Il secondo anello
Per un po’ di tempo abbiamo creduto che dopo ogni film visto in videocassetta arrivasse una telefonata ad annunciarci il decesso infrasettimanale. Poi, passata la paura, abbiamo capito di aver visto solo un grande horror. Per chi è rimasto folgorato dall’indimenticabile sguardo di Naomi Watts e dal terrificante incubo abitato da una bambina capelli sugli
Per un po’ di tempo abbiamo creduto che dopo ogni film visto in videocassetta arrivasse una telefonata ad annunciarci il decesso infrasettimanale. Poi, passata la paura, abbiamo capito di aver visto solo un grande horror. Per chi è rimasto folgorato dall’indimenticabile sguardo di Naomi Watts e dal terrificante incubo abitato da una bambina capelli sugli occhi tutta vestita di bianco, la notizia è l’uscita – il 18 marzo negli USA, il 15 aprile in Italia – di The Ring Two, il secondo capitolo di quello che tuttora resta, nel bene e nel male, il miglior remake hollywoodiano di un film giapponese. Ringu (1998), l’originale, aveva dato vita ad un nuovo paradigma horror, tutto giocato sulle suggestioni del non-visto. Tanta paura, senza una goccia di sangue.
Come per The Grudge, alla direzione di The Ring Two è stato chiamato il padre spirituale, l’autore del capostipite: Hideo Nakata. Confermata la Watts, il cast è arricchito dalla presenza di Sissy Spacek, indimenticabile in Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) del grande De Palma.
C’è da chiedersi se, con l’evolversi della tecnologia, questa volta la minacciosa telefonata arriverà dopo aver visto un dvd…