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I premi inattaccabili del Festival di Cannes 2013

Il Festival di Cannes 2013 si è chiuso con l’assegnazione della Palma d’oro a La vie d’Adèle e degli altri premi. Il palmares di Steven Spielberg e dei suoi giurati è uno dei meno criticabili degli ultimi anni…

pubblicato 28 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:06

Iniziativa realizzata in collaborazione con Microsoft

Ogni volta che si conclude un festival del cinema giornalisti, cinefili ed esperti del settore discutono sulla correttezza dei premi assegnati dalle giurie. In occasione del Festival di Cannes 2013 non sono mancate le discussioni sui premiati: eppure l’impressione netta è che, rispetto ad altre annate, non ci siano state né polemiche né molte cose da ridire.

Sicuramente l’Italia è rimasta delusa dall’assenza nel palmares de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, così come parte della critica internazionale. Tra i sostenitori del film troviamo Peter Bradshaw, critico del Guardian, che si è detto davvero dispiaciuto che la giuria non abbia dimostrato più amore per il film di Sorrentino. Per molti l’autore napoletano avrebbe meritato il premio per la sontuosa regia. Al suo posto ha vinto Amat Escalante per il brutale Heli, girato con stile asciutto e rigoroso, diametralmente opposto all’estetica de La Grande Bellezza. Forse è solo una questione di gusti, insomma.

C’è quindi davvero poco da rimproverare a Steven Spielberg e ai suoi giurati, tra cui i premi Oscar Nicole Kidman, Ang Lee e Christoph Waltz. Innanzitutto hanno azzeccato la Palma d’oro giusta, quella che ha messo d’accordo tutti e quella più “urgente”: La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche, tre ore di puro cinema sulla vita di una ragazza e della sua compagna nel corso degli anni.

E noi che c’eravamo, che abbiamo seguito tutto il festival con sotto il braccio il nostro tablet Acer Iconia 510 di Windows 8, e che abbiamo visto tutti i film in concorso, abbiamo ben poco da ridire a Spielberg, che si è dimostrato un Presidente di Giuria attento e soprattutto molto intelligente. Per regola, infatti, la Palma d’oro non può essere assegnata assieme ad un premio per l’interpretazione dello stesso film. Le due intense e perfette protagoniste di La vie d’Adèle, per molti in pole position sin da subito per il riconoscimento, non potevano quindi essere premiate se la Palma fosse andata a Kechiche.

La vie d’Adèle, viceversa, non avrebbe potuto vincere la Palma se fossero state premiate le due attrici. Spielberg quindi che fa? Assegna tre Palme per il film ad Abdellatif, a Adele Exarchopoulos e a Lea Seydoux. Così premia chi dev’essere giustamente premiato, e può pure permettersi di assegnare in tutta tranquillità il premio per l’interpretazione femminile ad un’altra attrice, l’ottima Bérénice Bejo di The Past, seguendo le regole. Riconoscimento meritato che si aggiunge a premi giusti come il Gran Premio della Giuria a Inside Llewyn Davis dei Coen e il Premio della Giuria a Like Father, Like Son di Hirokazu Kore-eda.

Certo, c’è un po’ di rimpianto per non aver visto vincere il Michael Douglas di Behind the Candelabra come miglior attore, premio andato al comunque ottimo Bruce Dern di Nebraska. Si può anche dire che il premio alla sceneggiatura di A Touch of Sin sembra un contentino per un film che ha uno dei suoi punti di forza soprattutto nella regia di Jia Zhang-ke. Ma la qualità dei film in concorso era alta, e la quantità di titoli meritevoli troppa rispetto al numero dei premi. Spielberg & co. hanno assegnato dei riconoscimenti che hanno senso, in un’edizione che ha fatto felici tutti: la formula magica della quadratura del cerchio.

In attesa adesso della Mostra di Venezia, dei titoli presentati al Lido e dei premi che saranno assegnati dal Presidente di Giuria Bernardo Bertolucci, possiamo ammazzare il tempo ovviamente guardando film. Provate Film OnLine, applicazione per vedere direttamente in streaming sul tablet Windows 8 centinaia di pellicole.

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