Kreuzweg – le stazioni della fede: una clip in esclusiva e il trailer italiano
Al cinema con Dio e la musica pop, lungo le 14 “Kreuzweg – Le stazioni della fede” di Dietrich Brüggemann, Orso d’argento al 64° Festival di Berlino.
Uscirà il 29 ottobre il film drammatico Kreuzweg – Le Stazioni della Fede, diretto da Dietrich Brüggemann e interpretato da Lucie Aron, Michael Kamp, Moritz Knapp, Birge Schade, Florian Stetter, Lea van Acken, Franziska Weisz, Georg Wesch, Ramin Yazdani, Hanns Zischler. Dopo aver visto il trailer italiano e quello originale, ecco per voi una clip in esclusiva.
Le Recensioni
Stephen Holden – New York Times: Un film austero, ben girato e potentemente recitato che flirta maliziosamente con la commedia.
AA Dowd – AV Club: C’è una purezza cinematografica se non spirituale, per il modo in cui Brüggemann compone attentamente ogni scatto statico, come se tutti fossero dipinti disposti in successione. Voto: B-
Ross Bonaime – Post Magazine: tra i migliori film del decennio. Voto: 8.9 / 10
Boyd van Hoeij – Hollywood Reporter: Lea van Acken è una scoperta fenomenale.
Mark Kermode – Observer: il film sembra riconoscere il miracolo, proprio mentre scende all’inferno sulla Terra. Voto: 4/5
Charlotte O’Sullivan – This is London: Appassionato, generoso, spiritoso. Voto: 4/5
David Parkinson – Radio Times: L’uso di una macchina da presa fissa impone un rigore stilistico per abbinare l’intransigenza religiosa. Voto: 3/5
Trevor Johnston – Time Out: Il film mette in mostra la notevole interpretazione di Lea Van Acken e l’estetica volutamente rigorosa del regista Dietrich Brüggemann. Voto: 3/5
Al cinema con Dio e la musica pop, lungo le 14 “Kreuzweg – Le stazioni della fede” di Dietrich Brüggemann, Orso d’argento al 64° Festival di Berlino.
Forse le vie del signore sono infinite, mentre quelle della santificazione (come quelle dei miracoli) continuano ad essere lastricate da tutte le contraddizioni scatenate dall’incontro tra religione e società.
Una follia radicata che Dietrich Brüggemann porta sul grande schermo con il fondamentalismo religioso che scandisce il ritmo del viaggio nelle Kreuzweg – Le stazioni della fede (Kreuzweg, Station of the cross, Francia/Germania 2014).
Quattordici stazioni della Via Crucis del titolo, per altrettanti capitoli della storia di estremo sacrificio per raggiungere Dio, vissuta da Maria, l’adolescente quattordicenne che vive in una famiglia devota alla Società di S. Pio XII, organizzazione religiosa ortodossa che rinnega le innovazioni del Concilio Vaticano II e rivendica una dimensione stretta e oscurantista del cristianesimo.
Un dimensione rigorosa e asfissiante imposta dalla fede che Maria vive con dedizione, divisa tra le pulsioni della sua età, i corteggiamenti di alcuni ragazzi a scuola e i duri insegnamenti familiari che l’hanno convinta a mantenersi pura per il signore.
Decisa a raggiungere Dio a costo di estremi sacrifici, scacciando il peccato annidato in ogni angolo, parola e uomo, Maria ha infatti preso una decisione che non ha confessato ancora a nessuno.
A nulla sembra servire la presenza di una ragazza alla pari, religiosa in maniera più ragionevole, ma forse l’arte in generale e la musica in particolare, sono gli unici a poter fornire un’ancora di salvezza alla follia di tutti i fondamentalismi.
Scandendo la messa in scena del rigore della società e l’immobilismo umano, con le 14 stazioni della Via Crucis (come già fatto in “Neun Szenen”), con una regia originale e una sceneggiatura avvincente da Orso d’argento al 64° Festival di Berlino, il viaggio del regista tedesco, arriva in sala, distribuito da Satine Film, da domenica 29 ottobre 2015.