Il buco – Capitolo 2, recensione: un prequel brutale su polarizzazione ideologica e fanatismo religioso (disponibile su Netflix)
Recensione, ipotesi sul finale e tutto quello che c’è da sapere sul film di Galder Gaztelu-Urrutia con Milena Smit, Natalia Tena e Hovik Keuchkerian.
Il buco – Capitolo 2 è disponibile su Netflix, si tratta del sequel del thriller distopico Il buco del 2019 con il ritorno dietro la macchina da presa del regista spagnolo Galder Gaztelu-Urrutia e nuovi protagonisti: la due volte candidata al Goya Milena Smit (Madres paralelas, Non uccidere), Natalia Tena nota per i ruoli di Ninfadora Tonks nella saga di Harry Potter e Osha nella serie tv Il Trono di Spade e Hovik Keuchkerian noto per il ruolo di Bogotà nella serie tv La casa di carta.
Con l’originale “Il buco”, il regista Galder Gaztelu-Urrutia ci scaraventa di nuovo nella Fossa e all’interno di quella che sembra una misteriosa e non ben identificata società distopica in cui si sperimentano, con cavie all’apparenza volontarie, tutta una serie di comportamenti umani di fronte alla scarsità di cibo o alla condivisione solidale di poche risorse. Il film ci racconta tra omicidi, cannibalismo, brutalità e dilemmi etici l’essere umano che sta alla base dell’odierna società, dove il divario sociale ed economico è diventato così grande da creare due estremi: fame, sete e malattie da una parte contrapposti a consumismo sfrenato, spreco di cibo e longevità dall’altro.
Il Buco Capitolo 2 – Di nuovo nella Fossa…
Il finale del primo film ha lasciato più di qualche perplessità, il raggiungimento del fondo della Fossa da parte del protagonista Goreng (Iván Massagué) insieme ad una bambina ha lasciato intendere che Goreng in realtà fosse morto, e che l’esperienza vissuta rappresentasse una sorta di percorso di espiazione per qualcosa che il finale ha lasciato in sospeso, lasciando lo spettatore incuriosito a far congetture.
“Il buco – Capitolo 2” segue la stessa linea dell’originale, cambiano i protagonisti, ma stavolta sappiamo che tutti loro sono nella Fossa perché hanno un qualche peso sulla coscienza. In particolare la celebre e quotata artista Perempuán (Milena Smit) ha un tragico evento alle spalle che ha coinvolto un bambino, generando in lei un senso di colpa di cui non riesce a liberarsi.
L’arrivo di Perempuán coincide con l’affermarsi nella Fossa di un misterioso leader, considerato alla stregua di un messia, che prende il comando in maniera brutale e applica la modalità “legge e ordine” in maniera sanguinosa e spietata, spalleggiato dai suoi seguaci. Se in principio sembrava impossibile la condivisione equa del cibo, con gli occupanti dei livelli più alti che facevano man bassa delle risorse, ora il cibo sembra arrivare anche ai piani più bassi, si ma a quale costo? Basta mangiare dal piatto sbagliato per andare incontro alla morte o ad una menomazione inflitta da un leader che diventa giudice, giuria e spesso boia. Come si suol dire violenza chiama violenza, e così si crea inevitabilmente una fazione contro il leader che sfocia in una vera e propria resistenza armata con tanto di bagno di sangue.
Si vira con decisione nell’horror…
Galder Gaztelu-Urrutia a prima vista sembra aver semplicemente reiterato la formula ben rodata del film precedente, aggiungendo qualche indizio qua e là che secondo noi sembrerebbe confermare la natura sovrannaturale della Fossa. Il fatto che “Il buco – Capitolo 2” sia in realtà un prequel, poiché ritroviamo molti dei personaggi “morti” nel primo film ad interagire con la protagonista, ha permesso di colmare qualche lacuna incluso la provenienza dei bambini che vanno salvati di volta in volta per diventare “Il messaggio”.
Aumentando esponenzialmente il livello della violenza con ampio uso di effetti pratici con CG a supporto, “Il buco – Capitolo 2” diventa un horror a tutti gli effetti rispetto all’originale che strizzava solo l’occhio al genere. Stavolta Gaztelu-Urrutia ci parla, neanche tanto metaforicamente, delle conseguenze di un’applicazione ferrea e brutale di leggi repressive, ma anche dei pericoli a cui porta il fanatismo cieco verso un leader unico che diventa una sorta di feticcio. Tutti concetti estremamente attuali che fotografano il pericolo reale di derive autocratiche che si sta manifestando a livello globale.
“Il buco – Capitolo 2” funziona come funzionava l’originale grazie a tutta la materia prima distopica e fantascientifica a cui il regista ha attinto più o meno consapevolmente. A noi sono venuti in mente tra i tanti: Snowpiercer, The Cube – Il cubo, la recente serie tv giapponese Alice in Borderlands, 2013 – La fortezza, High-Rise – La rivolta, The Belko Experiment e chi ne ha più ne metta…
Qualche ipotesi sul finale…
ATTENZIONE!!! A SEGUIRE TROVATE LA NOSTRA IPOTESI SULLA REALE NATURA DELLA “FOSSA” CON INEVITABILI SPOILER SUL FINALE DEL FILM.
Il finale de “Il buco – Capitolo 2” non è rivelatorio come in molti speravano, ma forse è meglio così poiché una rivelazione piena e chiarificatrice avrebbe in gran parte smorzato tutto il fascino di un lento disvelamento che porta comunque ad una serie di ipotesi, e noi abbiamo la nostra. La Fossa potrebbe ad esempio essere una sorta di limbo dove anime in cerca di redenzione si recano per intraprendere un qualche percorso. Questo precluderebbe la teoria di un esperimento sociale che coinvolga una società distopica o qualche team di scienziati alieni come ad esempio accade nel Dark City di Alex Proyas, poiché si presume che tutti gli “ospiti” della Fossa siano morti.
In questo sequel/prequel si aggiunge l’indizio di una sala dove sono riuniti tutti i bambini in attesa che vengano scelti per diventare “Il messaggio”. Il luogo in questione rievoca il “Guf”, secondo il misticismo ebraico la “stanza delle anime” in cui risiedono le anime in attesa dell’incarnazione, luogo citato nel film La settima profezia (1988). La Fossa potrebbe essere in realtà anche una sorta di prova affrontata da anime bloccate in questo limbo allo scopo du reincarnarsi, il che spiegherebbe perché una volta giunti sul fondo, il bambino salvato deve raggiungere il “Livello Zero” da solo.
Il film si chiude con un altro indizio che potrebbe aprire ad un terzo film: I titoli di coda s’interrompono per mostrare il Goreng del primo film appena giunto sul fondo che osserva la bambina che ha salvato sparire a bordo della piattaforma. Mentre sta parlando con Trimagasi (Zorion Egileor), Goreng intravede nell’oscurità Perempuán, scopriamo che i due si conoscono poiché lei l’abbraccia e gli chiede: “E tu che ci fai qui?”.
Curiosità
- Il personaggio di Hovik Keuchkerian, Zamyatin, prende il nome da Yevgeni Zamyatin (noto anche come Eugene Zamyatin), un ingegnere navale e scrittore russo, famoso soprattutto per il suo romanzo di fantascienza distopica del 1921, molto influente e ampiamente imitato, “Noi”, ambientato in uno stato di polizia futuristico. Pubblicato in Unione Sovietica solo nel 1988, “Noi” di Zamyatin influenzò i successivi Il mondo nuovo (Aldous Huxley), Anthem (Ayn Rand) e 1984 (George Orwell). Zamjatin fu però soprattutto autore di racconti che talvolta assumevano il tono di favole satiriche nei confronti del regime comunista sovietico.
- Galder Gaztelu-Urrutia (Il buco, Rich Flu) dirige da una sua sceneggiatura scritta con David Desola e Egoitz Moreno. Desola ha co-sceneggiato con Gaztelu-Urrutia il film originale Il buco e il thriller Rich Flu, mentre Moreno ha sceneggiato La casa del lago, un corto del 2011 diretto da Gaztelu-Urrutia.
- Il film è uscito in patria con il titolo “El hoyo 2” e a livello internazionale con il titolo inglese “The Platform 2”.
- Nel sequel torna Trimagasi, l’uomo armato di coltello che condivideva la Fossa con Goreng (Iván Massagué) ne primo film. Il personaggio è interpretato dall’attore e musicista Zorion Egileor visto anche nel crime-thriller La casa degli oggetti (2022).
- Il film originale è uscito su Netflix nel marzo 2020. Successivamente, il film ha ricevuto un’impennata di popolarità durante la pandemia di COVID-19 e la società ha rivelato che il film era stato guardato da 56 milioni di famiglie nelle sue prime quattro settimane di programmazione, tra i più alti di sempre per uno dei loro film originali.
- Tra le location in cui è stato filmato “Il buco – Capitolo 2” c’è anche il Bilbao Exhibition Centre (BEC), il nuovo centro congressi ed esibizioni di Bilbao e Biscaglia in Spagna.
Il Buco Capitolo 2 – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore spagnolo Aitor Etxebarria (Burning Body, The Radio Amateur, Intimacy, serie tv In fiamme).
1. El Hoyo 2 0:36
2. Pacificación 2:50
3. Quieren que Peleemos 2:21
4. Vacío (Aitor Etxebarria & Txufo Wilson) 1:26
5. Ha Muerto 1:23
6. Ungido 2:36
7. Sub Kick and String Ensemble 0:56
8. Zamiatin / Perempuan 3:47
9. Cuál es tu Historia Perempuan 1:24
10. Él es la Llama que Arde 2:15
11. Zamiatin 3:47
12. Entiendo tu Rabia 4:02
13. Qué va a Impedir que nos Durmamos 2:50
14. Señal 2:01
15. Daging Babi 2:57
16. Sangre / Ganar 2:41
17. Acid and Arps 2:04
18. Caos / Orden 1:25
19. Quiero pensar que no Sufrió 3:11
20. Revolución 1:57
21. Qué Busca en el Hoyo 6:34
22. Void 2:26
23. Tengo que Salvarlo 1:07
24. La última Cena 2:32
25. Es la Original 0:49
26. Tu Viaje ha Terminado, Pero él Tendrá Otra Oportunidad 1:30
27. Plataformas 2:06
28. End Credits 4:32
29. String Ensemble para El Hoyo 2 2:58
La colonna sonora de “Il buco – Capitolo 2” è disponibile su Amazon.