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Il Settimo Figlio: Recensione in Anteprima

Kolossal da 100 milioni di dollari, Il Settimo Figlio esce nei cinema d’Italia

pubblicato 18 Febbraio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 18:03

La Storia recente degli Oscar ha visto molte attrici premiate con l’ambita statuetta ‘cedere’ al Dio denaro una volta archiviato il trionfo in casa Academy prendendo parte a più che discutibili blockbuster. Come dimenticare Halle Berry (Catwoman), Charlize Theron (Æon Flux – Il futuro ha inizio), Hilary Swank (The Core) e la stessa Kate Winslet (Divergent). Ebbene Julianne Moore, più che probabile Regina agli Oscar del 2015 grazie alla superba prova d’attrice in Still Alice, ha deciso di anticipare i tempi e bruciare le colleghe sul tempo. Perché colei che nel 2014 ha sbalordito anche in Maps to the Stars e affascinato in Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte I, torna ora al cinema con un disastroso fantasy sotto tanti punti di vista, Il settimo figlio.

Diretto dal russo Sergej Vladimirovi? Bodrov, regista di film come Nomad – The Warrior (2005) e Mongol (2007), e adattamento cinematografico del romanzo dark-fantasy L’apprendista del mago, primo libro della serie Wardstone Chronicles di Joseph Delaney, composta da 13 romanzi, Seventh Son è una di quelle folli produzioni che ogni tanto prendono vita tra l’Europa dell’Est ed Hollywood. 95 milioni di dollari di budget e un cast di prima grandezza, vedi il Premio Oscar Jeff Bridges, l’ex Principe Caspian Ben Barnes, il divo di Game of Thrones Kit Harington e il Korath dei Guardiani della Galassia Djimon Hounsou.

Con tanto materiale ‘umano’ simile tra le mani, e un 3 volte Premio Oscar come Dante Ferretti alle scenografie, è davvero possibile dar vita ad un brutto film? Purtroppo sì, e Il Settimo figlio ne è la prova. Fantasy sconclusionato con effetti speciali di una povertà imbarazzante, il film di Bodrov spiazza perché il più delle volte insensato nell’evoluzione della stessa trama, trainata da personaggi stereotipati e da un frullato di mostri, streghe, draghi, orchi e fantasmi letteralmente buttati in pasto ad una ridicola sceneggiatura su cui hanno lavorato addirittura in 4. Uno di questi l’acclamato Steven Knight, sceneggiatore de La promessa dell’assassino e regista del meraviglioso Locke.

Ambientata in un’epoca incantata, tra leggende e magia, Bodrov pennella la storia dell’ultimo discendente di un ordine mistico di guerrieri, un potente mago, che parte alla ricerca dell’ultimo Settimo Figlio di un Settimo Figlio per sconfiggere la Madre Regina di tutte le streghe, tornata in libertà dopo 10 anni di prigionia forzata. Strappato dal suo tranquillo lavoro di agricoltore, il giovane eroe che nasconde in cuor suo misteriosi poteri si imbarca così in un’audace avventura al fianco dell’anziano e arzillo mentore, prima che la potentissima strega ed il suo esercito di assassini sovrannaturali facciano piombare le tenebre su tutto il regno.

Fin qui una trama dal taglio fantasy particolarmente lineare, con il Viaggio dell’Eroe da compiere tra prove apparentemente improbabili e l’immancabile storia d’amore ‘impossibile’ tra il giovane protagonista e la bella di turno. A sgambettare l’opera, produttivamente parlando ricca, la mancata epicità e la noia di fondo che accompagnano il tutto, con Bridges tramutato in una sorta di Padrino Mago. Scucchione gigante e parlata alla Marlon Brando con quintali di ovatta in bocca, per Jeff, ammirevole nello sforzo profuso ma a lungo andare quasi parodistico, tanto inutilmente marcato nell’assurdo accento. Una sorta di Drugo con la ‘zeppola’.

Ringiovanita e crudele, la Moore porta a casa la pagnotta negli abiti di una Perfida Strega dell’Ovest in grado di tramutarsi in Drago, impressionando più che altro per l’infelice scelta produttiva cavalcata. Di streghe cattive in questi ultimi anni ne abbiamo viste a bizzeffe, da Oz a Cenerentola passando per le due Biancaneve, eppure Julianne, diva a cui poter affidare qualsiasi ruolo, è andata incontro alla più piatta e mal gestita su piazza. Produzione partita nel lontano 2011, Seventh Son ha avuto non pochi problemi nella sua costruzione, con soldi mancanti, effetti speciali realizzati con i pochi spiccioli rimasti e Legendary Pictures ‘passata’ di mano dalla Warner alla Universal. Scivoloni che a lungo andare hanno abbondantemente penalizzato l’intero progetto.

Tralasciando le imponenti scenografie di Ferretti, le potenti musiche di Marco Beltrami e gli sfarzosi costumi di Jaqueline West, ne Il Settimo Figlio poco o nulla sembra avere senso. La trama corre spedita, i personaggi non hanno tempo per svilupparsi degnamente agli occhi del pubblico, lo script è costellato da buchi spaventosi e tutta la parte soprannaturale viene malamente e frettolosamente tratteggiata, in quello che potremmo quasi definire un mash-up fantasy tra Game of Thrones, Eragon, Fantaghirò e Desideria e l’anello del drago. Opere televisive italiane, queste ultime due, del grande Lamberto Bava, realizzate nei primi anni ’90 eppure strutturalmente più credibili ed articolate di un ‘kolossal’ come questo, economicamente ricco ma dal punto di vista dei contenuti inaspettatamente povero.

Voto di Federico: 4

Il Settimo Figlio (Usa, 2015, fantasy, Seventh Son) di Sergej Bodrov; con Julianne Moore, Jeff Bridges, Ben Barnes, Kit Harington, Olivia Williams, Djimon Hounsou, Alicia Vikander, Antje Traue, James Pasierbowicz, Zahf Paroo, Gerard Plunkett, Faustino Dibauda, Timothy Webber, Primo Allon, Taya Clyne, Fraser Aitcheson, Sean Carey, Brenda McDonald, Jim Shield, Alan D. Purwin – uscita giovedì 19 febbraio 2015.