Insidious: James Wan lo racconta su NY Mag
Insidious è l’ultima fatica di James Wan: classe ’77, è il regista malese-australiano cui dobbiamo la saga di Saw – ma attenzione: ha firmato la regia solo del primo episodio: negli altri è stato “solo” produttore esecutivo – e anche un paio di pellicole che non sono state certo blockbuster planetari, ma andate piuttosto bene
Insidious è l’ultima fatica di James Wan: classe ’77, è il regista malese-australiano cui dobbiamo la saga di Saw – ma attenzione: ha firmato la regia solo del primo episodio: negli altri è stato “solo” produttore esecutivo – e anche un paio di pellicole che non sono state certo blockbuster planetari, ma andate piuttosto bene nelle fasi successive della distribuzione.
Intendo Dead Silence e il più recente Death Sentence. Dopo una pausa di tre anni Wan torna all’horror con Insidious, un film d’atmosfera sulla scia di Paranormal Activity – e infatti i produttori sono gli stessi, Jason Blum, Steven Schneider e Oren Peli…
Su NY Mag si legge un’intervista a Wan, in cui ci racconta tutto della sua ultima fatica, già conquistata dalla Sony Pictures dopo un’asta durata tutta la notte a seguito di una tumultuosa proiezione a Toronto… molti i dettagli curiosi, l’intervista la trovate dopo il salto insieme ad un video tratto dal film.
Insidious è un film a basso budget: gioca tutto sulle atmosfere, almeno a quanto è dato sapere finora. NY Mag contatta Wan il giorno dopo il successo clamoroso della proiezione al Toronto International Film Festival e dopo l’asta per i diritti svoltasi nella notte. Per la cronaca se li aggiudica come detto la Sony Pictures.
Ti ha stupito la reazione del pubblico alla prima proiezione?
Nel senso che sono riuscito a non vomitare per la tensione? Sì, è andata alla grande. Non so mai cosa aspettarmi a eventi del genere, perché quando hai un pubblico di amanti dell’horror, corri sempre il rischio che che abbiano visto migliaia di film del genere, non li spaventi più niente, e si mettano solo a ridere.
E alla fine hai anche venduto il film.
Sono andato avanti a parlare col mio produttore fino alle sei del mattino. Sono pieno di adrenalina. Penso che Insidious sia uno dei primi film da parecchio tempo a questa parte che viene venduto la notte stessa della proiezione, non c’è un clima particolarmente favorevole dal punto di vista finanziario. L’affare l’abbiamo chiuso quattro ore dopo la proiezione, ne sono davvero felice. Non mi è permesso di parlare di budget, ma posso garantire che non è certo una grossa produzione.
Perché hai scelto di fare un film indipendente?
Dopo Saw le cose andavano bene, poi ho avuto qualche problema con il secondo film – Dead Silence – mentre il terzo, Death Sentence, che considero uno dei miei migliori, non l’ha visto nessuno. Così ho deciso di prendermi una pausa di due, tre anni. Ero stanco, mi stavo guastando la salute, e volevo solo rilassarmi. In quel periodo ho capito che che volevo tornare non con una produzione che mi facesse impazzire, ma in cui potevo avere un controllo creativo completo. E anche che volevo tornare con un horror in cui non ci fosse mezza goccia di sangue, visto che era il mio marchio di fabbrica ai tempi di Saw.
Perché impegnarsi in un progetto del genere? I soldi non ti mancano.
Per quanto strano possa suonare, perché mi ha permesso di mantenere una certa integrità artistica. La gente non ci crede, ma mi importa poco. Si dice sempre che realizzare un grande horror sia uno dei compiti più difficili per un regista. L’esorcista, è uno di quei film che hanno centrato nel segno, anche Shining, e su un altro livello Il Silenzio degli Innocenti, ma li puoi contare sulle dita di una mano gli horror che hanno fatto davvero la storia.
Che problema hai con le bambole? Ci sono bambole e pupazzi in ognuno dei tuoi film, compreso Insidious. Che ti hanno fatto le bambole?
Poltergeist è stato uno dei film che mi hanno terrorizzato da bambino. L’ho visto da piccolo – avrò avuto cinque o sei anni – e lì c’è una delle sequenze più agghiaccianti che abbia mia visto con una bambola… quella con il clown, e da quel momento sono sempre stato molto affascinato dalle bambole. In realtà, mi piacciono molto anche i pupazzi ventriloqui, e da lì tutto l’aspetto psicologico che c’è dietro.
Che differenza c’è tra una bambola e un pupazzo ventriloquo?
Una bambola, starebbe lì seduta. Un pupazzo ventriloquo ha un ventriloquo che gli dona la vita, e mi affascina molto l’aspetto psicologico di chi dei due mantenga il controllo. E’ questo che rende le cose spaventose per me, ed è questo il motivo per cui in Saw c’è un ventriloquo e un pupazzo ventriloquo, così come in Dead Silence: che è tutto incentrato su un ventriloquo. Qualcosa che non dovrebbe avere vita, prende vita.
Hai mai provato a fare il ventriloquo?
No, penso che non sarei capace. Ma li rispetto molto.
Il tuo film sui ventriloqui, Dead Silence non è andato molto bene.
E’ andato bene in DVD, ma chiaramente non come Saw. Avrei dovuto realizzarlo con una produzione indipendente. Voglio dire, il fatto che Insidious non abbia dietro una major, mi ha permesso molta più libertà, mi ha permesso il lusso di fare un film con un sacco di momenti bizzarri e spaventosi, forse gli studios non mi avrebbero lasciato così tanta libertà.
Quanto sei coinvolto oggi dalla saga di Saw?
Ho delegato tutto, chi gestisce il progetto fa un ottimo lavoro.
Quali capitoli di Saw preferisci?
Il primo (ride)! Ma mi piacciono molto anche il sesto e il secondo capitolo.
Come ti è venuto in mente il titolo del tuo ultimo film? “Insidious” non è una parola comune.
Non mi stupisco mai quando qualcuno salta su e dice “No, dobbiamo uscire con un titolo più semplice” e tira fuori idee come intitolare un film “Oscurità” o roba del genere. Capisco la critica: “insidious” non è una parola che si usa di frequente, ma nonostante questo, è una bella parola.
Molti registi ucciderebbero se qualcuno osasse chiedergli di cambiare il titolo di un loro film.
Bé, guarda, io di sicuro non sono un regista d’essai, e tutti i film che mi piacciono di più sono film commerciali, per cui non c’è problema. Se a qualcuno viene in mente un titolo migliore di Insidious, si faccia avanti, proponga. Ma se non mi portano qualcosa che mi convince, sarò il primo a dire “Ragazzi, che titolo di merda!”.
Via | NY Mag
Clip da Insidious: