Jurassic World – Il Dominio, recensione: una degna conclusione tra nostalgia, azione e spirito animalista
Leggi la recensione di Blogo di “Jurassic World – Il Dominio”, il sequel al cinema con il ritorno di Laura Dern, Jeff Goldblum e Sam Neill.
Jurassic World – Il Dominio ha debuttato nei cinema italiani e l’iconica saga con dinosauri lanciata da Steven Spielberg nel lontano 1995 arriva al suo sesto e conclusivo capitolo che ci porta in un nuovo mondo distopico, in cui non solo i dinosauri sono stati geneticamente ricreati, ma a seguito di un evento catastrofico che ha distrutto Isla Nublar. e di un tentativo di trasformare questi esemplari un sordido traffico di animali venduti al miglior offerente, ora queste meravigliose e in qualche caso letali creature si sono ritrovate libere e allo stato brado su un pianeta in cui vivono e cacciano insieme agli umani. Questo fragile equilibrio rimodellerà inevitabilmente il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani devono rimanere predatori all’apice della piramide alimentare su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.
Il regista Colin Trevorrow torna al timone della trilogia Jurassic World dopo una pausa in cui il regista J. A. Bayona ha diretto Jurassic World – Il regno distrutto, un antefatto di ciò che vedremo in Jurassic World 3 in cui Trevorrow ha rispettato alla lettera ogni tematica che si era prefissato di toccare per questo terzo e ultimo Jurassic World. Tematiche ambientaliste e animaliste, vedi il vergognoso traffico di specie rare perpetrato nel mondo ai danni di animali in via d’estinzione, ma anche la clonazione e la manipolazione genetica nella sua prospettiva più ampia e inquietante, che arriva fino al cibo che portiamo sulle nostre tavole; insomma tanta carne al fuoco condita naturalmente con il consueto mix di azione, effetti speciali e quel pizzico di thriller che rende secondo noi alcune scene emotivamente un tantino troppo forti per gli spettatori più piccoli.
Colin Trevorrow nelle varie interviste rilasciate durante la produzione del film ha sempre ribadito che il suo terzo film di “Jurassic World” avrebbe tirato le fila dell’intera saga, diventando di fatto un Jurassic Park 6, e così è stato in ogni sua parte poiché abbiamo ritrovato con grande piacere un vasto uso di effetti pratici e animatronica, il ritorno di dinosauri come il Dilofosauro e Compsognathuse e il rievocare alcune scene cult come quella del recinto del T-rex. Questo sguardo rivolto indietro alle origini della saga si può riscontrare anche nel cast, accanto alla coppia Owen Grady (Chris Pratt) / Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) i fan potranno ritrovare un terzetto della prima trilogia diventato iconico, con il ritorno del “caosologo” Ian Malcolm (Jeff Goldblum), la paleobotanica Ellie Sattler (Laura Dern) e il paleontologo Alan Grant (Sam Neill(, tutti bisogna ammettere in una forma davvero invidiabile, che sono tornati ad essere il cuore pulsante anche di questa nuova avventura. Trevorrow con grande intelligenza non si è limitato alla consueta operazione di “fanservice”, ma ha integrato il ritorno dell’amato trio schivando prevedibili cameo con ruoli di spessore che hanno contribuito ad arricchire la storia di quell’effetto nostalgia che non solo ha funzionato alla grande, ma in realtà ha dato una marcia in più all’intera l’operazione.
Coloro che si aspettavano dinosauri che assediano metropoli o aggressioni ferine in ambito “domestico” rimarranno delusi poiché Trevorrow ha ricreato l’atmosfera dell’originale Jurassic Park, miscelandola con elementi dal sequel “Il mondo perduto” e dando alle spettacolari sequenze d’azione un respiro internazionale sulla scia di franchise come Mission:Impossible e “James Bond”; La scena della corsa in moto di Pratt che sfugge ai Velociraptor in quel di Malta ricorda molto da vicino quella di No Time To Die con 007 che sfreccia in moto attraverso Matera. “Jurassic World – Il Dominio” è quindi un esempio di blockbuster che prova a veicolare messaggi che non si limitino all’intrattenimento duro e puro, come fece a suo tempo anche l’Avatar di James Cameron, ma con un occhio sempre rivolto al bambino che è in tutti noi e alle nuove generazioni che rappresentano il futuro del nostro pianeta, nuove generazioni che nonostante Pokemon e mostriciattoli vari continuano ad amare i fascinosi e sempiterni dinosauri molto più di qualsiasi ammiccante creatura immaginaria.