La notte di San Lorenzo con i fratelli Taviani
Con gli occhi che bramano stelle cadenti e desideri luminosi, insieme a visioni in grado di conciliare contraddizioni e armonie, la magia del cielo con la realtà della terra, mi preparo a La notte di San Lorenzo con i fratelli Taviani, testimoni diretti della ferocia della storia, raccontata dalla magia del cinema con la poetica delle favole.
Una storia favolosa tessuta da memorie e arte, la finzione che si nutre di reale, e quel tragico ricordo d’infanzia della Strage del Duomo di San Miniato, vissuta dai due registi all’età di tredici e quindici anni con un padre avvocato nella prima commissione di inchiesta comunale sulla strage, già protagonista del loro primo cortometraggio “San Miniato, luglio ‘44” nel 1954.
Una notte stellata del 1944 che apre il film con la voce di una mamma, che racconta al suo bambino la storia della crudeltà del mondo e le memorie della gente comune, e quella di un anziano che recita a memoria versi dell’Iliade, tra cultura popolare e figure allegoriche, eroi omerici e fascisti in lotta con i partigiani in un campo di grano, compaesani trasformati in combattenti greci, la ricerca dei liberatori americani trasformata in utopia, tra la storia della guerra civile italiana e la favola di una bambina sopravvissuta all’inferno del reale con la fantasia.
Un film girato a San Miniato e nelle campagne circostanti con attori improvvisati o esordienti, ambientato a San Martino per ridurre l’impatto emotivo dei sopravvissuti della Strage del Duomo di San Miniato, e spostare il coro di anime e ricordi in una dimensione altra, persa e ritrovata tra i colori della campagna toscana, sotto un tetto di stelle che concilia realtà e fantasia.
Una notte magica e indimenticabile per il film del 1982, anche senza il Gran Premio della Giuria al 35º Festival di Cannes, anche grazie alla colonna sonora di Nicola Piovani, che lascia scorrere poesia tra i fiumi di sangue nel campo di grano dorato, con la filastrocca della piccola Cecilia, con le stelle cadenti che rendono possibile anche quello che sembra surreale, e magiche le lacrime di un martire.
Mardocchio e mardocchiati / san Giobbe aveva i bachi
medicina medicina / un po’ di cacca di gallina
un po’ di cane un po’ di gatto / domattina è tutto fatto
singhiozzo singhiozzo / albero mozzo
vite tagliata / vattene a casa
pioggia pioggia / corri corri
fammi andare via i porri