Stasera in tv: “La Famiglia Belier” su Rai 3
Rai 3 stasera propone “La famiglia Bélier”, commedia drammatica del 2014 diretto da Éric Lartigau e interpretata da Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino e Louane Emera.
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Cast e personaggi
Karin Viard: Gigi Bélier
François Damiens: Rodolphe Bélier
Eric Elmosnino: Fabien Thomasson
Louane Emera: Paula Bélier
Roxane Duran: Mathilde
Ilian Bergala: Gabriel
Luca Gelberg: Quentin Bélier
Mar Sodupe: Mlle Dos Santos
Stéphan Wojtowicz: Lapidus
Jérôme Kircher: Dr. Pugeot
Bruno Gomila: Rossigneux
Clémence Lassalas: Karène
Céline Jorrion: Giornalista France 3
Doppiatori italiani
Alessio Cigliano: Fabien Thomasson
Emanuela Ionica: Paula Bélier
Lucrezia Marricchi: Mathilde
Mirko Cannella: Gabriel
Luca Biagini: Lapidus
Mauro Gravina: Dr. Pugeot
Franco Mannella: Rossigneux
Ilaria Latini: Giornalista France 3
Trama e recensione
Nella famiglia Bélier, sono tutti sordi tranne Paula, che ha 16 anni. Nella vita di tutti i giorni, Paula svolge il ruolo indispensabile di interprete dei suoi genitori, in particolare nella gestione della fattoria di famiglia. Un giorno, incoraggiata da professore di musica che ha scoperto che possiede un dono per il canto, decide di prepararsi per partecipare al concorso canoro di Radio France. Una scelta di vita che per lei comporterebbe l’allontanamento dalla sua famiglia e l’inevitabile passaggio verso l’età adulta.
Curiosità
- L’attrice esordiente Louane Emera che interpreta Paula ha ricevuto un Premio César per Miglior promessa femminile.
- La sedicenne Louane Emera, al suo esordio cinematografico, è stata scelta dal regista dopo il fallimentare casting di 80 candidate adolescenti. Su consiglio di un amico il regista sceglie Loaune tra i partecipanti al talent The Voice.
- Loune Emera racconta il percorso che l’ha portata a recitare nel film:
[quote layout=”big”]Prima di incontrare Eric Lartigau, non avrei mai immaginato di fare l’attrice. Io vengo dalla musica, sono prima di tutto cantante e non avevo davvero mai pensato all’eventualità di recitare nel cinema. Eric mi ha individuata guardando la trasmissione «The Voice», alla quale ho partecipato. Ha contattato il mio agente e ci siamo incontrati. In seguito le cose sono avvenute molto semplicemente, ho passato un provino da sola e poi uno con degli altri attori e per entrambi avevo preparato alcune scene. Ero molto stressata perché per me era una vera pazzia presentarmi a un’audizione cinematografica a soli 16 anni! Non capita tutti i giorni a una ragazzina del nord della Francia di avere un’ opportunità del genere! Ma con Eric si è creata subito una grande sintonia e in breve tempo mi sono lasciata prendere dal gioco. Un po’ più tardi ho ricevuto la sceneggiatura del film e l’ho immediatamente trovato eccezionale.[/quote]
- Per imparare la lingua dei segni Louane Emera ha in trapreso un corso intensivo di quattro ore al giorno per oltre quattro mesi.
- Secondo l’attrice francese sorda Emmanuelle Laborit, il film ha creato degli stereotipi negativi e non rispecchia la realtà.
- Il regista Éric Lartigau spiega che cosa lo ha spinto ad accettare la regia del film:
[quote layout=”big”]In realtà non è stata una decisione che ho preso a seguito di una riflessione o di una negoziazione. Sono rimasto profondamente toccato dalla storia. A posteriori potrei ragionare sui motivi per cui certi temi mi sono piaciuti e sulle ragioni che mi hanno portato a scegliere di fare questo film piuttosto che l’altro, ma la verità è che la mia scelta è stata del tutto impulsiva. Non c’è dubbio che la famiglia sia un soggetto universale che, peraltro, è stato trattato migliaia di volte nel cinema. Ma è un tema che mi piace e mi interessa, poiché è il luogo dell’epidermide, è il luogo dove nascono tutte le emozioni primarie, le sensazioni animali. Adoro esplorarlo. Le risate e le lacrime, l’ingiustizia provata da qualcuno confrontata con la verità sentita da qualcun altro. In quanto regista, mi piace non essere costretto a scegliere tra tutti questi modi di sentire. Amo la commedia tanto quanto la tragedia e adoro soprattutto mescolare i due estremi, come accade nella vita reale, quando da una situazione drammatica scaturisce una situazione divertente o assurda… Il soggetto e la sceneggiatura originali erano di Victoria Bedos. Dopo aver accettato il progetto, rileggendo la sceneggiatura e di comune accordo con lei e con il suo co-sceneggiatore Stanislas Carré de Malberg, ho sentito l’esigenza di fare mia la loro storia…Inizialmente da solo e in seguito insieme a Thomas Bidegain… Ma tutti i temi erano già presenti, avevo giusto bisogno di appropriarmi della storia. A proposito della sua scrittura, Victoria Bedos parla spesso della sua «piccola musica». Mi restava solo da trovare la mia, poiché a quel punto dovevo inventarla in immagini”.[/quote]
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La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono dei compositori Evgueni e Sacha Galperine che tornano a collaborare con il regista Éric Lartigau dopo aver musicato Scatti rubati.
[quote layout=”big” cite=”Éric Lartigau]Mi piace molto il loro universo e adoro lavorare con loro perché creano una musica che ha un certo sfasamento, pur sprigionando l’emozione in modo giusto, senza mai enfatizzare. Quando inseriscono un accordo di violino, risuona in maniera curiosa, pur restando sottile e puro. Al tempo stesso, ogni movimento è di una grande complessità e originalità che sono le loro cifre stilistiche. Non sono mai demagogici. Hanno un universo che è contemporaneamente ricco e umile.[/quote]
- Per il repertorio di Paula è stato scelto il cantante francese Michel Sardou. Tra i più popolari interpreti della musica pop francese, al 2013 ha registrato in studio 25 album e più di 300 canzoni.
[quote layout=”big” cite=”Éric Lartigau]Michel Sardou è stata un’idea di Victoria Bedos nella sceneggiatura iniziale. Se si passano in rassegna i più grandi cantanti popolari viventi presenti nel l’inconscio collettivo, la risposta si impone da sola. E per di più, le canzoni di Michel Sardou raccontavano la storia di Paula.[/quote]
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