Jack Black compie 44 anni: da Alta Fedeltà a Tropic Thunder, i nostri auguri in 5 film
Più che un attore è una rockstar mancata: tanti auguri a Jack Black, il John Belushi del nuovo millennio.
Jack Black è l’attore più rock del panorama internazionale: fin dagli esordi il californiano, nato a Hermosa Beach il 28 agosto del ’69, guardandolo recitare, si ha l’impressione di essere davanti al palco dei suoi amati AC\DC. Black trasmette energia pura, unita a folgoranti scariche di esilarante follia che lo hanno reso giustamente celebre in tutto il mondo e protagonista di alcune delle migliori commedie dell’ultimo decennio.
La fisicità corpulenta, il look trasandato, l’attitudine selvaggia e dissacrante lo hanno ben presto reso l’unico vero erede del grande John Belushi: la sua verve creativa e le doti attoriali emergono fin da bambino e già a 13 anni fu protagonista di uno spot televisivo. Da adolescente frequentò la Crossroads High School per Le Arti e Le Scienze per poi iscriversi alla prestigiosa UCLA, l’Università della Califronia, dove nel ’92, conobbe Tim Robbins. L’attore lo inserì nel cast del suo film Bob Roberts e da lì per Black iniziò la scalata a Hollywood, prima con parti minori in Dead Man Walking e Il rompiscatole fino alla grande occasione.
Era il 2000 e il regista Stephen Frears (The Queen – La Regina), lo volle per affiancare John Cusack in Alta fedeltà, celebre film tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby. Per Black fu la consacrazione e riguardando il film si ha la sensazione di osservare un barracuda in uno stagno: il comico californiano si cala alla perfezione nei panni di Barry, uno spocchioso, saccente e ironico commesso del negozio di dischi di proprietà del protagonista Rob Gordon. Un ruolo fatto apposta per lui: se Cusack appare un po’ moscio, Black è, per citare sempre gli AC\DC, puro TNT.
Dopo alcune commedie come Amore a prima svista arrivò The School of rock (diretto da Richard Linklater nel 2003), forse il film più famoso del comico americano, in cui recita la parte di Dewey Finn, uno squattrinato e sfigatissimo musicista che sogna di diventare un dio del rock, ma che si ritrova per sbaglio a fare da supplente di musica a una classe di ragazzini. Un film scritto su misura per lui dall’amico sceneggiatore Mike White, un romanzo di formazione a tempo di rock, una commedia genuinamente spassosa come non se ne vedevano da tempo.
Jack Black divenne una la star del momento ed ebbe finalmente tempo di dedicarsi alla sua grande passione, la musica. Assieme alla sua band, i Tenacious D aveva pubblicato un album nel 2001, ma nel 2006 era venuto il momento di un vero (e demenziale) film sul rock: Tenacious D e il destino del rock. Per Jack Black fu come andare al luna park: lui e la band scrissero i brani della colonna sonora, alla quale parteciparono star Dave Grohl, Meat Loaf, John Spiker e Ronnie James Dio, i quali hanno anche una parte nel film, che nonostante abbia vari spunti di genialità e pura comicità non è al livello di The School of Rock.
Definitivamente diventato una star di prima grandezza, Black ha poi iniziato a recitare in numerosi blockbuster, non ultimo Tropic Thunder (2008), colossal demenziale che lo vede affiancato da Robert Downey Jr e Ben Stiller (senza dimenticare Tom Cruise). Diretto dallo stesso Ben Stiller è una sorta di parodia contro il cinema bellico, una commedia metalinguistica non del tutto riuscita ma comunque apprezzabile e comunque di grande successo.
Chiudiamo, per il momento, con Un anno da leoni. Tralasciando la traduzione imbarazzante del titolo, The Big Year< /em>, diretto nel 2011 da David Frankel (Il diavolo veste Prada), vediamo Jack Black nuovamente alle prese con un film a tre, come nella migliore tradizione della commedia “made in USA”. Stavolta ad affiancarlo troviamo uno dei colossi del genere, Steve Martin e all’altro nuovo re della risata Owen Wilson: i tre, appassionati di bird watching e dal desiderio di ritrovare se stessi, partono per una indimenticabile annata alla ricerca di rare specie di uccelli. Girare un film sul bird watching non è certo una scelta usuale e nemmeno un modo per attirare il pubblico: Frankel ha girato una commedia gradevole e grazie al cast eccezionale, in cui spicca un Black sempre sopra le righe nonostante i 40 anni suonati, il film gira che è una meraviglia.