La Madre: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Spaventoso o Stupido? Voi avete visto Mama?
Avete visto La Madre? Che ne pensate? Vi siete spaventati? Dopo aver letto la nostra recensione, lo speciale sul film con delle curiosità, oggi ci occupiamo delle critiche Americane e Italiane. Sentiamo alcuni pareri.
Drew Hunt – Chicago Reader: Sceneggiatura a parte, è un horror moderno elegante e d’atmosfera.
Dana Stevens – Slate: Muschietti sostiene uno stato d’animo notevole: invernale, elementare e forte, come una poesia di Sylvia Plath.
David Edelstein – New York Magazine: amaro e pauroso.
Tom Long – Detroit News: C’è qualcosa di stranamente efficace giustapponendo l’innocenza infantile con il violento e il soprannaturale. Il Male brilla ancora più luminoso quando si scontra contro la dolce promessa della gioventù.
Michael O’Sullivan – Washington Post: C’è qualcosa di morto e marcio al centro di “Mama”, e non è il fantasma della donna del titolo.
Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: “Mama” è sapientemente ben fatto.
Stephanie Zacharek – Film.com: il film è il ritratto di come l’amore di una madre può essere nutriente ma soffocante all’estremo.
Rafer Guzman – Newsday: Più efficace di quanto si potrebbe aspettare.
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: le due bambine sono veramente spaventose.
Ian Buckwalter – NPR: Sorprendentemente, questo patchwork spesso funziona.
Steven Rea – Philadelphia Inquirer: il film ha flashback color seppia, luci tremolanti, mormorii minacciosi.
Linda Barnard – Toronto Star: Un thriller elegante e tagliente, una storia di fantasmi cucita con sensibilità da favola.
Richard Roeper – Chicago Sun-Times: “Mama” riesce a spaventarci a morte, lasciando alcune persistenti immagini profondamente inquietanti…
Emily Rome – Entertainment Weekly: Nulla nel film è abbastanza originale, ma Muschietti, espandendo il suo corto originale, sa come mettere in scena un film con verve spaventosa.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Pur suggestivo, il tema portante – la visceralità di un istinto materno che, messo alla prova, può diventare feroce come nelle tragedie classiche – resta nelle intenzioni e quel che vediamo coinvolge a sprazzi: va precisato, però, che il botteghino Usa (71 milioni di dollari) non è stato male.
Maurizio Acerbi – il Giornale: L’horror iberico sta crescendo in quantità e qualità di sceneggiatura. Peccato che qui, a steccare, sia una messa in scena che renda impalpabile la paura.
Roberto Nepoti – la Repubblica: S’inizia con un prologo truculento. Quando arrivano i titoli di testa, sono passati cinque anni: le sorelline Victoria e Lilly, sparite senza lasciare tracce, vengono ritrovate nel profondo del bosco. Zio Lucas e la sua fidanzata Annabel le portano a vivere con sé: a quanto pare, però, si sono portati a casa un altro ospite, indesiderabile e assai maligno. Tornano di moda i film di arcane presenze dove, come diceva il vecchio produttore Val Lewton, quel che non si vede fa più paura di quel che si vede (con il vantaggio, in più, del basso costo). Debuttante nel lungometraggio, Muschietti si attiene al principio per gran parte del tempo, facendo crescere la suspense ed evitando di rivelare troppo. Così, l’interesse è concentrato sul rapporto che si sviluppa tra le bambine e la madre vicaria Jessica Chastain. Salvo, verso la fine, pigiare il tasto orrorifico facendo posto sullo schermo a Mama, mostro grottesco che somiglia troppo a un effetto speciale.