In Nomine Satan – trailer, locandina e foto del thriller di Emanuele Cerman
In Nomine Satan: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul thriller di Emanuele Cerman nei cinema italiani dal 24 aprile 2014.
Il prossimo 24 aprile Distribuzione indipendente porterà nelle sale In Nomine Satan, opera prima di Emanuele Cerman, attore con all’attivo ruoli nell’horror indipendente Bad Brains di Ivan Zuccon e in Cronaca di un assurdo normale di Stefano Calvagna.
Il film, un thriller ispirato al caso di cronaca delle “Bestie di Satana”, inizia con l’arresto di due ragazzi in stato di shock e sotto l’effetto di un mix di droghe e alcol. Una volta ricoverati in ospedale confessano entrambi l’omicidio di una loro amica. Un omicidio brutale e privo di logica che porterà gli inquirenti a sospettare che i due assassini non erano soli. Gli inquirenti scopriranno presto una realtà a loro completamente sconosciuta: quella del satanismo.
Il cast completo: Stefano Calvagna, Federico Palmieri, Tiziano Mariani, Francesca Viscardi, Fabrizio Raggi, Emanuele Cerman , Maria Tona, Gianmarco Bellumori, Virginia Gherardini, Fabiano Lioi, Giulia Morgani, Manuela Torres, Fabio Farronato, Mauro Racanati, Michele Volzone.
La trama ufficiale:
Due agenti dell’antidroga ritrovano un ragazzo e una ragazza in stato di shock, strafatti di droghe, alcol e psicofarmaci. Quando iniziano le indagini, gli inquirenti scoprono che i due sono coinvolti nell’omicidio di Angela De Rosa, una loro amica. Un massacro privo di logica, che porterà alla luce una realtà sino ad allora sconosciuta ai più, quella del satanismo. Gli inquirenti dovranno fare i conti con ulteriori omicidi e ripetute istigazioni al suicidio, sempre attribuibili alla setta. Ispirato a una storia vera (quella delle Bestie di Satana), In Nomine Satan è un dramma generazionale che dilania le vite di giovani e adulti, chiamando in causa anche le responsabilità della società.
Note di regia
Realizzare “In Nomine Satan” è stata un’esperienza ai limiti. Le difficoltà produttive e le condizioni economiche mi hanno imposto di girare pensando già al montaggio finale del film (che ho realizzato io stesso): avevo a disposizione non più di due inquadrature per scena e spesso, per motivi di tempo, ero costretto a spezzare anche i totali. A causa del budget ristretto ho girato in soli dieci giorni consecutivi una sceneggiatura di oltre centodieci pagine.
Ho accettato di girare in condizioni estreme, ma con la richiesta di riscrivere l’intera sceneggiatura: non mi convinceva da un punto di vista cinematografico e inoltre volevo far emergere la mia visione della storia. Stefano Calvagna, oltre a darmi la possibilità e la responsabilità di girare il mio primo film, mi ha lasciato libero di agire come meglio credevo, e per questo lo ringrazio ancora. Il mio intervento è stato netto: principalmente ho sentito la responsabilità e il dovere di affrontare l’argomento tenendo conto del dolore che questa vicenda ha provocato (e ancora sta provocando) a decine di famiglie.
Non ho realizzato questo film per fare cassetta, ma per far parlare ancora del caso di cronaca nera più agghiacciante che la storia del nostro paese ricordi. L’ho realizzato con umiltà, nel tentativo di far emergere nuove considerazioni, che esulino da quelle scaturite da un unico punto di vista, quello mediatico, che si limita a distinguere i buoni dai cattivi senza porre dubbio alcuno. Quanto raccontato in questo film potrebbe ripetersi ancora nella realtà, restando nuovamente avvolto nel dubbio.
Essendo un amante degli studi antroposofici ho inserito diversi momenti onirici: si tratta di scene che esulano dalla realtà e che, a mio parere, consentono di analizzare le cose da un’angolazione differente, “sottile”, come la scena del suicidio nella fabbrica o l’incontro tra Satana e l’inquirente Pozzo. Ho cercato di evitare dettagli macabri nelle scene violente (il sangue si vede una sola volta ed è ridotto allo scorrere di una goccia), ho cambiato l’intera struttura del film lavorando molto sui dialoghi (nei quali punto il dito sulle responsabilità della società) e sull’improvvisazione guidata degli attori, specie in alcune scene.
Ho ricercato un finale che esulasse dalla vicenda reale a cui ci siamo ispirati e, infine, ho cercato di mantenere una tensione costante tra simbolismo e realismo. Alla violenza visiva ho preferito quella psicologia. Solo la lunga gavetta che ho affrontato nel cinema indipendente in circa quindi ci anni di attività, mi ha permesso di realizzare questo film nonostante i tempi strettissimi, le difficoltà logistiche e i problemi di budget, ma senza l’impegno e la passione di tutti non ce l’avrei fatta. [Emanuele Cerman]
Note di produzione
“In Nomine Satan”, inizialmente, aveva un altro titolo ed era nato come progetto televisivo, che avrebbe dovuto girare Stefano Calvagna. Poi, durante la pre-produzione, l’idea della destinazione televisiva è cambiata e si è cominciato a pensare al grande schermo. In quel periodo Stefano Calvagna non era al pieno delle forze e aveva problemi di salute. Non potendo fisicamente sostenere lo sforzo di girare in condizioni così difficili, ha chiesto a Emanuele Cerman di sostituirlo alla regia a soli dieci giorni dall’inizio delle riprese, con il consenso del primo finanziatore Mattia Mor.
Dopo una riunione con il cast e i reparti, Emanuele Cerman (Cerquiglini) ha accettato di realizzare l’opera e di entrare in produzione, chiedendo in cambio libertà totale, la possibilità di rimettere mano alla sceneggiatura e scegliere gli attori per i ruoli ancora liberi. Stefano Calvagna, nonostante i problemi di salute, non ha mai abbandonato il film e ne ha preso parte come attore, nel ruolo di Roberto Pozzo.
Il film è stato girato in soli dieci giorni (consecutivi) e poi montato e finalizzato su un portatile per riuscire a rientrare nel programma del RIFF 2012. La selezione al festival si è rivelata un successo di pubblico, che ha premiato il lavoro di tutti. Dopo il RIFF, in nomine Satan necessitava di un taglio più accurato e di una post-produzione adeguata, ma i problemi economici hanno fermato la lavorazione per oltre un anno. Non c’erano i fondi neanche per fare i sottotitoli del film e inviarlo ai festival stranieri. Per completarlo il regista ha venduto parte delle sue attrezzature e atteso l’arrivo di nuovi finanziatori. Il costo totale del film, sino alla sua uscita, supera i 40.000 euro.
L’intervento di Distribuzione Indipendente è la risposta più importante al sacrifico e alla passione di tutte quelle persone che hanno partecipato alla realizzazione del film, credendoci nonostante le difficoltà oggettive.