Irrational Man: recensione in anteprima del film di Woody Allen
Festival di Cannes 2015: Woody Allen torna a Dostoevskij, a Delitto e Castigo e alle tematiche di Match Point, ma con una commedia. Che, sotto la leggerezza, nasconde un cuore cupo. Irrational Man migliora con l’andare dei minuti, e ha due attori strepitosi.
L’ansia è il senso di vertigine della libertà.
Immaginate un Match Point più rilassato e leggero. Immaginate che Woody Allen torni quindi a Dostoevskij, a Delitto e Castigo, al ragionamento sul caso e sulla ‘giustizia’. Ma come, ancora? Non c’è manco solo Match Point a riguardo: ben prima c’era stato il magnifico Crimini e misfatti, dopo il deludente Sogni e delitti.
Però Allen su questi temi ci ritorna ciclicamente, e questa volta in confezione da black comedy. Siamo nel campus di un college americano. Abe Lucas (un magnifico Joaquin Phonix con panza alcolica) è un professore in crisi esistenziale, che arriva all’università per insegnare filosofia. Beve sempre, e si porta dietro una fama da sciupafemmine mica da poco (“È come mettere del viagra nel Dipartimento di Filosofia”, dicono prima che arrivi).
Dice di non avere una relazione da un anno, ma ci mette poco a finire a letto con una collega, Rita, che dice di volerlo ‘sbloccare’ perché finisca il suo libro su Heidegger e il fascismo, ma che invece vuole solo fuggire dal suo matrimonio. Finché non incontra Jill Pollard (Emma Stone, strepitosa nuova ‘musa’), una sua promettente studentessa che in pochi giorni si innamora di lui, nonostante abbia un fidanzato bravo e perbene.
Non inizia benissimo, Irrational Man. Durante la prima parte si ha la sensazione di assistere a una semplice commedia del Woody Allen dell’ultimo periodo, con i rischi del caso. Invece poi il film si rilancia improvvisamente grazie ad un avvenimento che è bene non svelare. Sappiate però che non solo le tematiche sono quelle di Match Point, ma persino la struttura.
Però come si diceva questo è un Allen in veste da commedia, e qui non c’è la gravitas di Match Point. C’è invece un modo di raccontare gli stessi concetti in maniera diversa. Ma si dice che la forma è anche il contenuto di un’opera, e la leggerezza di Irrational Man dà semplicemente nuova luce a tematiche già affrontate e in realtà nerissime.
Deluso e spezzato dalla vita, persino dalla stessa filosofia (che continua spesso a definire una pura stronzata), Abe ha anche smesso di cercare un senso alla sua esistenza. Tutto è vuoto, tanto ormai è il caso che ha preso il sopravvento. Arriva persino a ‘giocare’ alla roulette russa con una pistola carica di fronte ai suoi studenti.
Mentre agli occhi degli altri, soprattutto delle donne, questo suo essere ‘maledetto’ risulta affascinante e ipnotico, Abe non capisce cosa dovrebbe fare di più per migliorare la sua esistenza. La filosofia si è finora sempre scontrata contro la realtà, le speculazioni teoriche sono state sovvertite dagli eventi del quotidiano… E se la risposta ai suoi dubbi fosse ‘semplicemente’ nel fare un atto morale, utile, ‘giusto’?
Al solito Woody Allen gira e scrive con la leggerezza di chi è già classico: voci narranti mai pesanti, qualche inquadratura incrociata, semplicità e pulizia senza vezzi. Con almeno una scena tutta di scrittura davvero strepitosa: quella della cena con Jill, i suoi genitori e Abe a cena, in cui ricompare il fantasma di Hitchcock.
Difficile entrare più a fondo senza svelare almeno metà della trama, la sua parte migliore e vitale. Chi scrive però è convinto che proprio con questa ‘deviazione’ il film decolli e trovi senso. Nel finale addirittura si rovescia il senso di Match Point, giustificando l’operazione del film. Così Irrational Man ribadisce che, Magic in the Moonlight compreso, siamo in una nuova fase (filosofica!) della carriera di Allen.
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”7″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”6″ layout=”left”]
Irrational Man (USA 2015, commedia 96′) di Woody Allen; con Emma Stone, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Jamie Blackley. Qui il trailer. Prossimamente in sala con Warner Bros. Italia.