La fine è il mio inizio – La recensione in anteprima
La fine è il mio inizio (Das Ende ist mein Anfang) Regia di Jo Baier. Con Bruno Ganz, Elio Germano, Erika Pluhar, Andrea Osvart, Nicolò Fitz-William Lay C’è una piccola riflessione iniziale che il film La fine è il mio inizio ci induce a proporre. Il cinema italiano è decisamente poco avvezzo a raccontare delle
La fine è il mio inizio (Das Ende ist mein Anfang) Regia di Jo Baier. Con Bruno Ganz, Elio Germano, Erika Pluhar, Andrea Osvart, Nicolò Fitz-William Lay
C’è una piccola riflessione iniziale che il film La fine è il mio inizio ci induce a proporre. Il cinema italiano è decisamente poco avvezzo a raccontare delle biografie, argomento invece che sembra totalmente ad appannaggio del mondo degli sceneggiati televisivi che invece utilizza spesso il racconto di una vita come filo narrativo per raccontare una storia. Le spiegazioni che si potrebbero dare a questo fenomeno, in contro tendenza rispetto alle cinematografie internazionali, è piuttosto complesso e di difficile interpretazione ma non è un caso che per raccontare la storia delle ultime settimane di vita di un personaggio come Tiziano Terzani sia stato necessario un regista tedesco come Jo Baier, navigato autore di documentari e tv movie in Germania che ha accettato la sfida per un film decisamente difficile da realizzare.
Nato nel 1938 in una famiglia povera della periferia di Firenze, Tiziano Terzani è stato un giornalista, pensatore e viaggiatore che ha saputo trovare la forza nella sua spiccata curiosità partire alla scoperta di luoghi remoti che negli anni Sessanta e Settanta erano ancora più inaccessibili e lontani di come li conosciamo oggi. Il suo sguardo attento e smaliziato ha contribuito a far conoscere al pubblico italiano, ma non solo, la realtà di conflitti come la guerra del Vietnam, o di stati chiusi come la Cina che sembravano irraggiungibili e inafferrabili. La fine della sua carriera giornalistica è coincisa con la scoperta di un cancro che minava la sua salute ma l’esperienza di un uomo come Terzani lo ha saputo condurre a una lenta e consapevole accettazione dell’avvicinarsi inesorabile della morte e del disfacimento del suo essere corporale.
Il film di Jo Baier racconta le ultime settimane trascorse da Tiziano Terzani nella casa di famiglia al fianco dell’amata moglie e del figlio Fosco. Un rapporto difficile quello di Fosco con la figura ingombrante del padre, ma che con l’approssimarsi della sua ultima ora l’uomo vuole rinsaldare cercando di spiegare all’erede cosa è stata realmente la sua vita, in un racconto che assomiglia a una confessione registrata e pronta per diventare un libro (che poi sarà il suo ultimo bestseller).
Non era semplice tradurre in immagini un film ricchissimo di narrazione come La fine è il mio inizio, tanto che il lavoro di cesellatura che è stato fatto sulla sceneggiatura originale ne ha ridotto all’essenziale i dialoghi tra i due protagonisti (intensi e coinvolti Bruno Ganz ed Elio Germano) dando vita a un film che, almeno sulla carta, potrebbe far impallidire qualsiasi produttore. Tantissimi dialoghi, pochissime scene movimentate, immersione totale nella pace delle campagne toscane (il film è girato nei luoghi dove realmente ha vissuto Terzani) in perfetta antitesi con gli standard dell’intrattenimento cinematografico. I dialoghi tra padre e figlio sono rimasti originari, come registrati da Folco, che ha inoltre collaborato alla stesura della sceneggiatura con Ulrich Limmer per garantire questa trasparenza. Volendo poi aggiungere che il tema centrale di tutto il film è la presa di consapevolezza che la morte non è una terribile donna incappucciata con una falce, ma semplicemente l’unica esperienza che realmente accomuna ogni essere umano di qualsiasi estrazione sia e, soprattutto, l’unica vera esperienza nuova che manca a una vita intensa come quella vissuta da Tiziano Terzani.
Non è necessario aver letto tutte le opere di Terzani per apprezzarne il personaggio che emerge dal difficile film di Jo Baier, piuttosto il film risulta un compendio episodio dopo episodio, sia della sua vita da giornalista che quella privata (come la toccante descrizione dell’incontro con la moglie Angela). Bruno Ganz, dopo aver ridato vita ai travagli interiori di un uomo complessato come Adolf Hitler riesce invece a descrivere il percorso di un uomo in perfetta pace con il mondo nell’attimo in cui la lucidità della sua mente soccombe al disfacimento inevitabile del suo corpo, attraverso un racconto senza facili pietismi e cadute in sensazioni new age che avrebbero rischiato di fornire un approccio errato al pensiero di Terzani.
Non un film per tutti, che necessita la giusta predisposizione all’ascolto piuttosto che alla visione e a un totale coinvolgimento emotivo.
La fine è il mio inizio uscirà venerdì 1 aprile 2011. Qui potete vedere il trailer del film.
Voto Carlo 6,5