La ragazza del lago: recensione in anteprima
La ragazza del lago (Italia, 2006) di Andrea Molaioli; con Toni Servillo, Nello Mascia, Marco Baliani, Giulia Michelini, Valeria Golino.Un lago in una provincia friulana, vicino ad Udine. Un paesaggio bellissimo, verde pastello, pittoresco. Sulle rive di questo lago c’è il cadavere di una ragazza: è Anna, giovanissima e bella, che non ha mai fatto
La ragazza del lago (Italia, 2006) di Andrea Molaioli; con Toni Servillo, Nello Mascia, Marco Baliani, Giulia Michelini, Valeria Golino.
Un lago in una provincia friulana, vicino ad Udine. Un paesaggio bellissimo, verde pastello, pittoresco. Sulle rive di questo lago c’è il cadavere di una ragazza: è Anna, giovanissima e bella, che non ha mai fatto del male a nessuno ed era amata da tutto il paese. Chi può averle fatto una cosa del genere? Il commissario Giovanni Sanzio decide di indagare, scoprendo che i segreti del ridente paesino sono tanti e tutti potrebbero essere i colpevoli.
Twin Peaks all’ammatriciana? Beh, ad essere obiettivi c’è più di un ricordo delle tristi avventure di Laura Palmer. Ma il cinema ha i suoi rimandi, le sue strizzatine d’occhio, e Lynch è Lynch e La ragazza del lago è un giallo/noir che non vuole di certo assolutamente essere un plagio. Tratto dal libro di Karin Fossum Lo sguardo di uno sconosciuto, il film d’esordio di Andrea Molaioli fa una scelta ben specifica: quella di seguire non solo le indagini riguardo l’assassinio di Anna, ma di indagare anche sul suo protagonista, il commissario Sanzio, interpretato splendidamente da Toni Servillo. Che non vive solo nel ricordo e nel passato, come molti commissari del genere, ma soprattutto nel presente, con una moglie che non ricorda ormai più niente e una figlia adolescente divisa fra rabbia e tristezza.
La sceneggiatura di Sandro Petraglia (senza l’amico Rulli) a volte sembra perdersi comunque tra le indagini, decisamente lineari, e una certa scelta brillante nei dialoghi (scritti comunque bene ed ascoltabili), e a volte non si capisce dove voglia andare a parare. Ma ciò che comunque funziona in un film del genere, che a molti è sembrato un piccolo miracolo per il ritorno del genere thriller all’italiana (forse è un po’ troppo esagerato), è la regia di Molaioli, che scade poche volte nel televisivo, mentre spesso fa respirare una buona ventata di cinema: e le sequenze migliori, quelle appunto sul lago, tra cui il ritrovamento del cadavere di Anna, sono da tenere d’occhio.
Dopotutto è un film coinvolgente, ben recitato, quasi privo di tensione ma con un finale che non cerca per forza di cose la consolazione. Ed è percorso da una sottile linea di malinconia e solitudine che fa affezionare lo spettatore ai personaggi. Presentato a Venezia 64 nella sezione Settimana della critica, non avrebbe sfigurato nella selezione ufficiale.
Voto Gabriele: 7