Il Cecchino – clip esclusiva con il “making of” del nuovo film di Michele Placido
Vi proponiamo una clip esclusiva con un “dietro le quinte” del thriller Il cecchino al cinema dal 1° maggio, nuova prova da regista per Michele Placido che si cimenta con una produzione francese, un cast di alto profilo e un budget oltremodo sostanzioso.
Nella clip che trovate a seguire, insieme ad una sinossi ufficiale della pellicola, scopriamo le location del film, diamo uno sguardo a Placido all’opera sul set e vediamo il cast mentre si prepara a girare alcune scene.
Il capitano Mattei è a un passo dall’arrestare una famigerata banda di rapinatori di banche, quando un cecchino appostato sul tetto spara contro i poliziotti, per consentire ai suoi complici di fuggire. Ma uno dei rapinatori è gravemente ferito e i piani della banda devono cambiare. I banditi si rifugiano allora presso lo studio di un medico corrotto, e rimandano così la spartizione della refurtiva. Mentre Mattei organizza una feroce caccia all’uomo, per ognuno dei criminali inizia la discesa all’inferno…
Il Cecchino, trailer del nuovo film di Michele Placido
Il 1° maggio esce nelle sale italiane Il Cecchino (la recensione), ultima fatica ala regia di Michele Placido, volato in Francia a girare un thriller (pardon, un polar) realizzato con un budget imponente, per gli standard italiani, e con due dei migliori interpreti del cinema francese contemporaneo, Daniel Autueil, Mathieu Kassovitz, senza dimenticare un tocco d’italianità, rappresentato dalla figlia Violante Placido e dal non solo bello Luca Argentero.
Otto anni sono trascorsi dall’epocale Romanzo Criminale, vincitore di 8 David di Donatello e 5 Nastri d’Argento ed era da un po’ che il pubblico e la critica volevano che Placido, dopo la buona ma non superlativa prova di Vallanzasca, tornasse a dirigere un film duro e coinvolgente, raccontando una storia che avesse la lotta tra il bene e il male protagonista, come quello tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo. E qui casca l’asino. De Cataldo aveva scritto un’opera formidabile, filmica già nella sua versione letteraria, con un intreccio avvolgente che rapiva il lettore portandolo attraverso a vent’anni di cupa storia italiana.
Qui le fondamenta sono ben più deboli e il risultato non è all’altezza, nonostante lo stesso Placido avesse rischiosamente dichiarato: “Il cecchino (Le guetteur) è il mio Romanzo criminale francese.”
Cast e personaggi:
Daniel Autueil: Capitano MatteiL
Mathieu Kassovitz: Vincent Kaminski
Olivier Gourmet: Franck
Francis Renaud: Eric
Violante Placido: Anna
Luca Argentero. Nico
Michele Placido: Giovanni
Trama:
Il Capitano Mattei è alle prese con una banda di rapinatori che sta svaligiando una banca di Parigi, quando improvvisamente si catena l’inferno: un cecchino inizia a sparare contro la polizia da un punto imprecisato, permettendo ai malviventi di fuggire, ma uno di loro è stato gravemente ferito e la gang decide di portarlo presso lo studio di un medico fidato. Mattei è deciso a indagare fino in fondo e da inizio a una imponente caccia all’uomo: durante le indagini emergono retroscena inquietanti, che affondano le proprie radici fino al conflitto in Afghanistan e ai reduci francesi ritornati a casa.
Dichiarazioni
Nelle note alla regia, Michele Placido ha ben analizzato quali erano le sue intenzioni: raccontare un dramma, anci più drammi, intrecciati tra loro, partendo dal classico dualismo dell’essere umano che incarna contemporaneamente il bene e il male:
“La mia intenzione era anche quella di analizzare la decadenza occidentale. Lasciando da parte i “reduci”, trovo che il personaggio di Olivier Gourmet (Franck, il medico corrotto) rappresenti l’emblema di questa decadenza, perché incarna alla perfezione l’ambiguità e la duplicità occidentale; una sorta di Dottor Jekyll e Mr Hyde dell’era moderna.
Sono molto attratto dalla complessità dell’animo umano e mi piace esplorarne il lato oscuro. Lavorando al “King Lear” in teatro, sia come regista sia come attore, mi sono convinto che Shakespeare abbia creato l’uomo moderno, con tutte le sue contraddizioni. Ne Il cecchino m’interessava guardare oltre l’apparenza della dicotomia buono/cattivo, e far riflettere il pubblico su chi sia il vero colpevole. È quel tipo di riflessione sul bene e sul male che tanto caratterizza le opere shakespeariane.”
La dualità voluta da Placido viene citata anche da Daniel Autueil, il capitano Mattei, uomo diviso tra le asprezze di un lavoro che non concede facili pietismi e una vita privata tormentata:
“La cosa interessante di Mattei è la contrapposizione fra il personaggio di poliziotto grintoso e quello di padre alla deriva che indaga parallelamente sulla morte del figlio. È un capitano impeccabile, calmo e composto, ma vive sul filo del rasoio. Michele Placido considera Mattei un uomo complicato, uno di quei personaggi letterari come Arlecchino nelle commedie di Molière, che diventa inevitabilmente un punto di riferimento. Nei gialli, nei film di Melville o nei film che parlano dei detenuti, c’è sempre qualcuno come Mattei. Ma al di là del prototipo, il suo ruolo esprime la tragedia umana.”
Kassovitz, nel ruolo de il Cecchino, è forse l’elemento che più deve rappresentare la lotta interiore tra bene e male e la lacerazione dell’animo umano, costretto ad affrontare quotidianamente i fantasmi del passato e perennemente in bilico tra quale percorso intraprendere:
“Penso che l’idea de Il cecchino sia molto innovativa. Michele era particolarmente interessato alla complessità umana e alla trasgressione dei confini fra bene e male. Sono rimasto affascinato dai variopinti personaggi da lui descritti in Romanzo criminale. Il cecchino parla della bestialità umana e, come ogni buon poliziesco, di protagonisti che devono affrontare le proprie debolezze. La cosa interessante è che nessuno dei tre personaggi principali è in grado di sfuggire al proprio passato o ai suoi demoni interiori.”