Larry Crowne – L’amore all’improvviso: recensione del film di Tom Hanks
Come se l’è cavata Tom Hanks nel ruolo di regista? Come ha diretto Julia Roberts?
In attesa della sua apparizione nello stuzzicante Cloud Atlas dei fratelli Wachowski ed assente in una pellicola di spessore dal tutto sommato recente Toy Story 3 (in cui ha prestato la sua voce per Woody), Tom Hanks torna al grande schermo con questa sua seconda esperienza da regista. L’amore all’improvviso (Larry Crowne in originale, titolo anche più incisivo) non passò inosservato già da quando si venne a conoscenza del cast, all’interno del quale spiccavano i nomi dello stesso regista e della sempre affascinante Julia Roberts.
Accoppiata vincente? Oppure occasione mancata? Beh, per quel po’ che ci è dato di capire, nel cinema certe scomode domande quasi mai centrano il segno. Meglio concedersi qualche rigo per estrapolare quel qualcosa in grado di incanalarci verso la giusta direzione. Comprendere quanto e perché certe commedie possano o debbano trovare spazio tra le preziose ore di noi contemporanei, sempre di fretta anche se non si sa per cosa.
E non crediate che quest’ultime siano osservazioni sparate a caso. Larry Crowne irrompe nell’attualità dei giorni nostri con una certa faccia tosta, senza in ogni caso entrare in ambiti che non gli competono o prendersi la briga di tediare lo spettatore. Meglio puntare all’altra faccia della medaglia, quella del bicchiere mezzo pieno e di tutti gli altri modi di dire consolanti che vi vengono in mente.
Siamo chiari in partenza, onde evitare equivoci che non dovrebbero sorgere. Qualora non si fosse compreso grazie ai vari trailer, L’amore all’improvviso segue uno schema e dei canoni di genere piuttosto rigidi, senza quindi sconfinare oltre. Tuttavia ci troviamo dinanzi ad una commedia che, per quanto leggera, difficilmente scade nel banale. L’incipit è presto detto. Larry, impiegato del mese per ben otto volte presso una nota catena, riceve LA notizia: è licenziato. E pensare che si era preparato per la nona nomina a miglior impiegato. Ma qui sbuca l’espediente narrativo che dà il là al tutto. Anziché le solite frasi di circostanza su quanto sia bravo nonostante tutto, il motivo per cui Larry non è più adatto al ruolo che ricopre risiede sostanzialmente nell’impossibilità, da parte sua, di aspirare ad un salto di carriera. Non avendo una laurea è tagliato fuori.
E’ qui che la narrazione segue un registro d’attualità piuttosto scottante, sfiorandola ma senza calcare troppo la mano, ed edulcorandola da qualsivoglia tono tragico. In tipico stile pseudo-americano/hoolywoodiano, viene velatamente fatto filtrare che è questo il tempo di rimboccarsi le maniche. Il punto è che la crisi è arrivata per tutti, ecco perché è meglio ripiegare su un pezzo di carta anziché farsi accompagnare alla porta dall’ennesimo padrone di bottega che non vede l’ora di sbarazzarsi dall’aspirante dipendente.
Questa fase di transizione tra un momento e l’altro del film, risulta gradevole per quanto riesce intelligentemente a toccare le corde giuste. Se l’idea di mettersi a sedere in un’aula può apparire alienante per un quasi cinquantenne, prendere coscienza di come funzioni il mondo universitario risulta ancora più spiazzante – quantomeno per noi, non per Larry. Corsi venduti a mo’ di intrugli dalle dubbie qualità, come quelli che rifilano i più disonesti tra i venditori di fumo. Spacciati per corsi decisivi ai fini della formazione dell’individuo, l’imbonitore di turno convince il nostro protagonista che sì… Linguistica 217, Economia 1 e Composizione 1 sono esattamente ciò di cui ha bisogno.
Ed è esattamente questo il passaggio chiave che traghetta il film su un altro livello. D’ora in avanti è tutto un susseguirsi di episodi divertenti, in cui in gioco entra anche un’altra figura di rilievo come il personaggio di Julia Roberts, la professoressa insoddisfatta del corso di Linguistica. Un bel tipo. Certo cinismo da donna di mondo avrà certamente fatto il suo tempo oramai, ma ci pare opportuno riportarvi una battuta della Roberts durante un diverbio col marito (Bryan Cranston, il papà di Malcolm nell’omonima serie TV).
Io non ho segreti per te… Io entro da quella porta e ti aggiorno su tutti gli alti e i bassi della mia giornata. E il basso di oggi? Se la battono una lezione annullata su Shakespeare e Letteratura Rinascimentale con trenta studenti che pensano che il Rinascimento sia una fiera a cui vanno a Luglio. Il mio alto? Lo sto bevendo.
Immaginatela con il suo cocktail preparato meticolosamente a mo’ di riflesso incondizionato, in risposta al coniuge che cerca di eludere la scarsa accondiscendenza della moglie circa la sua passione per il porno interpretato da maggiorate.
E’ agevole perciò comprendere quale oliato ingranaggio si stia mettendo in moto. E dato che sappiamo già come andrà a finire, non ci resta che sperare in un prosieguo di film in grado di strapparci qualche sorriso e… perché no? Magari farci anche ragionare. Il tenore è tipico da commedia americana, ossia conciliante e rassicurante al tempo stesso. A leggere superficialmente e con spiccato sarcasmo tra le righe, al personaggio di Tom Hanks basta dare una sistemata ai capelli ed indossare una tracolla per fare quel salto di qualità che gli manca.
Ma il dipanarsi della trama ci fornisce tuttavia qualche momento di riflessione, sempre e comunque con una certa delicatezza che alleggerisce situazioni altrimenti poco sostenibili per gente che, almeno al cinema, vorrebbe svagarsi – e non c’è assolutamente nulla di male in tutto ciò. Semplice ed efficace, per esempio, è l’escamotage registico adottato per introdurre lo scooter, mezzo tutt’altro che secondario nell’economia della storia – e a breve capiremo perché.
Mentre Larry rifornisce di benzina il proprio SUV, dall’altro lato scorge un tizio in sella ad una vespa che con un rifornimento di tre dollari e passa torna a sfrecciare come se niente fosse. Rendendosi conto che, nonostante abbia superato i 70 dollari, la sua dispendiosa automobile ne vuole ancora, comprende che forse è meglio tagliare questa spesa. E non si tratta di un’introduzione da poco, come abbiamo accennato poco sopra.
E’ grazie allo scooter che Larry conosce e stinge amicizia con Talia, spregiudicata collega di corso che lo introduce nel suo gruppo di motociclisti in sella a degli scooter. Sarà lo stesso mezzo a due ruote che gli permetterà di cogliere l’attimo allorquando dovrà dare un quanto mai provvidenziale passaggio alla bella professoressa (Julia Roberts). Nulla di trascendentale insomma, ma certe annotazioni ci permettono di inquadrare alcune dinamiche che si attengono scrupolosamente a delle logiche piuttosto ferree.
Quel che resta è una colonna sonora ridotta all’osso – con non molti brani presenti (o almeno, questa è stata la nostra impressione) -, un contesto verosimile ma filtrato e dei personaggi piuttosto fedeli ad una certa sfilza di pellicole. Una commedia leggera, che punta quindi ad intrattenere prima ancora che a coinvolgere. Alla luce di quanto appena espresso risulta più semplice inquadrare una prova come quella di Tom Hanks, buona ma di certo non da menzionare tra le sue migliori. Stesso dicasi per la bella Julia, la cui eleganza traspare comunque, anche in un ruolo a nostro parere non particolarmente complesso come quello che ha dovuto interpretare.
Consigliare la visione di L’amore all’improvviso non ci pare un’idea malvagia. Ed anche se in certi casi e facile lasciarsi andare ai più classici dei ‘ma‘ o dei ‘però‘, ci limitiamo a sottolineare come ogni tanto possa far bene distrarsi un po’ con certi film senza tante pretese e dall’aria così spensierata. Noi ci siamo alzati dalla poltrona accennando pure un sorriso.
L’amore all’improvviso (Larry Crowne, USA, 2011), di Tom Hanks. Con Tom Hanks, Julia Roberts, Bryan Cranston, Cedric the Entertainer, Taraji P. Henson, Gugu Mbatha Raw, Wilmer Valderrama, Pam Grier e Rita Wilson.
Il film è attualmente in programmazione nelle nostre sale, ecco il trailer italiano.
Voto Antonio: 7
Voto Carla: 3
Voto Simona: 5/6