Il Grande Sogno – di Michele Placido: recensione in anteprima
Il Grande Sogno (Italia – 2008) di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Michele Placido, Luca Argentero, Laura Morante, Massimo Popolizio, Alessandra Acciai, Marco Iermanò, Brenno Placido.Il film inizia nel 1967. A Roma gli animi dei giovani iniziano ad essere in fermento, e qualcosa si sta agitando. La rivolta giovanile sta per avere inizio.
Il Grande Sogno (Italia – 2008) di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Michele Placido, Luca Argentero, Laura Morante, Massimo Popolizio, Alessandra Acciai, Marco Iermanò, Brenno Placido.
Il film inizia nel 1967. A Roma gli animi dei giovani iniziano ad essere in fermento, e qualcosa si sta agitando. La rivolta giovanile sta per avere inizio. Libero è uno dei leader della neonata contestazione, mentre Laura è una ragazza della buona borghesia cattolica a cui non va più giù il sistema sociale capitalistico che ha radici anche nell’ambiente universitario. Nicola, invece, è un giovane poliziotto pugliese che deve infiltrarsi nel mondo studentesco per capire le varie manovre. Eppure il suo “grande sogno” resta uno solo: quello di diventare attore…
E’ un film fortemente autobiografico il nuovo lavoro di Michele Placido, che torna a Venezia dopo anni dall’infelice esperienza avuta con Ovunque sei. In mezzo comunque c’è anche stato il bel Romanzo Criminale, che aveva risanato un po’ la “ferita” tra il regista e la critica. Il Grande Sogno è quindi un’ulteriore scommessa per Placido: ritornare a colpire il suo pubblico, e tentare questa volta anche di far breccia al Lido.
Il film parla ovviamente di due sogni, ed è un film che, più che parlare di Storia, parla di una storia nella Storia. Il “grande sogno” è quello dei giovani sessantottini, che con la loro rabbia ed energia volevano cambiare il mondo; ma c’è poi il sogno del singolo, in questo caso di Nicola, che aspira ad entrare nell’amato mondo del cinema, che per ora ha potuto solo vedere da semplice spettatore.
Il Grande Sogno, tuttavia, non riesce a sfuggire da un problema che in fase di sceneggiatura avrebbe dovuto essere evitato con più cura: volendo narrare una storia ambientata in un periodo, e quindi non volendo in primis fare un film sul ’68, perde forza sia per quanto riguarda la trama dei destini dei personaggi che descrive, sia per quanto riguarda le coordinate storiche.
Non mancano infatti alcuni stereotipi e modelli già calpestati. Prendiamo solamente i personaggi, a partire da Laura. La ragazza, interpretata bene da Jasmine Trinca, ha alle spalle una famiglia benestante contraria al movimento comunista: è ovvio che le scelte politiche di Laura abbiano un effetto sulla famiglia, che ne uscirà a pezzi. Anche il fratellino sceglierà di essere attivo nella tentata rivoluzione.
A Luca Argentero, che interpreta Libero, hanno dimenticato di scrivere un po’ la parte. Ci si aspettava un triangolo tra i tre personaggi di maggior spessore, ma il suo personaggio, militante e abbastanza bidimensionale, ha decisamente molto meno spessore di Nicola e Laura. E la loro storia d’amore conta più delle passioni politiche (e non solo) del ragazzo, che sembra tagliato fuori dalla storia principale.
Alla fine chi risulta un po’ più delineato è proprio Nicola, forse perché si parla di un film autobiografico in cui Placido si rispecchia abbastanza fedelmente nel personaggio protagonista, a cui dà un’interpretazione già discussa qui al Lido, tra chi ha apprezzato e invece chi no, Riccardo Scamarcio, già col regista nel film precedente. A Laura Morante tocca poi fare l’insegnante che da una parte si fuma una cannetta, dall’altra tenta di difendere la drammaturgia teatrale dal tentativo di “svecchiamento” dei suoi allievi in piena ribellione, che vorrebbero cambiare una battuta (“Ahimé”) da un testo di Checov.
Bellissima la fotografia di Arnaldo Catinari, lontana da ogni standard piatto o para-televisivo, che rende la confezione più gradevole e decisamente cinematografica, ma i colori caldi che vengono dati in regalo allo spettatore non trovano altrettando riscontro nelle emozioni che lo svolgimento della storia dovrebbe dare. Nonostante una parte conclusiva che si avvicina sempre più a quella che fu la fine del “grande sogno”, c’è anche un finale tagliato via velocemente e che si conclude con una veloce postilla. Dispiace che almeno non si sia trovata una conclusione più degna e forte.
Voto Gabriele: 5
Il film sarà nelle sale dall’11 settembre. Il trailer è visibile qui.