L’Altra Via, recensione: sincero e coinvolgente spaccato di un’Italia che non c’è più
La nostra recensione di “L’Altra Via”, il dramma di Saverio Cappiello con Giuseppe Pacenza, Fausto Verginelli e Vera Dragone al cinema dal 16 novembre.
“Notti magiche…inseguendo un goal” intonavano Gianna Nannini e Edoardo Bennato nella sigla ufficiale dei Mondiali 1990: un periodo temporale quello scelto dal film L’Altra Via, in cui il calcio subiva gli strascichi dello scandalo del calcioscommesse e Calciopoli era ancora lontana; era l’anno degli occhi sgranati di Schillaci e di una Nazionale ancora in grado di emozionare i tanti tifosi che una volta l’anno diventavano un solo cuore colorato d’azzurro.
E’ sullo sfondo dei Mondiali italiani del ’90 che si svolge la storia del piccolo Marcello, ragazzino senza un padre che sogna di fare il calciatore, e del calciatore a fine carriera Andrea Viscomi, anima in pena che però non ha perso la sua umanità. Marcello è interpretato da un sorprendente esordiente, il dodicenne Giuseppe Pacenza, mentre Andrea ha le fattezze e il talento di Fausto Virginelli, attore che si divide tra cinema e teatro visto nella miniserie tv Il grande Torino e più recentemente nel pluripremiato Fiore gemello di Laura Luchetti.
Il regista 31enne pugliese Saverio Cappiello e lo sceneggiatore e produttore Giuseppe Gallo ci portano in Calabria negli anni 90, nella città di Catanzaro, per raccontarci di un’amicizia improbabile tra due “solitudini” che il destino unisce e poi separa drammaticamente. Marcello è un dodicenne un po’ introverso che sogna di fare il calciatore e tra i suoi “eroi” c’è Andrea Viscomi capitano della squadra di calcio locale, l’U.S.Collidoro. A Marcello manca una figura paterna, ma ha una madre, Tereza interpretata da un’intensa Vera Dragone, che non si arrende e con due lavori riesce, anche se a fatica, a sbarcare il lunario. Anche se una depressione strisciante sta lentamente erodendone la volontà di battagliare con una vita che sembra non darle tregua.
“Non bisognerebbe mai incontrare i propri miti” recita un noto adagio, e il legame forte che Marcello stabilirà con Viscomi, che rivedrà nel ragazzino se stesso agli esordi, e che per qualche fugace momento gli farà ritrovare l’entusiasmo di un tempo, finirà per scontrarsi con la realtà di una vita a fine corsa dove gli eccessi e la paura hanno portato Viscomi su una strada all’apparenza senza via d’uscita.
L’Altra Via è un cinema italiano che vorremmo vedere più spesso rappresentato su schermo, un cinema schietto, sincero, ben recitato e tecnicamente ineccepibile (dalla fotografia di Gianluca Oliva al montaggio di Mauro Menicocci fino al team del sonoro). Il regista ci porta in questo “Mondo di mezzo” dove la macchina da presa diventa lo sguardo di un ragazzino come tanti, e la colonna sonora (composta da Ginevra Nervi) puntuale contrappunto di silenzi necessari a connettersi con i personaggi che costellano la storia. Personaggi che ad un certo punto diventano persone in qualche modo familiari che ci sembra persino di aver conosciuto: il vicino di casa con la macchina sportiva, la madre del nostro compagno di giochi, i tizi del bar sotto casa, il bullo di cui avevamo timore a scuola.
Nell’arco di un’ora e mezza Cappiello ci accompagna per mano nel suo mondo, che diventa anche il nostro, e allora comprendiamo che il calcio è solo un mezzo, la cornice di una tela che intende esplorare altro, che intende raccontare quanto in realtà solitudine e amicizia non siano termini così agli antipodi come appaiono, ma elementi complementari da cui nascono storie profonde e salvifiche, proprio come quella di Marcello e Andrea.
“L’Altra Via” arriva nei cinema d’Italia il 16 novembre 2023 distribuito da Verso Features.