Il Gabinetto del dottor Caligari: il capolavoro di Wiene torna al cinema
Al cinema con il turbamento dell’incertezza instillato dalla visione allucinata del capolavoro espressionista di Robert Wiene
A 96 anni dalla prima Il Gabinetto Del Dottor Caligari torna al cinema nella versione restaurato del 2014.
È ora di tornare a sfidare lo slogan voluto dal produttore Erich Pommer “du musst Caligari werden” .. per il film manifesto dell’espressionismo tedesco che ha presagito l’avvento del nazismo, inaugurato il genere horror e anticipato il thriller psicologico con una visione perturbante del confine sghembo tra realtà e allucinazione.
I must know everything. I must penetrate his secrets .. I must become Caligari! è in pratica la sintesi di un incubo allucinato e allucinante, dalla struttura complessa e enigmatica, girato a Berlino in sole tre settimane da un esordiente Robert Wiene chiamato a sostituire Fritz Lang (quello del diabolico Dr Mabuse per intenderci), nella Germania oppressa dalla guerra, che guarda sorgere la repubblica di Weimar e i germi del nazionalsocialismo.
Semplificando un po’ la trama, il film ambientato nell’immaginaria cittadina tedesca di Holstenwall intorno al 1830 è la storia narrata dallo studente Franz (Friedrich Feher). La storia del dottor Caligari (Werner Krauss) che esibisce nella fiera annuale del paese la psicosi dello spettrale e sinistro Cesare (Conradt Veidt), un sonnambulo capace di ‘vivere’ chiuso in una cassa-bara), predire sventure e uccidere a comando.
Quando lo studente sospetta, indaga e poi scopre che è Caligari a controllare la volontà di Cesare e ordire gli omicidi che imperversano nel paese, ormai è tardi, perché Cesare ha già ucciso l’amico di Franz e muore dopo aver rapito l’amata Jeanne (Lil Dagover), Franz finisce ricoverato nella stesso manicomio dove Caligari, in realtà, è il direttore e la psicosi dello studente.
Paura e disagi di tipo psicotico si confondono con le ombre della guerra, il peso della sconfitta e le profezie di un avvento del nazismo che Siegfried Kracauer ha individuato come “l’origine di una corrente che portò da Caligari ad Hitler attraverso un corteo di mostri e tiranni” (S. Kracauer, Cinema tedesco – dal “Gabinetto del dottor Caligari” a Hitler, Milano 1977).
Inquietanti, eccentrici e reduci dal fronte, i due sceneggiatori Carl Mayer e Hans Janowitz scrivono un trattato sul potere istituzionale (il dottor Caligari-il vero folle nelle loro intenzioni) che spersonalizza e annienta la volontà dell’uomo comune (il sonnambulo Cesare) rendendolo un assassino, e per quanto il messaggio risulti un po’ ridimensionato dal finale onirico-allucinatorio e l’equivoco della follia imposto dal produttore Erich Pommer (e stando ad alcune fonti enciclopediche anche da Fritz Lang), il film fu comunque proibito dal regime e i protagonisti costretti ad emigrare negli Stati Uniti d’America.
Oltre alla gestualità teatrale, il trucco e i costumi studiati per accentuare le ombre sinistre, le visioni allucinate, la deformazione del reale e le atmosfere da incubo, beneficiano anche di una scenografia altrettanto teatrale e visionaria, con stile e forme di chiara ispirazione espressionista, futurista e cubista, che allungano le ombre, distorcono lo spazio e stra-volgono le prospettive bidimensionali.
La scenografia appositamente commissionata da Pommer all’avanguardia artistica che ruotava intorno alla rivista “Der Sturm“, realizzata da pittori espressionisti come Her-mann Warm e Walter Ròhrig, l’architetto Walter Reimman e Ernst Ludwig Kirchner.
Un classico del muto che ha decretato il primo successo internazionale della cinematografia tedesca dopo la Prima guerra mondiale, pronto a tornare al cinema nella versione colorata nel 1920 e restaurata nel 2014, da Murnau Stiftung e la Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
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Il Gabinetto Del Dottor Caligari (Das Cabinet des Dr. Caligari, Germania/1920) di Robert Wiene (75′) con Werner Krauß (Dr. Caligari), Conrad Veidt (Cesare), Friedrich Fehér (Francis), Lil Dagover (Jane), Hans Heinrich von Twardowski (Alan), Rudolf Lettinger (Dr. Olsen). Di nuovo in sala con la rassegna Il Cinema Ritrovato, in versione restaurata, da lunedì 15 febbraio 2016.
Il Gabinetto Del Dottor Caligari: curiosità e partiture
Il film muto girato in 35 mm nel 1919, proiettato in 16 mm e 35 mm, a Berlino nel 1920 e poi nel resto del mondo, esiste in versioni di diversa durata, con colonne sonore alternative e diversi restauri.
Tra le versioni in bianco e nero che circolano online, da Youtube e quella creative commons da scaricare on line gratis, ma esistono anche versioni restaurate e ricolorate come quella realizzata dalla Film Preservation Associates per il mercato DVD nel 1996, con la colonna sonora di Timothy Brock.
Nel corso degli anni il film ha ispirato omaggi, citazioni e remake di ogni genere, dal videoclip del brano Heroine dei Suede, a Il secondo tragico Fantozzi di Luciano Salce, dove il Ragionier Ugo ottiene il posto di lavoro proprio per aver elogiato la pellicola, e se The Cabinet of Caligari di Roger Kay con la pellicola originale condivide solo il titolo, il remake di David Lee Fisher (nel video a seguire) con la sua fotografia tanto fedele si è aggiudicato 3 premi allo ScreamFest Film Festival.
On line si trova anche Enklave Elektronica vs Caligari, la sonorizzazione live elettronica ispirata alle teorie di Siegfried Kracauer sul film, mentre io ho avuto la fortuna di assistere alla partitura live di Edison Studio.
Il film prodotto da Erich Pommer e Rudolf Meinert per Decla Film Gesellschaft, inaugurò la lunghissima carriera di Conradt Veidt, con il sonnambulo trasognato e assassino, costretto a fuggire a Hollywood a causa dal nazismo.
La Berlinale 2014 ha visto in anteprima mondiale, il restauro di una versione colorata del film del 1920, restaurata dal laboratorio italiano, L’immagine ritrovata della Cineteca di Bologna, lavorando con la Murau Stiftung per recuperare materiali da tutto il mondo, come raccontato dal direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli.
“La collaborazione con l’organismo tedesco che si occupa del patrimonio cinematografico dalle origini al ’45 è iniziata dalla metà degli anni Novanta, quando il nostro Festival, nato nell’88, muoveva i primi passi. Con loro abbiamo lavorato molto sul cinema tedesco degli anni Venti su grandi titoli, da Faust a Nosferatu. Il rapporto con Caligari è dovuto a un riconoscimento anche delle qualità tecnologiche che oggi il nostro laboratorio possiede, oltre alla conoscenza consolidata nel tempo. A questo si aggiunge che alcuni anni fa ritrovammo una copia colorata a mano, forse l’unica rimasta, del film. “Caligari” è frutto di una grande combinazione, una grande produzione e il cinema d’avanguardia. Di queste colorazioni s’era favoleggiato ma nessuno le aveva mai viste finché a Montevideo ritrovammo una copia salvata da un poeta uruguaiano che negli anni Venti aveva salvato molti film importanti che sarebbero diventati classici”.
Il Italia il film (con le musiche di Giuseppe Becce) uscì in una versione con il finale brutalmente tagliato e il bizzarro titolo: Il gabinetto del dottor Caligaris. Secondo l’opinione del direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli “fu un maldestro omaggio alla popolarità del calciatore Umberto Caligaris”.
Il Gabinetto Del Dottor Caligari: poster
Via | Il Cinema Ritrovato – Kinopoisk