Il Padrino II: non c’è Marlon ma l’esplosivo nella bambagia si sente ancora
Rete4 trasmette il film di Coppola con Al Pacino e Robert De Niro: da non perdere!
Stasera martedì 24 luglio su Rete4 alle ore 21.10: Il padrino – Parte II (The Godfather, Part II. Drammatico, durata 200′ min. – USA 1974) di Francis Ford Coppola. Con Robert De Niro, Al Pacino, John Cazale, Robert Duvall, Diane Keaton.
Non si può dimenticare il volto di Marlon Brando nei panni solenni del Padrino I. Ricordi. Seduto, lo sguardo grave e corrucciato, semicalvo, la mascella potente allargata sotto le guance da due rotoli di bambagia mescolata la dinamite di un carattere e quella vera, quella che uccide gli avversari in affari e i parenti , se sono nemici della mafia. Mafia. Patria astratta e concreta, vissuta nel delitto come rimpianto di terra e destino.
Nel Padrino II Brando è morto, pace all’animaccia sua. Rimane il suo nome, la sua lezione. L’investitura a nuovo cavaliere del male tocca a Michael che progredisce nell’arte delitto; l’arricchisce secondo la lezione del Padrino-Padrone-con-bambagia di morti d’ogni tipo anche naturalmente familiari infedeli , e la infiora piagnucolose sfumature sentimentali. Al Pacino è perfetto: ha l’aria di uomo calmo e meditativo, dentro gli bolle la collera contro chi lo contraddice e contro lo vuole fregare negli affari.
Come il Padrino di Marlon quello di Al non ha nulla, o assai poco, in comune con il filone gangsteristico di Hollywood, ad esempio con il celebre e bel film intitolato Scarface di Howard Hawks, imperniato sulla figura e sulle gesta di Al Capone, emigrante campano salito ai vertici del crimine con il mitra sapiente suo e dei suoi accoliti.
Francis Ford Coppola ha scelto per il Padrino I il titolo e il romanzo di Mario Puzo, come del resto per il Padrino II. Ma si ricorda del “Gattopardo”, romanzo di Tomasi Di Lampedusa e film di Luchino Visconti. Specialmente il bellissimo film di Visconti, dove come nel libro non esiste il delitto ma esiste una struggente malinconia, il desiderio di un nugolo di affetti compromissori in cui avvolgersi per vivere e per comandare (o la sensazione di comandare).
Coppola ha il genio di trasformare la Sicilia in una dimensione ancestrale da dove tutto parte e va difesa con i suoi valori tradizionali ad ogni costo, fino a uccidere, fino a tutelare i nuclei creati dal sangue con la violenza e lo spargimento di sangue. In un paese, l’America, in cui si è entrati come emigrati e come vincenti si vuole e, si deve emergere in mezzo al dollaro e alle sue elitès, una lotta di cui ogni istante scocca l’ora delle rese dei contini.
Il fascino della ambiguità pervade il film e lo rende all’altezza del primo, anche se meno premiato dagli incassi ma non dei premi: sei Oscar contro i 3 del Padrino I.La rabbia e l’astuzia di vivere; se serve, aggredire, colpire senza scrupoli, sono inquietanti.
Anni dopo la tv italiana con La piovra tentò di giocare le stesse carte, con alterne fortune. L’America è l’impero che rende grande, insostenibile, leggendaria la morte per guadagni, potere, insensatezze, come è accaduto, e accade ancora in un cinema dove si proietta un film su Batman. Ci sarà prima o poi un Batman utilmente in grado di battere i Padrini e i folli killer dal vero?