La grande scommessa: le recensioni Straniere e Italiane
I pareri dei critici sul film di Adam McKay
E’ uscito il 7 gennaio La grande scommessa (The Big Short) di Adam McKay ed interpretato da Finn Wittrock, Brad Pitt, Christian Bale, Selena Gomez, Ryan Gosling, Steve Carell, Marisa Tomei, Melissa Leo, Tracy Letts, Hamish Linklater, John Magaro, Byron Mann, Rafe Spall, Jeremy Strong, Max Greenfield, Karen Gillan, Billy Magnussen, Al Sapienza. Dopo la nostra recensione, ecco i pareri dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto l’87% di voti positivi. Ma vediamo nel dettaglio.
Brad Wheeler – Globe and Mail: E’ divertente perché è vero. Ed è tragico e spaventoso per lo stesso motivo.
Rene Rodriguez – Miami Herald: un film arrabbiato travestito da commedia. Voto: 3/4
Tom Long – Detroit News: il film riesce ad essere tanto illuminante quanto divertente. Voto: B +
Norman Wilner – Toronto Star: Si tratta di un intrattenimento sapientemente calibrato. Voto: 4/5
Calvin Wilson – St. Louis Post-Dispatch: Lungi dall’essere una lezione di economia a secco, “La grande scommessa” è uno sguardo spietato sugli imbrogli aziendali e le sue conseguenze. Voto: 4/4
Peter Howell – Toronto Star: L’impresa del film ci sta a cuore anche se non capiamo sempre che cosa stanno facendo. Voto: 3/4
Soren Anderson – Seattle Times: Vedete il film. E’ un piacere. Ed è anche educativo. Voto: 3.5 / 4
James Berardinelli – ReelViews: Contro ogni previsione, il film funziona. Voto: 3.5 / 4
Dana Stevens – Slate: Una delle cose più interessanti di questo film è la sua alta considerazione per l’intelletto dello spettatore.
Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: è un film su un momento cruciale della nostra storia, ma tutto resta un po’ noioso e impenetrabile.
Voto: 2.5 / 4
Kenneth Turan – Los Angeles Times: il film riesce a divertire senza diluire le complicazioni – o la gravità – del suo oggetto.
Mark Jenkins – NPR: il film potrebbe essere apprezzato meglio dalle persone che hanno già letto il libro.
Michael Phillips – Chicago Tribune: Se un film può avere successo allo stesso tempo rimanendo frustrante, eccone un esempio. Voto: 2.5 / 4
Andrew O’Hehir – Salon.com: Con il suo ritmo da cartone animato, il film cattura il ritmo accelerato della vita nei mercati finanziari e la vasta scala del loro mendacità molto più vividamente di un dramma naturalistico.
Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: Semplicemente il film più inesorabilmente divertente degli ultimi mesi. Voto: 4/4
Chris Nashawaty – Entertainment Weekly: Adam McKay merita molto credito, e ora merita anche di essere preso sul serio come regista. Voto: A
Gersh Kuntzman – New York Daily News: Adam McKay tira fuori la sua rabbia in qualcosa di raramente tentato da Hollywood: una commedia su una tragedia. Voto: 4.5 / 5
Todd McCarthy – Hollywood Reporter: sia il comportamento dei personaggi che le risposte ricercate sono così ripetitive e immutabili che tutto diventa faticoso.
Stephanie Zacharek – TIME Magazine: Adam McKay si avvicina all’adattamento del libro di Michael Lewis con arguzia, energia e un sorprendente grado di chiarezza.
Andrew Barker – Variety: C’è un inconfondibile senso di indignazione graffiante dietro l’intera impresa, ed è impossibile non ammirare la volontà di McKay.
Francesco Alò – Il Messaggero: (…) Nessun film aveva raccontato finora così bene la crisi finanziaria del 2008 (…) bella voglia della Hollywood di oggi di tornare a un cinema ispirato alla realtà.
Massimo Bertarelli – il Giornale: (…) Un film fitto di dialoghi, con l’ex buffone Steve Carell e il quasi irriconoscibile Christian Bale migliori in campo. Ma quanti sbadigli.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) Gli interpreti, fra cui spicca un malmostoso, fantastico Carell, caratterizzano felicemente i rispettivi personaggi, giocando anche d’improvvisazione: e si ride come di fronte a un teatro dell’assurdo, ma è un riso amaro che sboccia dall’indignazione e dalla consapevolezza di una coscienza morale oltraggiata.
Paolo D’Agostini – la Repubblica: (…) Incalzante e brutale, solo se appunto non ci si lascia troppo intimidire da un linguaggio apparentemente riguardante i giochi perversi di un manipolo di addetti, il film spiega cose che hanno pesantemente toccato la vita di milioni di persone.