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La scuola più bella del mondo: Recensione in Anteprima

Sud e Nord che ancora una volta si ‘scontrano’ in un film di Luca Miniero. Ma in questo caso in ambito scolastico

pubblicato 6 Novembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 20:45

Miniero d’oro è tornato, sdoppiandosi nel corso di un anno. Dopo i quasi 13 milioni di euro incassati da Un boss in Salotto, ad oggi secondo incasso di stagione dopo Maleficent e davanti al Lupo di Wall Street firmato Scorsese, il regista di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord torna al cinema con La scuola più bella del mondo, titolo nuovamente interpretato da Rocco Papaleo e da quel Christian De Sica che dopo 25 anni di inattaccabile fedeltà ha abbandonato i cinepanettoni. Momentaneamente, perché sempre in attesa di una nuova chiamata alle armi da parte di Aurelio De Laurentiis che il figlio del 4 volte Premio Oscar Vittorio ha già dichiarato di voler eventualmente accettare.

Nell’attesa il giudice di Tale e Quale Show ha indossato gli abiti di un integerrimo, tendenzialmente razzista e puntiglioso preside di una scuola media toscana, per anni vincitrice dell’ambito premio ‘Scuola dell’Anno’. Un riconoscimento sfuggito nel corso degli ultimi 12 mesi, tanto da portare Filippo Brogi, questo il nome del preside interpretato da De Sica, ad organizzare un gemellaggio con degli studenti di Accra, capitale del Ghana. Adolescenti di colore, affamati e poveri. Quale immagine migliore per arrivare al cuore dei giurati e tornare sul gradino più alto del podio scolastico nazionale? Peccato che il bidello incaricato di inviare l’invito alla scuola africana aggiunga una ‘e’ ad Accra, diventata automaticamente Acerra. Campania. A calcare il tappeto rosso all’ombra di uno striscione che sentenzia ‘Benvenuta Africa’ gli sbigottiti insegnanti e le istituzioni della scuola toscana troveranno una classe di scatenati ragazzini napoletani, accompagnati ‘al nord’ dall’eccentrico professor Gerardo Gergale, ovvero Rocco Papaleo, e dalla collega Wanda Pacini, interpretata da Angela Finocchiaro.

Il confronto/scontro nord-sud che torna a pulsare all’interno di una filmografia, quella di Miniero, che dovrebbe oggettivamente iniziare a guardare altrove, onde evitare di apparire come ripetitiva e inspiegabilmente accartocciata su se’ stessa. Una commedia all’italiana che vira al musical in forma favolistica, senza dimenticarsi quella sottotraccia sociale che fa da collante all’intero soggetto. Omaggiando anche dichiaratamente lo spaccato pedagogico-campano di ‘Io speriamo che me la cavo‘, Miniero prova a giocare con i soliti cliché che coinvolgono meridione (scuola disastrata con riunuoni in bagno) e settentrione (scuola paradisiaca), scivolando però inesorabilmente in una banalità e in un buonismo di fondo che nei primi minuti era stata intelligentemente evitata. Perché tra incomprensioni, cinismo di stampo razzista e spaccati ‘animati’ che vanno a coinvolgere la fantasia di Papaleo, La scuola più bella del mondo parte con tutte le buone intenzioni del caso, per poi cadere nel nulla di un’interazione studentesca prevedibile e da svolte di scrittura tanto improvvise quanto particolarmente inspiegabili.

Inevitabile la critica sociale e politica, che vede la disastrata Italia attuale passata dall’educazione scolastica di un tempo firmata Maria Montessori a quella televisiva di Maria De Filippi dei giorni nostri, così come il silenzio e l’immobilismo delle istituzioni che da decenni non fanno altro che riformare ciclicamente l’impianto scolastico aggiungendo danni ad epocali macerie. Tutt’altro che velato, poi, il rimando al nuovo che avanza istituzionale, leggi Matteo Renzi, qui in qualche modo scimmiottato da quell’Ubaldo Pantani che ha imitato in tv proprio l’attuale Capo di Governo. Pantani indossa gli abiti di un assessore Pd toscano, ossessionato dai selfie, da Twitter, dall’immagine di se’ e dalla comunicazione, per poi non riconoscere l’immagine di Che Guevara appesa al muro. Generazione rottamatori.

Due anni dopo il successo ottenuto da Il Principe Abusivo, Christian De Sica si è nuovamente allontanato da quei personaggi copia/incolla che hanno caratterizzato la sua carriera negli ultimi 25 anni, dimostrando tutte le proprie spiccate comicità comiche. Perché è lui, il Preside competitivo che purtroppo con il passare dei minuti tende a sciogliersi dinanzi ai giovini campani, che ruba la scena. Un De Sica a briglie sciolte, mai volgare e ‘senza palle’, eppure sempre vicino ai propri studenti e continuamente intenzionato a stimolarli. Il lato ‘buono’ della scuola italiana, da affiancare al menefreghista professore interpretato da Papaleo, annoiato, stanco e con una considerazione dei propri alunni che non va oltre la pura e semplice delinquenza. Un sognatore fumettista con intriganti slanci visivi animati diventato quasi per caso insegnante, poco sfaccettato nei suoi contorni e dalla crescita introspettiva ambigua. Nemmeno la vicinanza di Miriam Leone, candida professoressa della scuola toscana che per lui perderà la testa anche se incapace di capirne le battute, finisce per dargli sostanza. Maestrina dalla penna rossa con un’ossessione per la grammatica Angela Finocchiaro, mentre non può che far piacere il ritorno in sala di un ritrovato Lello Arena, da troppo tempo archiviato tra i dispersi volti anni ’80.

Trainato da Curre curre guaglió dei 99 Posse che in qualche modo danno ‘ritmo’ all’interazione adulti/adolescenti, e dal punto di vista tecnico/produttivo particolarmente ricco, La scuola più bella del mondo fallisce la propria missione ‘comica’ nel momento stesso in cui prende contromano la strada del politically correct, ammorbidendo quell’inatteso cinismo di fondo che aveva reso piacevolmente sorprendente la prima parte. Nel momento stesso in cui gli ‘scugnizzi’ napoletani approdano al ‘nord’ il film cala d’intensità, lasciandosi andare a sketch spenti (il bidello con la sindrome di Tourette che si chiama Soreta, il pene disegnato da non si sa chi) e tendenzialmente stupidi (le gare tra Papaleo e Preside con folla danzante), per poi finire con una vera e propria pantomima gratuita nella sua non spiegazione (Rocco non era partito? Perché cambiare idea?).

Miniero, che con i suoi ultimi 3 film ha incassato qualcosa come 70 milioni di euro, è obbligatoriamente chiamato a cambiare punto di vista, provando a fare altro che non sia la solita, trita e ritrita commedia dei pregiudizi nord/sud con equivoci a trainare la carretta, perché alla 4° esperienza consecutiva (ma già con Incantesimo napoletano lo ‘scontro’ era andato in scena) la sensazione di deja-vu si è fatta non solo evidente, ma anche se non soprattutto decisamente opprimente.

Voto di Federico: 4.5
Voto di Antonio: 4

La scuola più bella del mondo (Italia, commedia, 2014) di Luca Miniero; con Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro, Miriam Leone, Lello Arena, Nicola Rignanese, Ubaldo Pantani, Daniela Terreri, Massimo De Lorenzo – uscita giovedì 13 novembre 2014.