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Venezia 2016: La Luce sugli Oceani di Derek Cianfrance, recensione in anteprima

Alicia Vikander e Michael Fassbender innamorati su un’isola sperduta in mezzo all’Oceano nel nuovo film del regista di Blue Valentine.

pubblicato 31 Agosto 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 06:18

Tratto dall’omonimo best seller del debuttante M. L. Stedman, La Luce sugli Oceani ha per la prima volta portato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia Derek Cianfrance, 41enne regista americano esploso nel 2010 con l’acclamato Blue Valentine, presentato al Sundance, e nel 2012 sbarcato al Festival di Toronto con Come un Tuono. Come avvenne all’epoca, con Ryan Gosling ed Eva Mendes innamoratisi sul set, anche con The Light Between Ocans la romantica magia si è ripetuta, portando Michael Fassbender tra le braccia di Alicia Vikander nella vita di tutti i giorni.

Uno strappalacrime dramma storico ambientato al termine della Prima Guerra Mondiale, quello diretto da Cianfrance, su un’isola australiana apparentemente dimenticata da Dio. Perché in mezzo al nulla, nel cuore dell’Oceano. Qui c’è un faro e il suo taciturno guardiano, Tom, eroe di guerra auto-candidatosi come ‘custode’ dell’isola per sfuggire dal doloroso e recente passato e provare ad espiare i propri peccati da soldato. Al suo fianco la bella Isabel, conosciuta quasi per caso poco prima di imbarcarsi per l’isola e presto innamoratasi di lui. Entrambi sono felici, su questo sputo di Terra travolto da onde e incessante vento, fino a quando il fato non si accanisce su di lei, per due volte rimasta incinta e per due volte costretta a piangere l’aborto. Fino a quando un grido sottile come un volo di gabbiani rompe la quiete dell’alba. E’ il grido di una bambina, ritrovata a bordo di una barca a remi naufragata sugli scogli. Vicino alla piccola un sonaglino d’argento e soprattutto un corpo senza vita. Quello del padre, presumibilmente. Per Isabel quella creaturina è un dono del cielo, un segno di Dio, la figlia che ha sempre desiderato e per due volte pianto, perché mai nata. La figlia che potrebbe diventare sua e solo sua se l’adorato marito accetterà di infrangere le regole del guardiano del faro, tacendo quanto accaduto. D’altronde sulla terra ferma nessuno sapeva del suo recente aborto e tutti attendevano l’arrivo di un pargolo, ora arrivato dal mare e chiamato Lucy. Un angelico volto che diverrà presto luce delle loro vite, se non fosse che il segreto sotterrato risalga lentamente in superficie una volta tornati in continente, ovvero quando il combatutto Tom farà una scoperta che cambierà le esistenze di entrambi. E della dolce Lucy.

Atteso e temuto, viste le melassose premesse figlie dell’applaudito romanzo di Stedman, La Luce sugli Oceani è stato accolto al Lido con tiepido interesse dalla stampa internazionale. Flebili e rapidi applausi hanno accompagnato la proiezione stampa, per un titolo quasi interamente centrato sul concetto di perdono ed espiazione, sondando a pieni mani l’amore in tutte le sue forme, che sia materno o di coppia. Cosa fare dinanzi al volto dell’amata che ti supplica di renderla felice salvando la vita di un’innocente, e cosa fare una volta scoperto che quella scelta di apparente altruismo ha invece distrutto esistenze altrui. Confessare, tacere, rinnegare. E’ molto più facile assolvere, perdonare che portare rancore per una vita intera, sottolinea uno Cianfrance prolisso, ridondante e al tempo stesso flemmatico nel portare avanti la storia d’amore cinematografica tra la Vikander e Fassbender. Lunghi dialoghi con vista sull’oceano tra romantici tramonti, abbaglianti albe e affascinanti tempeste. Impetuose onde che si abbattano sugli scogli di quest’isola ‘maledetta’, perché in grado di portare dolore ai propri abitanti attraverso l’incubo dell’isolamento e della solitudine, senza però dare quel necessario ritmo ad un’opera che tarda ad ingranare, galleggiando a lungo tra noia e stucchevolezza.

La Vikander, recente premio Oscar grazie a The Danish Girl, indossa con credibilità gli abiti di una donna prima innamorata, poi distrutta dagli aborti ed infine finalmente appagata grazie all’arrivo della figlia a lungo agognata, se non fosse che un’altra verità sia pronta a bussare alla sua porta. Una Alicia per più di metà film segnata dalle lacrime esattamente come Rachel Weisz, mentre il camaleontico Fassbender, marchiato dagli orrori della guerra, ligio al dovere e follemente innamorato della moglie, tanto dall’essere pronto a tutto pur di salvarla dalla scure che si prepara a cadere sulla testa di entrambi, porta con dolore nell’anima i segni di un conflitto mondiale che mai riuscirà a dimenticare del tutto.

Cianfrance, accompagnato dalle malinconiche musiche di Alexandre Desplat e dalla fotografia a lume di candela di Adam Arkapaw, dirige con capacità i suoi attori senza però mai riuscire a scuotere realmente l’emotività di chi guarda, anche se assai fedele al romanzo originale. Un melodramma che nel finale vira verso Nicholas Sparks dopo aver abbondantemente tirato la corda emozionale dello spettatore, a lungo tediato e solo in parte ricompensato dalle maestose immagini di uno sconfinato oceano che con forza si abbatte sulla Terra, bagnando i peccati di noi comuni mortali.

[rating title=”Voto di Federico” value=”5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”4″ layout=”left”]

La Luce sugli Oceani (The Light Between Ocans, Usa, drammatico, 2016) di Derek Cianfrance; con Alicia Vikander, Michael Fassbender, Rachel Weisz, Caren Pistorius, Emily Barclay – sezione: Concorso – uscita 8 marzo 2017.