Il Proibizionismo 80 anni dopo: i migliori film sull’epoca d’oro dei gangster
Sergio Leone, Francis Ford Coppola, Brian De Palma, Sam Mendes: gli anni ’20 esercitano da sempre un fascino irresistibile sui più grandi registi della storia. Ecco i migliori titoli sull’era del Proibizionismo.
Il termine Proibizionismo è da lungo tempo entrato nel linguaggio comune per designare gli anni dal ’19 al ’33, quando grazie al Volstead Act, entrò in vigore il XVIII Emendamento della Costituzione USA, che proibiva il consumo e la produzione di bevande alcoliche in tutta la Nazione. Il 5 dicembre del ’33 la legge fu abolita e salutata in tutti gli stati con grande gioia popolare, anche se alcuni avrebbero ben presto rimpianto quel lungo decennio di contrabbando, distillerie clandestine e bar illegali. Stiamo ovviamente parlando dei gangster: persone come Al Capone, George “Bugs” Moran, Bugsy Siegel e Lucky Luciano fecero la loro fortuna grazie alla produzione e vendita illegale dell’alcol e, parecchi decenni prima che del narcotraffico internazionale, scatenarono guerre sanguinose che terrorizzarono Chicago e New York, diventando vere e proprie leggende che ispirarono numerosi film, girati fin dagli anni ’30 (vedi il caposaldo del genere Scarface, diretto da Howard Hawks).
A 80 anni dalla fine del Proibizionismo vi presentiamo una classifica (cronologica) dei migliori titoli sull’argomento, partendo dall’epico C’era una volta in America, capolavoro del 1984 diretto da Sergio Leone. Terzo capitolo della cosiddetta Trilogia del tempo, il plot si snoda nell’arco di quarant’anni, raccontando le gesta di quattro amici nati nel ghetto ebreo di New York e la loro epopea di gangster in erba, tra furtarelli e truffe, prima di diventare i Re del commercio illegale d’alcool. Un film indimenticabile, interpretato magistralmente da Robert De Niro e James Woods, un ritratto amaro sulla nascita di una nazione, una commovente storia di amicizia, il testamento di “Leone Magno”.
Nello stesso anno uscì nelle sale The Cotton Club, diretto da Francis Ford Coppola: la star Richard Gere, lanciato dal successo di Ufficiale e gentiluomo, interpreta Dixie Dwyer, musicista jazz (e l’attore suonò veramente buona parte dei pezzi) innamorato della splendida Vera (Diane Lane), la donna del gangster Dutch Schultz (James Remar), contrabbandiere d’alcol legato al cosiddetto Sindacato Ebraico (lo stesso narrato da Leone). Gli anni d’oro del jazz negli anni del proibizionismo: si suona, si beve, si spara.
Nel 1987 Brian De Palma girò The Untouchables – Gli intoccabili: un giovane Kevin Kostner interpreta Eliot Ness, agente federale e paladino della giustizia che assieme ai colleghi Andy Garcia, Charles Martin Smith e Sean Connery (che vinse una statuetta come Miglior Attore non protagonista) sconfigge dopo una lotta senza esclusione di colpi il boss Al Capone, interpretato da un De Niro in stato di grazia. Un classico del cinema moderno, accompagnato da una colonna sonora indimenticabile.
Cambia il decennio ma il tema rimane lo stesso: nel 1991 Warren Beatty è il protagonista di Bugsy, biopic a sfondo romantico sulla figura di Bugsy Siegel, boss ebreo, pluriomicida e fondatore di Las Vegas. Il film, diretto da Barry Levinson, si aggiudicò due Oscar, per Scenografia e Costumi, oltre a una cascata di Nominations, tra cui quelle a Ben Kingsley e Harvey Keitel come Migliori Attori non Protagonisti. Nel cast anche Annette Benning: sul set l’attrice si innamorò di Beatty e i due vissero nella realtà felici e contenti. Film gradevole, ma decisamente troppo romantico e buonista: per la serie “bulli e pupe”.
Nuovo millenio e decisamente nuova atmosfera: nel 2002 Sam Mendes dirige il cupo Era mio padre, con Tom Hanks nel ruolo di uno spietato killer, ma al contempo padre amorevole, per conto del boss Paul Newman. Ad arricchire un cast di grandi stelle ci pensa anche Jude Law, Stanley Tucci e Daniel Craig. Vincitore di un Oscar per la Migliore Fotografia, è da vedere soprattutto per godersi lo spettacolo di Tom Hanks nel suo primo 8e riuscito) ruolo da cattivo.
Chiudiamo la rassegna con il recente Lawless, diretto nel 2012 da John Hillcoat (The Road), su sceneggiatura di Nick Cave. Basta coi gangster famosi e le grandi città: il regista sceglie la provincia americana degli anni ’20, quella fradicia di wiskey distillato in casa e martoriata dalla Grande Depressione. Tre fratelli, di cui due brutti, sporchi e cattivi (Tom Hardy e Jason Clarke), svezzano il minore (Shia LaBeouf), introducendolo al mondo del contrabbando e scontrandosi con il crudele e perverso agente federale della situazione, interpretato da un grande Guy Pearce. Non un capolavoro, ma lercio e tosto al punto giusto. Buona bevuta!