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Stasera in tv: “Il Sindaco del Rione Sanità” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Il sindaco del rione Sanità”, adattamento in chiave moderna dell’opera teatrale di Eduardo De Filippo diretto da Mario Martone.

17 Dicembre 2020 11:06

Cast e personaggi

Francesco Di Leva: Antonio Barracano
Massimiliano Gallo: Arturo Santaniello
Roberto De Francesco: il dottore
Adriano Pantaleo: Catiello
Daniela Ioia: Armida
Giuseppe Gaudino: Vicienzo ‘O Cuozzo
Gennaro Di Colandrea: Pasquale ‘o Nasone
Lucienne Perreca: Rituccia
Salvatore Presutto: Rafiluccio Santaniello
Viviana Cangiano: Immacolata
Domenico Esposito: Gennaro
Ralph P: ‘O Palummiello
Armando De Giulio: ‘O Nait
Daniele Baselice: Peppe Sciusciù
Morena Di Leva: Geraldina
Ernesto Mahieux: Luigi

Trama e recensione

Antonio Barracano, “uomo d’onore” che sa distinguere tra “gente per bene e gente carogna”, è “Il Sindaco” del rione Sanità. Con la sua carismatica influenza e l’aiuto dell’amico medico amministra la giustizia secondo suoi personali criteri, al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti. Chi “tiene santi” va in Paradiso e chi non ne tiene va da Don Antonio, questa è la regola. Quando gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello, il figlio del fornaio, deciso a uccidere il padre, Don Antonio, riconosce nel giovane lo stesso sentimento di vendetta che da ragazzo lo aveva ossessionato e poi cambiato per sempre. Il Sindaco decide di intervenire per riconciliare padre e figlio e salvarli entrambi. Mario Martone porta al cinema Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo con un film di forte attualità capace di raccontare l’eterna lotta tra bene e male.

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Curiosità

  • Il film è tratto dall’omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, messa in scena per la prima volta nel 1960 e già vista al cinema nel 1996, con Anthony Quinn protagonista e Ugo Fabrizio Giordani alla regia. Come racconta lo stesso Eduardo il personaggio centrale del dramma è stato ripreso dalla vita reale: “Si chiamava Campoluongo. Era un pezzo d’uomo bruno. Teneva il quartiere in ordine. Venivano da lui a chiedere pareri su come si dovevano comporre vertenze nel rione Sanità. E lui andava. Una volta ebbe una lite con Martino ‘u Camparo, e questo gli mangiò il naso. Questi Campoluongo non facevano la camorra, vivevano del loro mestiere, erano mobilieri. Veniva sempre a tutte le prime in camerino. “Disturbo?” chiedeva. Si metteva seduto, sempre con la mano sul bastone. “Volete ‘na tazza ‘e cafè?”. Lui rispondeva “Volentieri”. Poi se ne andava.”
  • Il film è stato presentato in anteprima il 30 agosto 2019 in concorso alla Mostra del cinema di Venezia dove ha vinto il Premio Pasinetti, Premio Pasinetti speciale a Francesco Di Leva e Massimiliano Gallo, Leoncino d’oro Agiscuola e Premio Pellicola d’oro al miglior capo elettricista a Ettore Abate. Motivazione Premio Pasinetti: “Un’opera di stampo teatrale, valorizzata da una regia che richiama un’atmosfera da palcoscenico e al contempo che riesce ad innovare un genere in ascesa in modo non convenzionale. Per aver saputo rappresentare, con eleganza e brutalità, una realtà in cui la violenza è una prerogativa dell’ignoranza. Per aver portato in scena la figura di un protagonista la cui morale sfugge a qualsiasi stereotipo del genere.”
  • La sceneggiatura del film di Mario Martone e Ippolita di Majo ha ricevuto il Premio Flaiano per la Migliore sceneggiatura.
  • L’attore Francesco Di Leva (Antonio Barracano) ha cominciato la sua carriera di attore con Mario Martone nel 2001, in un laboratorio alla Colombaia di Luchino Visconti a Ischia. Accanto alle sue interpretazioni al cinema e in teatro, tra cui spiccano quelle nei film Una vita tranquilla di Claudio Cupellini e Pater familias di Francesco Patierno e in Napoli milionaria e Le voci di dentro di Eduardo De Filippo messe in scena da Francesco Rosi, ha sviluppato negli anni un’intensa attività sociale e culturale col NEST di San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia di Napoli dove è nato e dove vive.
  • Il regista Mario Martone ha diretto anche Morte di un matematico napoletano (1992), L’amore molesto (1995), L’odore del sangue (2004), Noi credevamo (2010), Il giovane favoloso (2014), Capri-Revolution (2018) e Qui rido io (2020).

Note di regia

Questo film è stato girato in quattro settimane ma la sua storia viene da lontano: nel gennaio del 2017 mi sono ritrovato in una sala di cento posti nella periferia di Napoli a lavorare con un gruppo, un vero gruppo, come quelli a cui avevo dato vita negli anni ’80 (da Falso Movimento a Teatri Uniti) e questo mi dava la sensazione di un nuovo inizio. Gli attori del Nest, a cominciare da Francesco Di Leva, non aspettano che la sorte venga loro incontro con chiamate dall’alto attraverso i provini, ma si rimboccano le maniche, trovano un senso nel confronto collettivo, sviluppano idee e si attrezzano perché queste idee in un modo o in un altro prendano forma. “Fare con quello che c’è” diceva Antonio Neiwiller, e mai come in queste zone abbandonate da Dio e dalla politica tali parole prendono un significato che va oltre il fare teatro per allargarsi a una possibilità di esistenza e di convivenza. È grazie a questa tenacia che il Nest è riuscito a trasformare una palestra abbandonata in un teatro, ed è questa stessa tenacia che ha convinto Luca De Filippo a mettere nelle mani di un attore di trentotto anni un personaggio tra quelli mitici di Eduardo, il “sindaco” Antonio Barracano, che da copione di anni ne prevede settantacinque. Il sindaco del rione Sanità è il mio primo Eduardo. Mi sono sempre tenuto alla larga perché mettere in scena i suoi testi significa assumere inevitabilmente non solo quanto c’è scritto sulla carta ma anche (e in troppi casi soprattutto) il macrotesto delle messe in scena di De Filippo attore e regista, tramandato e codificato attraverso le innumerevoli recite e le varie versioni televisive. Sgomberare il campo, impedire alla radice che questo accada con un così deciso spostamento d’età del protagonista, consente di mettere il testo alla prova della contemporaneità (oggi i boss sono giovanissimi) e di leggerlo come nuovo. Non aspettatevi le illusioni del vecchio Barracano nato dell’800, che ancora consentivano di tracciare dei confini morali: qui affiora un’umanità feroce, ambigua e dolente, dove il bene e il male si confrontano in ogni personaggio, dove le due città di cui sempre si parla a Napoli (la legalitaria e la criminale) si scontrano in una partita senza vincitori. Perché è inutile fingere di non vederlo, la città è una e, per quanta paura faccia, nessuno può pensare di tagliarla in due. [Mario Martone]

La colonna sonora

  • La colonna sonora del film composta da brani originali porta la firma del giovane rapper napoletano Raffaele Buonomo, in arte Ralph P. candidato ai Nastri d’Argento 2020 nella categoria “miglior canzone originale” per il brano “Rione Sanità”.
  • Il rapper Ralph P. oltre a firmare la colonna sonora, appare nel film nel ruolo di “Palummiello“.

Ralph P: Ho pubblicato i miei primi 2 singoli nel 2016. Il primo, Da ‘na parte a n’ata, è una canzone di denuncia sull’immigrazione; il secondo, Niente ‘e Nuovo, è, invece, un brano nato dal “disagio” del mio quartiere, nel quale le cose sembrano procedere sempre uguali. Ovviamente questo stato di immobilità non si limita a Napoli, è una situazione generale che si può applicare anche ad altri ambiti, fra cui quello musicale. È con questi due pezzi che mi sono presentato all’audizione per lo spettacolo teatrale Il sindaco del rione Sanità. Li ho cantati dal vivo, ma non avevo grosse aspettative visto che erano alla ricerca di un attore e non di un musicista. Ma è andata bene, ed è così che sono entrato a far parte della compagnia teatrale ottenendo non solo il ruolo di attore/cantante ma avendo anche il grande privilegio di poter comporre le musiche. E Niente ‘e nuovo è diventato il brano con cui Mario Martone ha voluto aprire sia lo spettacolo teatrale che il film. L’ispirazione per la composizione della colonna sonora è nata durante la fase di lettura del testo: un lavoro corale fatto insieme al regista, nel tentativo di lasciare intatto lo spirito dell’opera di Eduardo. Sono state proprio le emozioni che mi ha trasmesso il testo a darmi l’input per la composizione dei brani. Per quanto riguarda, invece, Rione Sanità, è un pezzo nato in tournée: abbiamo attraversato 25 città italiane, da nord a sud, per un totale di 101 repliche, e Antonio Barracano era diventato un personaggio ‘reale’, con cui avevo a che fare ogni sera. Ho scritto questa canzone per lui: sono i pensieri di un uomo che si rende conto che sta per morire, che rivive la sua vita, rivela il suo lato più umano, soprattutto nell’amore verso i figli, e lascia il proprio testamento.

TRACK LISTINGS:

1. Nient ‘e nuovo
2. Rione Sanità
3. Morte di un sindaco
4. Ritorno di Armida
5. Ultima cena
6. Men’s Best Friends
7. Nient ‘e nuovo (Instrumental)

 

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