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La Famiglia Belier: Recensione in Anteprima

Mamma, padre e figlio sordomuto, ma con figlia maggiore ‘normale’ e con una voce sublime. E’ La Famiglia Belier

pubblicato 12 Marzo 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:28

7 milioni di spettatori paganti in poco più di due mesi di programmazione, 6 nomination ai Cèsar e un trionfo di critica e di pubblico che a breve potrebbe fare il bis anche in Italia. Perché La Famiglia Belier di Eric Lartigau ha travolto i cinema di Francia, diventando in poco tempo fenomeno cinematografico. In uscita nel Bel Paese il prossimo 26 marzo con distribuzione Bim, la pellicola di Lartigau è uno di quei rari prodotti in grado di suscitare sincere emozioni, arrivando dritto al cuore dello spettatore dopo aver fatto lo slalom tra lacrime e risate.

Protagonista la famiglia del titolo, i Bélier, a dir poco particolare perché tutti, tranne la figlia maggiore Paula, sono sordomuti. Mamma, papà e figlio più piccolo. Una disparità, quella tra la 16enne Paula e i parenti più prossimi, a dir poco evidente, perché il ruolo della ragazza è semplicemente necessario all’interno del nucleo familiare. E’ lei a gestire la fattoria, è lei a ‘tradurre’ con il linguaggio dei segni quel che dicono i genitori e quel che gli altri comunicano loro ed è sempre lei a vendere i prodotti agricoli di casa. Tutto cambia, però, quando Paula scopre di avere un dono. La voce. Una voce sublime che il suo professore di musica scopre quasi per caso, incoraggiandola a studiare per provare ad entrare in una prestigiosa scuola di canto parigina. Una scelta di vita che per lei comporterebbe l’allontanamento dalla sua famiglia e l’inevitabile passaggio verso l’età adulta, tanto da trovarsi tra l’incudine e il martello, ovvero tra l’amore nei confronti di quei genitori che senza di lei, apparentemente, non saprebbero come andare avanti e il sogno di un futuro diverso dal presente fatto di formaggi, mucche e 3 parenti a dir poco strambi.

Un film sul ‘trauma’ dell’abbandono, sull’accettazione del diverso e sul suo ribaltamento, una commedia che prende la strada del romanticismo, senza però mai dimenticare svolte di pura irriverenza, sessuale e comportamentale, giocando così con coraggio con handicap ritratti senza pietismo. Qui sta la forza de La Famiglia Belier, film visibilmente ‘popolare’ ma con garbo, soppesato con intelligenza in tutti i suoi aspetti, tra eccessi comici e drammatici. Il tema epocale della ‘famiglia’ viene pennellato in ogni forma, dall’amore totale alle inevitabili incomprensioni del caso.

I genitori di Paula, ovvero gli straordinari François Damiens e Karin Viard, vedono questa figlia dotata di udito e voce quasi come una ‘maledizione’. Perché non solo loro, sordomuti, i diversi, bensì tutti gli altri. E a loro dispiace che la splendida e gentile figlia possa lasciare la campagna per Parigi. E per fare cosa, poi? Cantare. Un sacrilegio. Questo perché a loro avviso sordità e mutismo non sono handicap, bensì segni distintivi che li rappresentano e mai, in nessun caso, limitano, tanto da provare persino la via della politica cavalcando il surreale slogan ‘vi ascoltiamo’. Sessualmente disinibiti, Damiens e Viard sono due genitori visibilmente atipici, con i due attori che hanno dovuto imparare il linguaggio dei segni (polemiche in patria sulla ‘qualità’ dei loro gesti), senza poter dire neanche una battuta in tutto il film. Una grande prova recitativa fatta di sguardi e gestualità, resa ancor più clamorosa dalla debuttante Louane Emera, vincitrice del Cèsar come Miglior Emergente dell’anno.

Volto di The Voice France, la Emera ha conquistato Lartigau con la sua voce, oggettivamente incantevole, e con quel volto da dolce principessa ‘ribelle’ che guida con sicurezza una famiglia quasi ingestibile. Anche in questo caso notevole il lavoro fatto per imparare il linguaggio dei segni, con Luca Gelberg, il fratello più piccolo nel film, unico vero sordomuto sul set. Una ‘normalità’ invertita, quella portata in sala da Lartigau, che ha così ribaltato il punto di vista su colui che viene solitamente considerato diverso. Perché è sempre lo sguardo degli altri a determinare quello che possiamo considerare normale e quello che non lo è. Tra situazioni sessuali imbarazzanti, svolte di crescita adolescenziale e rapporto genitori-figli, La Famiglia Belier ha trovato il modo di amalgamare con furbizia temi universali qui semplicemente ‘viziati’ da un paio di handicap, in realtà assolutamente ‘fattibili’ nella loro gestione quotidiana. Un mix che la commedia francese da anni sta portando avanti con enorme successo, vedi Quasi Amici.

Probabilmente scivolato con l’ultimissima scena, in cui ha accentuato un sentimento già abbondantemente esploso nei commoventi minuti canori precedenti, Lartigau è riuscito ad evitare la strada della retorica e della patetica lacrima saltando continuamente tra i generi, finendo così per realizzare un prodotto stravagante, innegabilmente divertente, indifferente al buon gusto ma mai volgare e gratuitamente offensivo e per lunghi tratti emozionante. Lanciando inoltre in orbita una giovane attrice che in futuro farà sicuramente parlare di sé. Louane Emera. Che sia nata una stella?

Voto di Federico: 7

La Famiglia Belier (Francia, commedia, 2014, La famille Bélier) di Eric Lartigau; con Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Louane Emera, Roxane Duran, Ilian Bergala, Luca Gelberg, Mar Sodupe, Jérôme Kircher, Stéphan Wojtowicz, Bruno Gomila, Céline Jorrion, Clémence Lassalas, Manuel Weber – uscita giovedì 26 marzo 2015.