La Parrucchiera: Recensione in Anteprima
Dal 6 aprile in sala, La Parrucchiera segna il ritorno in sala di Stefano Incerti.
Una specie di ‘musicarello’ partenopeo trainato dalle coinvolgenti canzoni dei Foja, gruppo folk napoletano, dalla ammaliante partitura di Antonio Fresa e dalla rivalità tra due donne. Da una parte Patrizia, co-proprietaria di un negozio di parrucchiere con marito viscido e collaboratore ex bimbo prodigio da anni alla disperata ricerca di un successo solo accarezzato; dall’altra Rosa, mamma single dei quartieri spagnoli che fugge da quel salone a causa delle mani lunghe del proprietario Lello per aprirne uno tutto suo insieme alle due amiche del cuore, ovvero Micaela, bionda platinata gelosa fradicia dell’amato maschione di colore, e Carla, materna e sensibile transessuale ‘nascosta’ dal fidanzato alla propria famiglia. Trovati i soldi grazie ad una pericolosa strozzina orba e zoppa, Rosa, Carla e Micaela realizzano il sogno di una vita aprendo Testa e Tempesta, negozio che ben presto inizierà a scippare i clienti al salone di Lello e Patrizia, alimentando odio e gelosie.
La periferia che primeggia sui quartieri alti grazie alla caparbietà di donne a cui niente e nessuno può mettere i piedi in testa. E’ una Napoli interculturale, LGBT, vitale e vivace, attraversata dalla musica, baciata dal sole e bagnata dal mare, quella pennellata da un Incerti che strizza l’occhio alla cinematografia di Pedro Almodovar. Drag queen che perdono le ‘zizze’, omosessuali con il dente avvelenato, transessuali che con orgoglio rivendicano il proprio essere ‘femmena’, ma anche donne africane e cinesi che parlano solo napoletano, anziane signore, gemelle esperte di “vesuviush” e adolescenti strappate alla strada prima di perdersi definitivamente. C’è un mondo di emarginati che prende vita tra i colori pastello di un film che trasuda freschezza rappresentando una Napoli finalmente differente dalla città criminale tutta camorra, droga e spari in strada a cui siamo solitamente abituati.
Una città in technicolor più leggera e multiculturale, aperta alle diversità e donna nel DNA, perché tutto, ne La Parrucchiera, ruota attorno alle ‘femmine’, vere mattatrici all’interno di un film in cui l’uomo fa quasi da contorno. Attori e attrici spesso di stampo teatrale, quelli scelti da Incerti, capitanati dalla bella e brava Pina Turco e dall’iconica Cristina Donadio, per poi passare alla splendida Stefania Zambrano (segretaria dell’Associazione Trans Napoli e organizzatrice del concorso Miss Trans Europa) e alla simpatica Lucianna De Falco, fino al folle Arturo Muselli, all’ormai onnipresente Massimiliano Gallo, al cantautore campano Tony Tammaro e all’immancabile Ernesto Mahieux. Coralità di scrittura che Incerti, qui anche co-sceneggiatore insieme a Mara Fondacaro e Marianna Garofalo, perde nel corso della storia, esageratamente lunga (due ore, una pazzia) e tendenzialmente ripetitiva. Una ridondanza che avrebbe dovuto trovare una via d’uscita in fase di montaggio, rimanendo inspiegabilmente viva e vegeta sul grande schermo.
Genuinamente imperfetto, con situazioni poco definite, affrettate e mal gestite, La Parrucchiera eccede nel suo volersi stratificare, spaziando tra riscatto sociale e caparbietà femminile, ossessione per l’apparire e critica politica, odio da invidia e amore da non ostentare, all’interno di una città che trasuda voglia di vivere da ogni poro. Lavorando di cesello Incerti avrebbe potuto realizzare una piccola delizia in una cinematografia nazionale troppo spesso uguale a se’ stessa, soprattutto quando c’è da incrociare il genere commedia. Peccato che il regista, impegnato tra carrelli e macchina a mano, abbia mantenuto superflui inserti (inutili dialoghi di pochi secondi tagliati con l’accetta al montaggio) e reiterato situazioni già approfondite, appesantendo un film dalla piacevole leggerezza di fondo.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5.5″ layout=”left”]
La Parrucchiera (Ita, commedia, 2017) di Stefano Incerti; con Massimiliano Gallo, Pina Turco, Cristina Donadio, Tony Tammaro, Lucianna De Falco, Stefania Zambrano, Arturo Muselli, Francesco Borragine, Giorgio Pinto – uscita giovedì 6 aprile 2017.