Il gabinetto del dottor Caligari: un incubo con tante voci per la stessa Paura
Dal 1919 al 2012 un viaggio nel tempo e in Das Cabinet des Dr. Caligari di Robert Wiene
Sedotta dalle trame senza tempo capaci di rinnovarsi, oggi aspetto emozionata le atmosfere sghembe, claustrofobiche e allucinate di un Das Cabinet des Dr. Caligari (Berlino, 1919) di Robert Wiene, presentato dopo quasi un secolo (decennio più, decennio meno) da Artmediamix con un Das Cabinet des Dr.Caligari Live allo Spazionovecento di Roma e una voce nuova.
A rendere l’occasione allettante, oltre all’entrata gratuita (occhio però che la prenotazione è obbligatoria), una quasi inedita director’s cut di 82 minuti, con sottotitoli in italiano e la partitura acustica visionaria, immaginifica e terrificante, del live computer soundtrack di Edison Studio, artefice dell’estetica del suono di una vera e propria trilogia “della paura”, dopo “Inferno” (L’Inferno di Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro, Adolfo Padovan, 1911) e “Gli ultimi giorni di Pompei” (di Eleuterio Ridolfi, 1913).
Deliziata da tanto spavento mi concedo anche bel viaggio nel tempo e nel film, alla ri-scoperta di quello che ha reso questo capolavoro noir “il manifesto dell’espressionismo, la profezia del nazismo, una notevole fonte di ispirazione per tante pellicole e cinema a seguire”.