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Ingmar Bergman, addio

Ingmar Bergman se ne è andato. La notizia arriva direttamente dalla sorella Eva che ha riferito il decesso all’agenzia svedese TT.Il grande regista era nato il 14 luglio di 89 anni fa ed era figlio di un pastore luterano molto severo. L’educazione rigida ricevuta durante l’infanzia si farà sentire nella sua lunga filmografia. Nel 1936,

di carla
30 Luglio 2007 10:44

Ingmar Bergman se ne è andato. La notizia arriva direttamente dalla sorella Eva che ha riferito il decesso all’agenzia svedese TT.

Il grande regista era nato il 14 luglio di 89 anni fa ed era figlio di un pastore luterano molto severo. L’educazione rigida ricevuta durante l’infanzia si farà sentire nella sua lunga filmografia. Nel 1936, contro il volere dei genitori, partì per Stoccolma. Qui frequentò l’università e si avvicinò al teatro lavorando come aiuto regista.

Nel 1943 Hets, un suo manoscritto, viene comprato e trasformato in film da Alf Sjoberg. Bergman sarà assistente alla regia entrando così nel mondo del cinema. Da quel momento inizia a lavorare da solo. Ecco così che gira Crisi (1946) e Piove sul nostro amore (1946). La sua filmografia è decisamente vasta e complessa. Vediamo qui una breve carrellata.

Del 1949 è Prigione tratto da un suo soggetto, mentre l’anno dopo lavora a Un’estate d’amore. Tre anni dopo presenta Monica e il desiderio con la giovane e conturbante Harriet Andersson, da allora musa del regista (e anche amante).

Nel 1955 realizza Sorrisi in una notte d’estate che vinse il Festival di Cannes. L’anno dopo Bergman presenta al mondo Il settimo sigillo con la famosa partita a scacchi con la morte che entra di diritto nella storia del cinema.

Del 1957 è Il posto delle fragole mentre nel 1960 esce La fontana della Vergine che vince il premio Oscar. Come in uno specchio riceve l’Oscar come miglior film straniero.

Del 1963 è Il silenzio ma nel 1964 si ammala di una grave depressione: nasce così il film Persona che esce due anni dopo.

Nel 1971 realizza L’adultera, film che si rivela un fiasco tanto che il regista avrà problemi economici. Fortunamente l’anno dopo esce Sussurri e grida, vincitore di numerosi premi e grande successo.

Nel 1977 per gravi problemi di salute viene ricoverato in un ospedale psichiatrico e si ritira sull’isola di Fano. Nel 1982 decide di abbandonare improvvisamente il cinema e decide di dedicarsi al teatro e alla televisione. Nel 1982 realizza Fanny e Alexander, la versione per la TV dura 5 ore, e quella per il cinema 3 ore. Il film ricevette quattro Premi Oscar e 6 David di Donatello.

Nel 2003 gira Sarabanda, il seguito di Scene da un matrimonio, e Bergman disse: “Questo è il mio ultimo film”. Aveva ragione.

Ci mancherà.