Il Padrino torna al cinema: nuovo trailer italiano, data di uscita e curiosità per il 50° anniversario
Dal 28 febbraio al 2 marzo Il Padrino torna nei cinema italiani in occasione dei 50 anni dalla sua uscita – Guarda il nuovo trailer italiano ufficiale.
In occasione dei 50 anni dalla sua uscita, il film più amato della storia del cinema ritorna sul grande schermo in versione restaurata per un evento memorabile. Il Padrino di Francis Ford Coppola vi aspetta al cinema dal 28 febbraio al 2 marzo con Eagle Pictures.
Il Padrino torna in versione restaurata
“Sono molto orgoglioso de Il Padrino, che ha certamente definito la prima parte della mia vita creativa”, ha detto Francis Ford Coppola. In questo tributo per il 50° anniversario, è gratificante celebrare questa pietra miliare con la Paramount insieme ai meravigliosi fan che lo hanno amato per decenni, alle giovani generazioni che lo trovano ancora attuale e a coloro che lo scopriranno per la prima volta.
Il magistrale adattamento cinematografico di Coppola del romanzo di Mario Puzo racconta l’ascesa e la caduta della famiglia Corleone e la trilogia cinematografica è giustamente considerata come una delle più grandi della storia del cinema. In preparazione del 50° anniversario dell’uscita originale del primo film, il 24 marzo 1972, la Paramount e la casa di produzione di Coppola, la American Zoetrope, hanno intrapreso un restauro scrupoloso di tutti e tre i film nel corso di tre anni. Ogni sforzo è stato fatto per creare la migliore presentazione possibile per il pubblico di oggi, che può guardare i film usando una tecnologia che è progredita enormemente dal 2007, quando l’ultimo restauro è stato completato dall’eminente storico del cinema e conservatore Robert Harris. Usando quel lavoro come modello, il team ha speso migliaia di ore per assicurarsi che ogni fotogramma fosse valutato per creare la presentazione più incontaminata rimanendo fedele all’aspetto originale dei film.
“Ci siamo sentiti privilegiati nel restaurare questi film e un po’ in soggezione ogni giorno che ci abbiamo lavorato”, ha detto Andrea Kalas, Vicepresidente Senior della Paramount Archives.
Dettagli del restauro
- Oltre 300 cartoni di pellicola sono stati esaminati per trovare la migliore risoluzione possibile per ogni fotogramma di tutti e tre i film.
- Più di 4.000 ore sono state spese per riparare macchie di pellicola, strappi e altre anomalie nei negativi.
- Oltre 1.000 ore sono state spese per una rigorosa correzione del colore per assicurare che gli strumenti ad alta gamma dinamica fossero rispettosi della visione originale di Coppola e del direttore della fotografia Gordon Willis.
- Oltre all’audio 5.1 approvato da Walter Murch nel 2007, le tracce mono originali de Il padrino e Il padrino: Parte II sono state restaurate.
- Tutto il lavoro è stato supervisionato da Coppola.
Il padrino – nuovo trailer italiano
Un capolavoro senza tempo
La tragedia come stile di narrazione, una serie di personaggi dalle caratteristiche memorabili, un Marlon Brando epocale, con “Il Padrino” siamo di fronte ad un pezzo della storia del cinema che influenzerà i decenni successivi affermandosi come imperituro classico. Ne “Il padrino” la mafia viene ritratta come dinastia familiare dagli ambigui, ma fortissimi valori; l’omicidio come quotidiano, un’apparente e vantata legalità, vedi l’ambiguo consigliere / avvocato interpretato da Robert Duvall, anni luce dalla mafia odierna, quella truce, feroce e senza regole di “Gomorra” tramutata in mera fabbrica di soldi e illegalità che fagocita tutto e tutti, senza fermarsi neanche davanti alla sacralità del’infanzia. Nella mafia narrata da Coppola sarà l’elemento estraneo rappresentato dalla droga e il suo virulento inserirsi nella società mafiosa a distruggerne dall’interno i “valori” e disgregarne le solide fondamenta, un pericolo che il rassegnato Don Vito cercherà di allontanare sentendone il puzzo premonitore, la droga come commercio e investimento dei clan sarà l’inizio della fine. Il cast è stellare, da Al Pacino a Marlon Brando, da James Caan ad un toccante John Cazale, il suo Fredo è il maggiore dei fratelli, ma il più sperduto e bisognoso d’affetto, uno dei personaggi più belli e tragici di questo film. “Il Padrino” ha una sequela di battute e scene che trasformano la pellicola in un affresco dall’ambigua epicità, che divise la critica dell’epoca spaventata dall’ammirazione che trasudava dai fotogrammi della pellicola per un mondo che faceva dell’omicidio e dell’illegalità il suo credo, ma se si guarda bene e con attenzione, tutti i personaggi del film sono venati di una tragicità che è ben lontana da un tentativo di esaltazione, il male celato dietro a valori come famiglia e onore si percepisce in tutta la sua ambiguità, incapace di portare maschere che non siano quelle dell’omertà, della violenza e dell’intimidazione. “Il Padrino” al pari di una tragedia dalle suggestioni shakespeariane è ben lungi dall’invitare all’emulazione o ad un’ambigua accettazione dei ruoli criminali come conseguenza e bisogno della società, ma invita alla riflessione e al compatimento di scelte obbligate, di morti accettate per rassegnazione, di vite distrutte dalla follia di regole insensate; l’onore che ogni tanto emerge per scusare e giustificare la mostruosità di atti indegni è affogato nel sangue e nella crudeltà che ne consegue. Nel capolavoro di Coppola non vi è alcuna esaltazione del male, ma la lucida testimonianza di un’epoca al suo tramonto e di regole del gioco che cambiano, ineluttabilmente, come succede sempre quando il futuro bussa alla porta.
Francis Ford Coppola parla del libro di Mario Puzo
Nel 2019 “Il padrino” di Mario Puzo, da cui Francis Ford Coppola ha tratto il suo capolavoro “gangster”, compie 50 anni e al regista è stato chiesto di scrivere una nuova introduzione al romanzo di cui potete leggere alcuni stralci a seguire.
[quote layout=”big”]Dopo il successo del film “Il padrino”, ero al settimo cielo, il giovane che aveva catturato un fulmine in una bottiglia. Fu un periodo inebriante e uno shock per un bambino timido del Queens, uno studente perennemente cattivo che era stato temporaneamente paralizzato dalla poliomielite. Un giorno ero in un gruppo che includeva alcuni uomini italiani sospettosamente duri che mi guardavano di traverso e parlavano tra loro. Ho sentito il nome Mario Puzo sulle loro labbra, e un ragazzo che avrebbe potuto interpretare Luca Brasi si è fatto strada verso di me e mi ha detto aggressivamente: “Non l’hai fatto tu, lui ti ha fatto!”. Non ero in disaccordo, e non solo perché ero intimidito da quell’insieme di muscoli. A quel punto avevo poco più di trent’anni e da giovane oscuro, impoverito giovane regista, ero passato a un nome familiare. È assolutamente vero che Mario mi ha “fatto” e il suo romanzo Il padrino ha cambiato la mia vita.[/quote]
[quote layout=”big”]Avevo visto un annuncio nella sezione del New York Times per Il padrino di Mario Puzo e ne ero rimasto colpito perché l’illustrazione sulla copertina suggeriva una storia sul “potere” e il nome italiano dell’autore mi ha fatto pensare che fosse un intellettuale su l’ordine di Italo Calvino o Umberto Eco. Così, quando mi sono seduto per la prima volta a leggere il libro, la mia prima impressione è stata sorpresa e sgomento; era più simile a un libro di Harold Robbins o Irving Wallace, un potboiler pieno di sesso e stupidità. Sapevo di essere stato preso in considerazione per dirigerlo e la mia prima reazione fu di rifiutarlo. Ma avendo bisogno di soldi e di un’offerta cinematografica, ho deciso di rileggerlo e questa volta prendendo appunti con attenzione. Quello che ho scoperto è che in agguato all’interno c’era una grande storia quasi classica nella sua natura; quella di un re con tre figli, ognuno dei quali aveva ereditato un aspetto della sua personalità. Ho pensato che se solo avessi potuto estrarre quella parte del libro e fare il film su questo, allora avrei potuto suscitare un certo entusiasmo per questa storia.[/quote]
[quote layout=”big”]Una cosa che amavo della scrittura di Mario era che era conciso. Disse in poche parole ciò che avrei impiegato un intero paragrafo per esprimere. Questo si è esteso alle sue note per me sulla sceneggiatura. Nella scena in cui Clemenza descrive una ricetta per Michael, avevo scritto: “Prima fai rosolare un po’ di salsiccia, e poi butti i pomodori…” Mario scrisse, “I gangster non rosolano… friggono”. E’ stato così, durante la mia bozza della sceneggiatura – solo una nota scritta a mano qua e là, ma hanno fatto una grande differenza.[/quote]
[quote layout=”big”]Per quanto ammirassi il suo talento, il suo modo di esprimersi dentro e fuori dalla pagina, adoravo semplicemente stargli vicino. L’ho amato come uno zio preferito. Era così divertente stare con lui, così caldo e saggio, divertente e affettuoso. Lo vedresti nel modo in cui ha parlato di sua moglie per molti anni, nel fatto che ha costruito la sua casa a Bayshore, Long Island, e nel modo in cui ha parlato dei suoi figli.[/quote]
[quote layout=”big”]Mario amava giocare d’azzardo, quindi ho suggerito di andare a stare in un casinò a Reno per lavorare sulla sceneggiatura emergente. (Lo abbiamo fatto per le sceneggiature di tutti e tre i film!) Un casinò è il luogo perfetto in cui gli scrittori possono collaborare. Non ci sono orologi, quindi puoi ordinare pancetta e uova (o altro) a qualsiasi ora. Quando raggiungi un ostacolo, puoi sempre andare al piano di sotto per giocare alla roulette, cosa che Mario adorava fare. E poi se perdevi grosso (cosa che Mario odiava fare – era un giocatore davvero terribile, nonostante ne sapesse a tonnellate di cose), potevi scappare di sopra per continuare a lavorare. Spesso diceva: “Ne sto perdendo migliaia qui, ma facendo milioni al piano di sopra”.[/quote]
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Curiosità
- “Il padrino” è stato candidato a 10 Premi Oscar (11 con la nomination ritirata per la colonna sonora) vincendo tre statuette: Miglior film, Miglior attore protagonista a Marlon Brando e Migliore sceneggiatura non originale a Francis Ford Coppola e Mario Puzo.
- Lo schiaffo che Don Vito sferra a Johnny Fontane non era nel copione. Marlon Brando lo ha improvvisato e la reazione confusa di Al Martino è reale. James Caan ha raccontato che “Martino non sapeva se ridere o piangere”.
- Marlon Brando voleva dare a Don Corleone l’aspetto di un bulldog così ha messo all’interno delle guance dei batuffoli di cotone e sia per per il provino che durante le riprese del film indossava una protesi per la bocca realizzata da un dentista. Questo apparecchio è in mostra all’American Museum of the Moving Image del Queens a New York.
- I nonni materni di Al Pacino sono emigrati in America da Corleone in Sicilia proprio come Vito Corleone.
- Gianni Russo ha usato i suoi contatti con la criminalità organizzata per garantirsi il ruolo di Carlo Rizzi arrivando ad ottenere una troupe per filmare il suo provino e inviarlo ai produttori. Tuttavia Marlon Brando era inizialmente contrario a Russo che non aveva mai recitato prima in un film, questo ha reso Russo tanto furioso che minacciò Brando in un modo così convincente che Brando finì per ritenerlo perfetto per il ruolo.
- Il gatto tenuto in braccio da Marlon Brando nella scena di apertura era un randagio trovato dall’attore in un lotto della Paramount e non era originariamente richiesto dal copione.
Al Pacino ha boicottato la cerimonia degli Oscar arrabbiato per il fatto di essere stato nominato dall’Academy come attore non protagonista, facendo notare che il suo personaggio ha avuto più tempo schermo di tutti gli altri attori. anche di Marlon Brando candidato come miglior attore protagonista e vincitore della statuetta. - Durante le riprese James Caan e Gianni Russo non andavano d’accordo e sono stati spesso ai ferri corti. Durante la scena del pestaggio di Sonny su Carlo, Caan ha quasi colpito Russo con il bastone ed ha finito per rompergli due costole e ferirlo ad un gomito.
- James Caan ha improvvisato la parte in cui si getta a terra il fotografo dell’FBI. La reazione sorpresa dell’attore è autentica.
- Orson Welles ha fatto pressioni per ottenere la parte di Don Vito Corleone offrendosi di perdere anche un bel po’ di peso al fine di ottenere il ruolo. Francis Ford Coppola, un fan di Welles, ha dovuto declinare perché aveva già Marlon Brando in mente per il ruolo e sentìva che Welles non sarebbe stato giusto per la parte.
- Sergio Leone è stato avvicinato per dirigere “Il padrino””, ma rifiutò perché era convinto che la storia glorificasse la mafia e non fosse abbastanza interessante. In seguito si è molto ramarricato di aver rifiutato l’offerta, ma avrebbe avuto in seguito la sua occasione con C’era una volta in America (1984).
- La scena in cui Sonny picchia Carlo (il marito di Connie) ha richiesto quattro giorni di riprese e incluso più di 700 comparse. L’uso del coperchio del bidone della spazzatura è stato improvvisato da James Caan.
- “Il padrino” è considerata la seconda miglior pellicola statunitense della storia dall’American Film Institute.
- La rivista Empire considera “Il padrino” come il film più bello di tutti i tempi, è al primo posto in un elenco di 500 titoli.
- Il personaggio di Moe Greene è stato modellato sul gangster ebreo Bugsy Siegel. Entrambi sono stati assassinati con una pallottola che gli ha perforato l’occhio.
- Il regista Francis Ford Coppola ha lavorato con diversi suoi parenti in questo film,: sua sorella Talia Shire che interpreta Connie Corleone, sua madre Italia Coppola che appare come comparsa nella riunione al ristorante, suo padre Carmine Coppola è il pianista nella sequenza dei materassi, i suoi figli Giancarlo Coppola e Roman Coppola sono comparse nella scena in cui Sonny picchia Carlo e al funerale, mentre sua figlia, la regista Sofia Coppola, è la bambina al battesimo di Michael Rizzi (all’epoca aveva tre settimane).
- Un giovane Sylvester Stallone ha sostenuto un provino per i ruoli di Paulie Gatto e Carlo Rizzi, ma venne scartato per entrambi.
- Anche se ci sono molte affermazioni che raccontano di mafiosi come membri del cast, Francis Ford Coppola ha dichiarato in un’intervista che nessun membro della criminalità organizzata appare nel film o è stato utilizzato come consulente. Coppola ha continuato spiegando che una volta che si è fornito un “favore” a un membro della criminalità organizzata poi ci si ritrova giocoforza coinvolti in scambi di favori reciproci. In particolare ha negato la connessione di Gianni Russo alla criminalità organizzata.
- Il boss Joe Colombo e la sua organizzazione lanciarono una campagna per fermare il film in corso. Secondo Robert Evans nella sua autobiografia Colombo l’avrebbe chiamato a casa e avrebbe minacciato lui e la sua famiglia. inoltre alla Paramount giunsero molte lettere durante la pre-produzione da italoamericani, tra cui alcuni politici, che accusavano “Il padrino”£ di essere anti-italiano e che minacciavano di protestare e di interrompere le riprese. Così il produttore Albert S. Ruddy incontrò Colombo che chiese che i termini “mafia” e “Cosa Nostra” non venissero utilizzati nel film. Ruddy diede loro la possibilità di rivedere lo script e apportare le modifiche e promise ingaggi come comparse, cosa che gli costò il licenziamento, decisione del proprietario della Paramount Charlie Bluhdorn che però alla fine riassunse Ruddy.
- Al Pacino, James Caan e Diane Keaton sono stati tutti pagati 35.000$ per il loro lavoro sul film.
- L’inconfondibile voce di Don Vito Corleone è basata su quella del vero mafioso Frank Costello. Marlon Brando lo aveva visto in tv durante alcune udienze tenutesi nel 1951 e ha deciso di imitare nel film la sua parlata sussurrata.
- George Lucas ha usato foto di vere scene del crimine nella sequenza dei materassi. Una delle foto più importanti mostra due poliziotti in ginocchio accanto a quello che sembra un uomo che dorme per terra con la testa appoggiata contro una recinzione. Quell’uomo è Frank Nitti, braccio destro di Al Capone che si suicidò con un colpo di pistola alla testa.
- Secondo lo scrittore e sceneggiatore Mario Puzo il personaggio di Johnny Fontane NON è stato basato su Frank Sinatra. Tuttavia tutti davano per scontato che lo fosse e Sinatra era furioso per questo, tanto che quando il cantante incontrò Puzo in un ristorante insultò e minacciò Puzo. Sinatra inoltre si oppose con veemenza al film. A causa di questa reazione il ruolo di Fontane nel film è stato ridotto ad un paio di scene.
- Uno dei motivi per cui Francis Ford Coppola accettò di dirigere “Il padrino” era perché era in debito con la Warner Bros. di 400.000$ dovuti per i sforamenti di budget di George Lucas per L’uomo Che Fuggi dal futuro (1971).
- Ernest Borgnine, Edward G. Robinson, Orson Welles, Danny Thomas, Richard Conte, Anthony Quinn e George C. Scott sono stati tutti considerati dalla Paramount Pictures per il ruolo di Vito Corleone con Burt Lancaster che invece voleva il ruolo, ma che non venne preso in considerazione.
- Quando Sonny picchia Carlo, un camion sullo sfondo e una scatola di legno sul marciapiede sono stati posizionati strategicamente per nascondere oggetti anacronistici impossibili da eliminare dalla scena.
- Lo scrittore Mario Puzo ha dato al figlio maggiore di Vito il soprannome di “Sonny”, stesso soprannome dato al figlio di Al Capone. Le somiglianze però finiscono qui perchè Sonny Capone non entrò mai in affari con suo padre.
La colonna sonora
- Le musiche originali de “Il padrino” sono di Nino Rota, tra le sue altre composizioni ricordiamo musiche per Filumena Marturano, Lo sceicco bianco, La grande Guerra, Rocco e i suoi fratelli, Il Gattopardo, Amarcord, La dolce vita e Assassinio sul Nilo.
- Rota era stato originariamente nominato per un Oscar per la colonna sonora del film (e probabilmente avrebbe vinto), ma la nomination venne ritirata quando si è capito che aveva sostanzialmente utilizzato e rielaborato parti di una sua precedente partitura composta per il film Fortunella (1958).
TRACK LISTINGS:
1. Main Title (The Godfather Waltz) 3:04
2. I Have But One Heart (feat. Al Martino) 2:57
3. The Pickup 2:56
4. Connie’s Wedding 1:33
5. The Halls Of Fear 2:12
6. Sicilian Pastorale 3:01
7. Love Theme From The Godfather 2:41
8. The Godfather Waltz 3:38
9. Apollonia 1:21
10. The New Godfather 1:58
11. The Baptism 1:49
12. The Godfather Finale 3:50
La colonna sonora de “Il Padrino” è disponibile su Amazon.