Home Dramma La Treccia: trailer e clip del film di Laetitia Colombani che ha conquistato oltre un milione di spettatori in Francia (Al cinema dal 20 giugno)

La Treccia: trailer e clip del film di Laetitia Colombani che ha conquistato oltre un milione di spettatori in Francia (Al cinema dal 20 giugno)

Dopo aver conquistato oltre un milione di spettatori in Francia arriva nei cinema italiani con Indigo Film L’adattamento cinematografico del best seller da oltre 5 milioni di lettori di Laetitia Colombani.

19 Giugno 2024 21:56

Dopo aver conquistato oltre un milione di spettatori in Francia arriva nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia. Tre donne si ribellano alla sorte che è stata loro assegnata e decidono di lottare, tessendo inconsapevolmente una rete di speranza e solidarietà. È la storia che si racconta in questo adattamento cinematografico dell’omonimo best seller di Laetitia Colombani, divenuto in poco tempo un fenomeno internazionale da oltre 5 milioni di lettori.

L’autrice Laetitia Colombani dirige l’adattamento e firma anche la sceneggiatura.  Il film, girato in Puglia nel 2022 tra Monopoli e Conversano, è diviso in tre episodi collegati e girati in Italia, Canada e India.

La treccia – Trama e cast

Nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia, adattamento del bestseller di Laetitia Colombani con Fotinì Peluso, Kim Raver, Mia Maelzer e Manuela Ventura.
Foto ©Taha Ahmad

Tre donne. Tre continenti. Un unico destino.

India. Smita (Mia Maelzer) è una ‘intoccabile’. Sogna di dare alla sua giovane figlia un’educazione e farà di tutto pur di farlo accadere. Smita prende quindi una decisione importante: lasciare tutto e andare verso sud, alla ricerca di una sorte migliore.

Italia. Giulia (Fotinì Peluso) lavora nel laboratorio di cascatura a conduzione familiare di proprietà del padre. In seguito a un grave incidente in cui suo padre è coinvolto, Giulia scopre che l’azienda di famiglia è sul lastrico.

Canada. Sarah (Kim Ravel) è un avvocato di successo. Quando sta per essere promossa alla direzione dello studio, scopre di avere un tumore al seno. Legate senza saperlo da ciò che hanno di più prezioso, Smita, Giulia e Sarah si ribellano alla sorte che è stata loro assegnata e decidono di lottare, tessendo inconsapevolmente una rete di speranza e solidarietà.

La treccia – Le nuove clip ufficiali

Laetitia Colombani – Note biografiche

Nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia, adattamento del bestseller di Laetitia Colombani con Fotinì Peluso, Kim Raver, Mia Maelzer e Manuela Ventura.
Foto ©Sara Sabatino

Colombani è nata a Bordeaux nel 1976. Ha studiato cinema all’École Louis-Lumière e ha diretto il suo primo film a soli venticinque anni. In breve tempo, si è imposta come regista e sceneggiatrice, lavorando con attrici del calibro di Audrey Tautou, Emmanuelle Béart e Catherine Deneuve.

“La treccia” è il suo romanzo d’esordio ed è subito diventato un caso editoriale: venduto in 26 Paesi ancora prima della pubblicazione, è rimasto per un anno ai vertici delle classifiche francesi, conquistando sia il pubblico sia la critica e aggiudicandosi il prestigioso Prix Relay.

La Treccia – Il trailer ufficiale

Manuela Ventura (La madre di Giulia) – Note biografiche

Nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia, adattamento del bestseller di Laetitia Colombani con Fotinì Peluso, Kim Raver, Mia Maelzer e Manuela Ventura.
Foto ©Sara Sabatino

Reduce dal successo di “Mascaria”, film tv andato in onda su Raiuno, Manuela Ventura è anche nel cast del film “La Treccia”. L’attrice interpreta la madre di Giulia, la quale avrà un rapporto conflittuale con la figlia soprattutto in seguito al grave incidente del marito che farà scoprire la situazione debitoria dell’azienda di famiglia.

Manuela Ventura inizia all’età di 13 anni i primi approcci con il teatro. Successivamente si diploma come attrice presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma e si è laureata in Lettere moderne a Catania. Inizia a lavorare per il cinema e la televisione e sarà diretta da Ridley Scott, Michele Soavi, Sergio Castellitto, Luca Ribuoli, Isabella Leoni, Francesco Miccichè, Massimiliano Camaiti, Giulio Manfredonia, Giacomo Campiotti, Fabrizio Costa.

Nel 2014, Ventura prende parte al film “Anime Nere” diretto da Francesco Munzi (vincitore del David Donatello 2015). Nel 2019 interpreta la divertente marchesa francese al fianco di Antonio Albanese nel film “Cetto c’è, senzadubbiamente” di Giulio Manfredonia.

Nel 2022 è nel cast principale del film “Primadonna”, regia Marta Savina, vincitore del Premio Panorama Italia al Festival Alice nella città 2023. Recentemente è apparsa su Netflix in “Sulla stessa onda” e “Generazione 56k”. Recenti sono le collaborazioni con il Teatro Stabile di Catania e il teatro Metastasio di Prato. Ultimamente, l’artista ha portato in scena lo spettacolo “Si illumina la notte” con la regia di Livia Gionfrida e prodotto dal teatro Metastasio di Prato e teatro Metropopolare.

Intervista alla regista

Nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia, adattamento del bestseller di Laetitia Colombani con Fotinì Peluso, Kim Raver, Mia Maelzer e Manuela Ventura.
Foto ©Taha Ahmad

La treccia è l’adattamento del suo romanzo uscito nel 2017. Com’è nato nel suo immaginario il racconto di queste tre donne, appartenenti a culture e contesti diversi?

È nato a gennaio del 2015, il giorno in cui ho accompagnato una delle mie più care amiche in un negozio di parrucche: lei aveva appena saputo di avere un tumore e stava per iniziare la chemioterapia. Ha scelto una parrucca naturale di capelli indiani. Allora mi sono ricordata di un documentario che avevo visto in televisione anni prima, che mostrava come i capelli donati dai pellegrini a un tempio indiano viaggiassero oltre i confini del Paese e servissero come materia prima per il confezionamento di parrucche. Da lì mi è venuta l’idea di un racconto che percorre tre continenti: un’indiana che offre i suoi capelli a un tempio, un’occidentale che li riceve, un’operaia che lavora questi capelli. Avevo l’idea della donazione dei capelli al tempio da molto tempo, ma mi mancavano gli altri elementi della storia.

Qual è la simbologia dei capelli?

Da sempre, i capelli sono associati a una certa immagine della femminilità. Avendo seguito il percorso di questa amica che ha perduto i suoi capelli, so fino a che punto una perdita del genere possa essere dolorosa e faccia ricordare la malattia. Mi piaceva come simbolo della femminilità, ma anche come quello della resistenza: la cheratina è una materia molto resistente, e mi piaceva l’idea di questo capello al tempo stesso molto sottile e forte, perché è anche una metafora dei miei tre personaggi.

Si è documentata sulla casta degli Intoccabili, che si potrebbero altrimenti definire Invisibili?

In effetti sono emarginati dalla società nonostante essi siano milioni. Mi sono molto documentata, dal momento che sono appassionata dell’India, Paese che mi affascina e al tempo stesso mi turba. Ci vado quasi ogni anno, ho spesso attraversato villaggi di Intoccabili, e mi sono intrattenuta con i membri di questa comunità, in particolar modo con giovani donne, persone a cui non viene data la parola, persone rese invisibili, tenute ai margini della vita sociale. Esse sono relegate nei loro quartieri, nei loro villaggi, non hanno la possibilità di uscire dalla loro casta, lo status di Intoccabile è segnato sui loro documenti d’identità. Non conosco una segregazione istituzionalizzata su scala così vasta altrove nel mondo. È un fenomeno che nella società indiana non evolve. Ho visto di recente un reportage nel quale un parrucchiere spiegava che avrebbe preferito morire piuttosto che far entrare un Intoccabile nel suo salone, poiché ciò farebbe abbattere il disonore sulla sua famiglia. Questo mostra a che punto questa tradizione sia viva.

Come si è svolto l’adattamento?

Adattare significa scegliere. Io mi sentivo a mio agio, poiché essendo l’autrice del romanzo e del film mi sono concessa una libertà totale. Sapevo che cosa mi importava di raccontare ed è questo che mi ha guidata. Ho lavorato con Sarah Kaminsky, mia complice nella scrittura. Lei aveva un distacco maggiore e mi ha permesso di conservare un occhio esterno sul mio lavoro; avevo bisogno di questo sguardo per rimettere in questione le mie scelte e per allontanarmi a volte dal romanzo. Abbiamo soprattutto modificato la parte italiana che ci sembrava più scarna nel libro, autorizzandoci a dei cambiamenti per far vivere la relazione tra Giulia e Kamal e i rapporti tra Giulia, sua madre e le sue sorelle: volevamo donare al personaggio un percorso più ampio.

Viene da pensare alla letteratura anglosassone, da Virginia Woolf a Edith Wharton…

Virginia Woolf è una delle mie autrici preferite e Le ore di Michael Cunningham, che racconta di Virginia Woolf, è il mio libro preferito. Per me era anche un riferimento, perché il film di Stephen Daldry, che è basato sul romanzo, è un esempio formidabile di adattamento: le attrici, la musica, la regia acquistano sullo schermo una densità incredibile. Oltre a Le ore, anche Babel di Iñarritu è stato un riferimento e durante la stesura del libro ho assistito a una master class di Guillermo Arriaga, lo sceneggiatore di Iñarritu, a Londra: raccontava come associa i suoi personaggi agli elementi, come utilizza i segreti nella narrazione. Nel film, ho voluto restare fedele agli elementi associati alle mie tre protagoniste: la terra e il fango per Smita, il mare e l’acqua per Giulia, il ghiaccio e il vetro per Sarah. Mi sono serviti come filo conduttore per dipingere ognuno dei personaggi.

Come ha scelto le interpreti?

Per me era importante girare nelle tre lingue e nei tre paesi del libro. Non era ipotizzabile nessun compromesso: tenevo al realismo, quindi abbiamo assunto un direttore del casting per ogni Paese, e Michaël Laguens in Francia ha supervisionato i tre casting che si svolgevano in contemporanea. Per Smita, non volevo un’attrice di Bollywood, ma un’attrice dalla pelle scura come gli Intoccabili (il colore della pelle purtroppo in India è ancora un indicatore sociale). Mia Maelzer viene dal teatro e ha recitato in The Field, un cortometraggio che ha ottenuto un BAFTA: ha sostenuto dei provini e l’ho trovata notevole. Aveva l’intensità che cercavo. Per sua figlia Lalita, volevo assolutamente un’Intoccabile, non necessariamente una bambina con esperienza: il direttore del casting indiano è andato nei centri di accoglienza per bambini di strada, nel cuore delle comunità svantaggiate. Ha visto più di un centinaio di bambini e ha trovato una ragazzina di nove anni, Sajda Pathan, nata in una bidonville. Sajda aveva la testa piena di pidocchi, mendicava per mangiare. Non sapeva né leggere né scrivere. Quando l’ho incontrata, la sua intelligenza e la sua presenza scenica mi hanno impressionato. Come il suo personaggio, non è mai andata a scuola. La realtà è la finzione si fondevano. L’abbiamo tenuta con noi per due mesi e lei ha dimostrato grandi doti. Alla fine del film, è potuta entrare nel centro dell’ONG Salaam Baalak che accoglie i bambini di strada, e ha potuto essere scolarizzata, il suo desiderio più grande. Oggi sa leggere e scrivere. Le avevo anche promesso che l’avrei portata al cinema, non ci era mai andata: abbiamo organizzato una proiezione per lo staff indiano il marzo scorso, e Sajda si è scoperta sullo schermo nello stesso momento in cui vedeva il primo film della sua vita. È stato un momento molto forte per tutti noi. Per Giulia, la direttrice del casting italiano mi ha proposto molte giovani attrici e quando ho visto Fotinì Peluso ho avuto un flash. È divina! Aveva esattamente quello che cercavo: una bellezza che si ignora, una sensualità che non è costruita, lei piace ma non lo sa. Non conosce ancora la seduzione. Possiede la bellezza e la freschezza, ma anche una profondità e una densità incredibili, ed è a suo agio sia nelle scene emotive che nei momenti più leggeri. È solare e ha tutto ciò che ci si aspetta da una grande. Per Kamal, cercavamo un attore di origine indiana, ma abbiamo fatto fatica a trovarne uno in Italia. Abbiamo preso Avi Nash, che è americano, ma vive a Londra e ha partecipato alla serie The Walking Dead e Silo. Viene dalla scuola shakespeariana, ha contegno ed eleganza. La sua presenza risulta molto forte, anche se ha pochi dialoghi. Per Sarah, un agente americano ci ha proposto un incontro con Kim Raver. Io la conoscevo grazie alla serie Grey’s Anatomy e 24, e fisicamente lei corrispondeva perfettamente al personaggio che immaginavo scrivendo il libro: bionda, slanciata, un fisico sottile ma molto forte. L’incontro è andato meravigliosamente: Kim ha compreso perfettamente il personaggio, combattuto tra la sua vita personale e la sua carriera. Nella vita, Kim ha due figli, ha girato molto e al tempo stesso si è occupata dei figli; aveva quindi una comprensione immediata del conflitto interiore del personaggio. È un’attrice di grande raffinatezza, fatta di sfumature, con eleganza e umanità. Nel romanzo, alcuni lettori hanno giudicato Sarah votata alla carriera, a tratti antipatica, semplicemente perché è una donna con delle ambizioni. La società obbliga queste donne a portare una maschera. Questo nasconde un conflitto interiore e mi serviva un’attrice che ispirasse tenerezza e umanità e che fosse subito amata, e Kim aveva tutte le carte in regola.

Il romanzo originale

Nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia, adattamento del bestseller di Laetitia Colombani con Fotinì Peluso, Kim Raver, Mia Maelzer e Manuela Ventura.
Foto ©Sara Sabatino

In occasione dell’uscita italiana del film torna in libreria il romanzo best seller di Laetitia Colombani.

Una storia di coraggio, di audacia, e di vita che riprende vita. Altamente balsamico. – Luciana Littizzetto

Nei cinema italiani con Indigo Film La Treccia, adattamento del bestseller di Laetitia Colombani con Fotinì Peluso, Kim Raver, Mia Maelzer e Manuela Ventura. LA TRECCIA
Titolo originale: La tresse – Traduzione di Claudine Turla
Pagine: 288 – Prezzo € 16,90
Tre donne. Tre continenti. Tre destini intrecciati. A un primo sguardo, niente unisce Smita, Giulia e Sarah. Smita vive in un villaggio indiano, incatenata alla sua condizione d’intoccabile. Giulia abita a Palermo e lavora per il padre, proprietario di uno storico laboratorio in cui si realizzano parrucche con capelli veri. Sarah è un avvocato di Montréal che ha sacrificato affetti e sogni sull’altare della carriera. Eppure queste tre donne condividono lo stesso coraggio. Per Smita, coraggio significa lasciare tutto e fuggire con la figlia, alla ricerca di un futuro migliore. Per Giulia, coraggio significa rendersi conto che l’azienda di famiglia è sull’orlo del fallimento e tentare l’impossibile per salvarla. Per Sarah, coraggio significa guardare negli occhi il medico e non crollare quando sente la parola «cancro». Tutte e tre dovranno spezzare le catene delle tradizioni e dei pregiudizi; percorrere nuove strade là dove sembra non ce ne sia nessuna; capire per cosa valga davvero la pena lottare.

Il romanzo “La Treccia” è disponibile su Amazon.

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