John Wick – Capitolo 2: Recensione in Anteprima
C’è l’italica camorra sulle tracce di John Wick, pronto a tornare in sala con l’attesissimo Capitolo 2.
Se nel 2014 Wick, ritiratosi per amore, era tornato in azione per vendicare il furto della propria auto e l’uccisione dell’amato cane, in questo sequel Chad Stahelski e Derek Kolstad si sono fatti più ambiziosi, esplorando la misteriosa ma ipnotica società segreta di assassini del Continental. Tra le poche intoccabili regole ce n’è una infatti per noi inedita a cui Wick non può negarsi. Quella del pegno, da dover pagare a tutti i costi. Un debito irrevocabile rappresentato da un medaglione, che Wick aveva ceduto ad un camorrista italiano per cambiare vita. Ora proprio quel camorrista, Santino D’Antonio, è tornato a farsi vivo per chiedergli di pagare il conto. E non ha strade alternative, John. Se non paga pegno muore. Se prova ad uccire colui con cui ha il debito muore comunque. E’ un problema, perché John è costretto a volare a Roma per far fuori la sorella di Santino, scatenando una sequela di conseguenza legate alla High Table, organizzazione dove siedono tutti i più importanti gruppi criminali del mondo.
E’ un uomo schiavo della vendetta, l’implacabile ma educato elegante John Wick, incapace di liberarsi dalla sua presa mortale. Una leggenda, più che un uomo, un boogeyman che come un ombra si avvicina e ti annienta, ligio alle regole ma segnato sempre e comunque da quella voglia di rivalsa che alla lunga, vuoi o non vuoi, finirà per metterlo pesantemente nei guai. Se nel film originale Stahelski e Kolstad si erano limitati ad un soggetto di poche righe e ad una sceneggiatura di qualche pagina, con il sequel regista e sceneggiatore hanno impreziosito la storia di personaggi e nuovi codici. Un produttore avido avrebbe potuto persino dividere il film in due capitoli separati, tanta è la carne al fuoco, per un action che ribadisce le eccezionali doti registiche di Stahelski, ancora una volta in grado di realizzare scene di una difficoltà e di un fascino estremo. Sin dal primo folle inseguimento in auto (con Keanu realmente alla guida), John Wick 2 è uno spettacolo per gli occhi, un testosteronico musical in cui al posto dei passi di danza volano cazzotti su note mortali chiamate pallottole. Sbalorditivo il lavoro degli stunt, neanche a dirlo fondamentali per la riuscita delle scene, tutte sudore, sangue e maniacali movimenti.
Se nel primo John Wick aveva ucciso un’ottantina di persone, nel secondo Reeves raddoppia la posta (141 il conteggio finale) lasciandosi dietro di se’ una scia di sangue e di corpi che potremmo forse definire da record. Notevole lo sforzo fisico dell’attore, sempre più credibile nei combattimenti corpo a corpo con l’uso delle armi, con una scena in particolare, quella delle Terme di Caracalla a Roma in cui Wick fa fuori quasi 40 assalitori, da lasciare a bocca aperta. Capitale d’Italia che ha accolto per diverse settimane l’intero cast, regalando alla pellicola la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Museo Centrale del Risorgimento, il Grand Hotel Plaza, Piazza Navona, il Salone delle Fontane, il quartiere Monti e il Rione Campitelli, oltre a due dei protagonisti. Ovvero Riccardo Scamarcio, nei panni del camorrista Santino D’Antonio, e Claudia Gerini, negli abiti della sorella Gianna D’Antonio. Onestamente pregevoli entrambi, va detto, all’interno di un sequel che aggiorna l’Universo criminale ideato da Stahelski e Kolstad grazie all’inedito personaggio di Bowery King, malavitoso re dei barboni interpretato da Laurence Fishburne, storico Morpheus di Matrix, all’ingresso di Franco Nero, direttore del Continental italiano, e alla tatuata e muta Ares, interpretata da Ruby Rose. Maggior spazio dopo i pochi minuti del primo capitolo per Ian McShane, intimidatorio capo di quella società segreta di assassini che rimane il vero colpo di genio della ‘saga’. Kolstad ne approfondisce i codici, con tanto di ufficio contabilità old style che vede decine di centraliniste raccogliere taglie e spostare capitali milionari, mentre al piano di sotto, una volta pagata la solita moneta d’oro, John chiede aiuto ad un ‘sommelier’ per la scelta delle armi. Vendicato l’affronto del primo capitolo, Reeves vorrebbe tornare alla quieta quotidianità della sua nuova vita, ma è impossibilitato a farlo. Il suo alter-ego, killer spietato che dinanzi agli affronti e al pericolo torna prepotentemente a galla, è lì che lo guarda, lo sfida, da uno specchio crepato e insanguinato a cui John non può più sfuggire.
Più ricco, verboso, temerario e lungo del primo (122 minuti), John Wick – Capitolo 2 ne è di fatto la doverosa evoluzione, sia in termini di scrittura che di cinematografia, se non fosse che l’imbattibilità che si fa immortalità del protagonista rischi di tramutarsi in un boomerang, facendo scivolare il tutto verso l’estrema esagerazione. Dubbi che produttori e autori, giustamente a detta di chi scrive, neanche si pongono, avendo modellato con sapienza i lineamenti di un Diavolo con la pistola, qui illuminato dalla superba fotografia di Dan Laustsen, indirizzato da un sorprendente regista che non a caso farà risorgere Highlander e interpretato da un divo che proprio grazie al rabbioso sangue di Wick è tornato in prima base. In attesa del 3° capitolo, ovviamente, obbligatoriamente necessario per completare nel migliore dei modi un’invidiabile trilogia di genere.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]
John Wick – Capitolo 2 (action, 2017) di David Leitch, Chad Stahelski; con Keanu Reeves, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Ian McShane, Common – uscita giovedì 16 marzo 2017.