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Il Gladiatore compie 20 anni: recensione e curiosità del film di Ridley Scott

Blogo celebra il 20° anniversario del film classico con Russell Crowe premiato con 5 Oscar.

pubblicato 5 Maggio 2020 aggiornato 29 Luglio 2020 11:26

 

Il 5 maggio del 2000 usciva nei cinema americani Il gladiatore, il kolossal epico diretto da Ridley Scott e scritto da David Franzoni, John Logan e William Nicholson. Il vede protagonista un Russell Crowe in gran spolvero nei panni del generale romano Massimo Decimo Meridio, che viene tradito quando Commodo (Joaquin Phoenix), l’ambizioso figlio dell’imperatore Marco Aurelio (Richard Harris), uccide suo padre e conquista il trono. Ridotto in schiavitù, Massimo diventa un gladiatore e sale attraverso le file dell’arena per vendicare gli omicidi della sua famiglia e del suo imperatore.

Scott per “Il gladiatore” si è ispirato sia a diversi classici per il grande schermo, vedi La caduta dell’Impero romano di Anthony Mann, lo Spartacus  di Stanley Kubrick e il Ben-Hur con Charlton Heston, sia al libro di Daniel P. Mannix del 1958 “Those About to Die” (noto anche come “The Way of the Gladiator”) che racconta come nel corso di cinque secoli i giochi romani da intrattenimento divennero uno spettacolo di inutili massacri di migliaia di persone e animali.

Il film di Scott è una sontuosa rivisitazione del cosiddetto genere “peplum” che ha fatto storcere il naso a qualcuno per le molte inesattezze storiche, a queste persone consigliamo vivamente un bel documentario, mentre per quelli che amano i racconti di stampo epico a sfondo storico, in cui anche il cinema italiano a suo tempo ha dato il suo contributo, “Il gladiatore” rappresenta la summa di un genere che miscela avventura, dramma e azione di cui si sentiva la mancanza e che non è così facile da rivisitare, basta guardare al fallimentare remake Ben-Hur del 2016, che si è rivelato un vero disastro. E’ stato annunciato che “Il gladiatore” fruirà di un sequel nonostante l’eroica dipartita del protagonista alla fine del film.

 

Curiosità

  • Il film ha vinto 5 premi Oscar (miglior film, attore protagonista, costumi, sonoro, effetti speciali) 4 BAFTA e 2 Golden Globe.
  • Nel film si indica la famosa arena con il nome di “Colosseo”, denominazione che risalirebbe all’XI secolo, all’epoca del fatti narrati era invece chiamato “Anfiteatro Flavio”.
  • Il regista Ridley Scott e la produzione chiesero al comune di Roma di poter effettuare alcune scene dei duelli dentro il vero Colosseo, ma il comune rifiutò la proposta perché l’anfiteatro era in fase di restauro.
  • Il Colosseo utilizzato per le riprese è stato ricostruito in 19 settimane nel Forte Ricasoli di Malta, ma solo il primo giro di tribune, il resto è stato ricostruito in digitale.
  • Il film è dediciato all’attore Oliver Reed (Proximo) morto poco prima del termine delle riprese del film. Le scene che non è riuscito a girare sono state realizzate l’ausilio di CG.
  • Lou Ferrigno venne originariamente considerato per il ruolo di Gaul che poi andò all’attore Sven-Ole Thorsen.
  • Nella sequenza aerea di Roma sono riconoscibili la basilica di Massenzio e l’arco di Costantino, costruiti solo nel IV secolo d.C., un secolo dopo le vicende di Marco Aurelio e Commodo.
  • I senatori, i generali e i personaggi illustri si salutavano chiamandoli solo per nome proprio – Ave Caio, Ave Massimo, Ave Giulio – e non anteponendo il titolo – Ave Senatore Caio, Ave Generale Massimo, Ave Tribuno Giulio.
  • La frase: “Ave, Caesar, morituri te salutant” non veniva pronunciata dai gladiatori, ma dai condannati a morte come ci racconta Svetonio.
  • La provincia dello Zucchabar, in cui sono ambientate le prime battaglie tra gladiatori prima che i personaggi confluiscano a Roma, non è mai esistita. In verità Zucchabar era una piccola cittadina situata nella provincia romana della Mauretania Cesarensis, odierna Algeria settentrionale mediterranea.
  • Marco Aurelio, padre di Commodo che nel film muore soffocato dal figlio in realtà muore di malattia.
  • Nella battaglia iniziale prima dell’assalto contro i germanici Massimo Meridio rivolto a Quinto escalama «Al mio segnale: scatenate l’inferno!». Nella religione romana si parlava di regno dell’Ade o inferi.
  • Nel film il gladiatore viene chiamato spesso “Ispanico”, in quanto proveniente dalla Spagna, ma in realtà dovrebbe essere chiamato Iberico in quanto all’epoca la Spagna non esisteva ancora.
  • In ben due scene di battaglie compare la balestra, oggetto del medioevo.
  • I gladiatori nel circo massimo combattevano contro i leoni, non contro le tigri.
  • Dopo la scena di lotta finale, per evitare che la testa di Massimo morto cadesse all’indietro e rendere la posa più confortevole all’attore, la troupe ha usato un cuscino di sabbia che purtroppo ’si vede’.
  • Il film costato 103 milioni di dollari ne ha incassati nel mondo circa 457.
  • Le musiche originali del film candidate all’Oscar sono di Hans Zimmer (Il cavaliere oscuro, Pearl Harbor, Interstellar).
  • La colonna sonora include il brano “Now We Are Free” è interpretato dalla cantante australiana Lisa Gerrard.

 

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