La cosa giusta: cinque domande al regista Marco Campogiani
Esce nelle sale domani 27 novembre il film italiano La cosa giusta (qui potete leggere la trama e vedere il trailer). Abbiamo chiesto a Marco Campogiani, il regista, di rispondere a cinque domande. 1. Chi è Marco Campogiani? Scrivo sceneggiature cinematografiche, spesso insieme a Giovanni De Feo. In passato ho studiato a lungo filosofia, poi
Esce nelle sale domani 27 novembre il film italiano La cosa giusta (qui potete leggere la trama e vedere il trailer). Abbiamo chiesto a Marco Campogiani, il regista, di rispondere a cinque domande.
1. Chi è Marco Campogiani?
Scrivo sceneggiature cinematografiche, spesso insieme a Giovanni De Feo. In passato ho studiato a lungo filosofia, poi ho pensato che la cosa che mi piaceva di più era scrivere storie per il cinema. Non è stata un’idea geniale: non è facile per niente, ci provo, guadagno poco, il mio primo film da regista sta uscendo in 4 sale. Al 99% verrà affossato, per evitare questo rispondo alle domande di CineBlog e mi sbatto a destra e manca come posso.
2. Ci racconti del film?
No. Il film si vede, non si racconta, altrimenti, appunto, basterebbe scrivere un racconto, che sarebbe anche più facile e non avrebbe il problema di uscire nelle sale. Non è male, però. Il pubblico ride. Andatelo a vedere, oppure leggete la sinossi in qualche sito online, ma non quella di film.tv.it, che è sbagliata, e poi lì scrivono che il film è girato in Marocco, che il protagonista è marocchino, ma noi siamo effettivamente stati in Tunisia, lo giuro, e Ahmed Hafiene è tunisino (dettaglio).
3. Come è stato scelto il cast?
Abbiamo dato la sceneggiatura ai tre attori principali e quando loro hanno detto di sì.
4. Perché dovremmo andare a vedere La cosa giusta? Dacci cinque buoni motivi.
Perché 5? Non dirò che il film è bello. Troppo facile, e poi è vero che, come si dice popolarmente, “chi si loda s’imbroda”. Vi dico solo quello che ho visto, quello che ho sperimentato, cercando di essere abbastanza onesto e oggettivo: il film è stato proiettato, a Torino, durante il recente Festival, in 3 occasioni. Io c’ero, e ho visto che gli spettatori in sala seguivano la storia e ridevano molto, nei momenti in cui, in sceneggiatura, avevo effettivamente l’intenzione di far ridere. Ho visto persone, e non sono miei parenti, piegarsi in due per le risate. Io l’ho visto, questo, ne ho fatto esperienza, Ho sentito come risponde una sala cinematografica, alla proiezione di questo film. Risponde bene. Di conseguenza ritengo probabile che il film possa effettivamente piacere. Che il film funzioni. Ritengo inoltre probabile che gli spettatori, di norma, vogliano vedere film che funzionano, che possono piacere. Per cui, ne concludo, potrebbe valere la pena andarlo a vedere, se gli spettatori soltanto sapessero che questo film esiste ed è effettivamente in sala.
5. Mi hai detto che la distribuzione nelle sale sarà scarsa, come funzionano queste cose? Ci puoi illuminare?
No. Non vi posso illuminare, sono privo di luce anch’io. E’ come chiedere a Joseph K., il protagonista de Il processo di Kafka, qual era la colpa di cui era accusato.