Korea Film Festival, giorno 2
Dopo i primi due giorni di festival ecco che vi presentiamo un brevissimo resoconto dei film che abbiamo visto fra le simpaticissime ragazze coreane alla biglietteria e i vari intellettualoidi con tanto di sciarpa e barbetta (chissà perchè fa molto in interessarsi di cinema coreano mentre le altre cinematografie asiatiche non se le fila nessuno).Per
Dopo i primi due giorni di festival ecco che vi presentiamo un brevissimo resoconto dei film che abbiamo visto fra le simpaticissime ragazze coreane alla biglietteria e i vari intellettualoidi con tanto di sciarpa e barbetta (chissà perchè fa molto in interessarsi di cinema coreano mentre le altre cinematografie asiatiche non se le fila nessuno).
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Ha aperto il festival, in una sala gremita, The King and The Clown, ed è stata una piacevole sorpresa, oltre ad una regia distinta e dei costumi magnifici c’è un dramma solido e ben costruito, dove il tema omosessuale viene lasciato da parte per far posto alla passione, alla gelosia e al dolore, senza preoccuparsi troppo delle preferenze sessuali dei protagonisti si lascia tutto lo spazio necessario ai sentimenti.
La retrospettiva su Im Kwon-Taek si è aperta con The Surrogate Mother ed è continuata oggi con Mandala e Seopyeonje. La cultura e il folkore coreano in primo piano, c’è da riconoscere che pur non riuscendo ad amare questi film me li sto guardando con interesse e passione, sono davvero curioso di vedere nei prossimi giorni i lavori più di “genere” di Im Kwon-Taek.
Wedding Campaign è invece una commedia romantica di quelle che non ci stancheremmo mai di vedere: simpatica, ben girata con un protagonista un po’ scemo (ma buono e bravo) che dopo una serie di disavventure assieme ai suoi amici scapoli (che si vanno a cercare una moglie in uzbekistan tramite agenzia perchè in patria non la riesce a trovare) troverà finalmente una ragazza carina e brava tutta per lui. Davvero intelligente e più problematico di quello che lascia trasparire.
Girls Night Out è il primo film di Im Sang-Soo e all’epoca della sua uscita fece scandalo, quattro ragazze coreane che parlano liberamente di sesso e delle loro preferenze, un bel po’ di scene di nudo e di amore. A detta dello stesso regista, che era presente in sala un po’ a sorpresa, il film non è esattamente un capolavoro, si nota un mano un po’ acerba dietro la macchina da presa e nella parte centrale ci si annoia anche un po’. Il fattore “scandalo” è del tutto scemato, anche in patria.
To Sir, With Love è un horror che merita davvero molto, sembra il normale horror studentesco, ma ci si accorge presto che gli studenti tornati a trovare la loro maestra che sta per morire covano dentro qualcosa di losco, poi c’è un figlio storpio che sembra cercare vendetta, poi si scopre che non c’era nulla di tutto questo, rimangono solo i morti sfregiati (non vi racconto altro). Una regia fresca che sfrutta gli stilemi quando ce n’è bisogno e fa vanto di una certa libertà formale (ma che a fine film si dimostra davvero azzeccata) che fa sembre bene in un horror.