprima) è frutto della voglia di evasione degli spettatori americani, stufi di eroi (e supereroi) fighetti, magrolini, che preferiscono il calcio volante e l’arte marziale a una sana esplosione con fiammate alte almeno cinquanta metri…
Ma è una generalizzazione errata: e questo perché al contrario I mercenari non è una dimostrazione che i protagonisti del genere action degli anni ottanta, inespressive montagne di carne proprio come Sly o Schwarzy – per la prima volta insieme in questa pellicola – siano ancora “alive and kicking”, no, I mercenari è qualcosa di diverso, qualcosa di più.
I mercenari contiene tutti i migliori stilemi del genere action esploso venti-venticinque anni fa ormai – pensiamo a Richard Donner e alla saga di Arma Letale, a Renny Harlin, a John McTiernan e alle sue trappole di cristallo… – sincronizzati con il nostro tempo e infilati nei cinema di oggi.
I mercenari è stato concepito e andato in promozione proprio come un’immensa operazione nostalgia: il cameo di Arnold Schwarzenegger, quello di Bruce Willis, se ci pensate bene, servono principalmente a uno scopo. Mostrare quanto gli eroi contemporanei del genere – pensate al cast: Jason Statham, Jet Li, Terry Crews – scompaiano, surclassati in ogni senso possibile dai “nonni”. Che, citando Pulp Fiction non solo giocano in un altro campionato e in un’altra serie: giocano proprio un altro sport.
Finora il pubblico non ha saputo resistere a questa operazione nostalgia – negli Usa, c’è da chiedersi se anche in Europa le cose andranno allo stesso modo – visto che quel sentimento non scatta solo per chi c’era negli anni ottanta, e quei film se li è goduti in tempo, magari al cinema. Vale anche per i ragazzini che si sono imparati a memoria le battute, che so, di Last Action Hero o Cliffhanger a memoria…
Non c’è dubbio che Hollywood ha creato un nuovo genere, potenzialmente una miniera d’oro: il canovaccio è chiaro. Prendi un genere di pellicola che non si produce più da anni, meglio se da decenni, prendi i “grandi” che quel genere l’hanno fatto conoscere in giro per il mondo, utilizza una sceneggiatura che ignori gli anni passati, ed è fatta.
Con che generi si potrebbe fare un’operazione del genere in Italia?
Via | NYMag