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Jurassic World – Il Regno Distrutto: Recensione in Anteprima

Scopri “Jurassic World – Il Regno Distrutto” la trama, il trailer, i commenti e le recensioni del film trionfo dell’assurdo, puro ed esagerato intrattenimento.

pubblicato 7 Giugno 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 19:37


Rilanciato il franchise dopo 14 anni d’attesa con Jurassic World, 5° maggiore incasso di tutti i tempi grazie ai suoi 1,671,713,208 dollari rastrellati in tutto il mondo, in casa Universal hanno subito rianimato quei dinosauri nel 1993 resi iconici da Steven Spielberg con Jurassic World – Il Regno Distrutto, 5° capitolo della saga.

Diretto dal talentuoso spagnolo J.A. Bayona, regista di The Orphanage, The Impossible e dell’incompreso Sette minuti dopo la mezzanotte, Jurassic World 2 ‘celebra’ i 25 anni di Jurassic Park con un film che di fatto segue quanto già visto ne Il mondo perduto, nel 1997, rilanciando l’usato sicuro di Colin Trevorrow, qui produttore e sceneggiatore al fianco di Derek Connolly.

Isla Nublar, isola del parco tematico andato letteralmente distrutto nel film del 2015, è ormai prossima all’implosione a causa di un vulcano dormiente che si è improvvisamente risvegliato. Il mondo è chiamato a decidere se salvare i dinosauri da un’inevitabile seconda estinzione o lasciarli andare incontro alla morte. Claire, tornata single dopo l’addio ad Owen, guida una campagna per salvaguardare gli animali dalla catastrofe e si imbarca in una missione apparentemente impossibile: tracciarli, scovarli e salvarli, portandoli al sicuro su un’altra isola insieme all’ex amato. Peccato che la missione nasconda ben altro, con la minaccia preistorica pronta a travolgere la terra ferma.

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Puro intrattenimento. Sfacciato, esagerato, molesto. Jurassic World – Il Regno Distrutto è una fiera dell’assurdo che non conosce limiti nè buon senso, abbandonando i toni drammatici, epici e spettacolari dei primi capitoli per abbracciare l’eccesso sfrontato, che a lungo andare si fa insofferenza per chiunque abbia più di 15 anni. Se tutta la prima parte corre inspiegabilmente spedita, tanto da regalarci una colata di lava pronta ad inondare Chris Pratt alla velocità della luce, il prosieguo ci proietta in una villa dai rimandi bondiani primi anni ’90, quando Pierce Brosnan poteva tuffarsi da un aereo senza paracadute e atterrare integro grazie ad un ombrello sorseggiando martini. Al suo interno super cattivissimi senza scrupoli nascosti piani e piani sotto terra in una struttura mastodontica, in attesa di dar vita all’asta (?!?) più incredibile di sempre.

Trevorrow e Connolly hanno purtroppo consegnato al buon Bayona una sceneggiatura indigeribile e dai toni quasi demenziali nella sua evoluzione, costringendo il regista spagnolo a capitalizzare al massimo quelle due uniche scene particolarmente ansiogene capitategli tra le mani: una palla di vetro sommersa dall’acqua, un dinosauro in una cameretta. Per il resto tutto drammaticamente già visto e sfruttato: la genetica, i capitalisti senza scrupoli, l’impossibilità ad ingabbiare simili giganti, la stupidità umana, gli animalisti, il nerd che se la fa sotto ad ogni ramoscello che si spezza, le metropoli come nuovo habitat preistorico, l’eroe imbattibile, insuperabile, praticamente immortale.

E’ sconvolgente constatare come una delle saghe più ricche della storia del cinema, considerando anche l’infinito merchandising, possa fare così tanta fatica a rigenerarsi realmente, senza dover ribadire quanto già raccontato in passato. Bayona, che omaggia a spizzichi e bocconi Spielberg, è tutt’altro che uno sprovveduto e riesce, in almeno un paio di scene, a stimolare curiosità e tensione, ma nell’insieme Il Regno Distrutto si presenta come trionfo dell’insensatezza, con momenti che rimandano alle follie di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo e il povero Pratt tramutato in un qualsiasi Dwayne Johnson, costretto a scazzottare e a fuggire da un vulcano in eruzione.

Dipinti con la clava i nuovi innesti, da Toby Jones all’inutile Geraldine Chaplin, passando per Justice Smith, Daniella Pineda, il rimbambito James Cromwell, il telefonato villain Rafe Spall e il ‘dentista’ cowboy Ted Levine, mentre il pubblicizzatissimo ritorno di Jeff Goldblum nei panni di Ian Malcolm si può tranquillamente definire un cameo. Tanto rapido quanto dimenticabile.

Immancabilmente spettacolare, visti anche i mostruosi 260 milioni di dollari di budget a disposizione, Il Regno Distrutto paga la dura legge della moltiplicazione dell’action, sequel dopo sequel, da tempo oramai tra i principali mali dei blockbuster hollywoodiani alimentati da effetti speciali. Peccato che la sovrabbondanza sia spesso controproducente, soprattutto se molto poco credibile, come esplicitato dal sequel di un reboot/sequel che già di suo sembrava un remake, banalmente punto di passaggio verso quel Jurassic World che vedremo concretamente solo nel 3° (sesto) capitolo, di fatto già certo di esistere.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”3″ layout=”left”]

Jurassic World – Il Regno Distrutto (Usa, 2018, action) di J.A. Bayona; con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Rafe Spall, Justice Smith, Daniella Pineda, James Cromwell, Toby Jones, Ted Levine, Jeff Goldblum, BD Wong, Geraldine Chaplin, Daniel Stisen – uscita giovedì 7 giugno 2018.