L’amore visto dai registi italiani aspettando San Valentino
Social Content Factory si è chiesta ‘Come racconterebbero 7 tra i più noti registi italiani il giorno di San Valentino’, l’esito è tutto da ridere con Sorrentino, Ozpetek, Garrone, Moretti, Leone e Moccia.
Con San Valentino in zona Cesarini, ironia formato famiglia (numerosa) e e una bella dose di amore per la parodia cinematografica, il team di Social Content Factory ha deciso di festeggiare giocando un po’ con linguaggi, manie e stereotipi di sette registi italiani, da Paolo Sorrentino a Federico Moccia.
Come racconterebbero 7 tra i più noti registi italiani il giorno di San Valentino?
Per festeggiare il giorno degli innamorati abbiamo giocato con i linguaggi e le manie di alcuni tra i più popolari registi italiani.
Viva l’amore!
Un gioco che ha fruttato uno spassoso e beffardo viaggio nella cinematografia italiana alle prese con coppie, sentimenti e stereotipi, omaggio all’arte dello spoof, reso cult da registi del calibro di Mel Brooks e i Monty Python, e da saghe che contano Scary Movie e il Goldmember di Austin Powers, insieme alle imprese (non sempre riuscite) di Jason Friedberg e Aaron Seltzer, culminate in Angry Games – La ragazza con l’uccello di fuoco che fa il verso a Hunger Games, senza risparmiarci incontri ravvicinati con Lo Hobbit e Avatar, The Avengers, Oz, I Mercenari, Sherlock Holmes e Harry Potter.
L’amore visto dai registi italiani, si lancia nella rivisitazione dall’anima seducente e deprimente di tanta cinematografia nostrana, portata all’apoteosi dalla generazione disillusa da La grande bellezza di Paolo Sorrentino, miglior film straniero della settantunesima edizione dei Golden Globe, in nomination agli Oscar 2014, non per niente.
Un viaggetto che prosegue insieme alla generazione folgorata dalla scoperta di pianeti ‘diversi’ con Saturno contro di Ferzan Ozpetek, quella con lo spumantino senza botto del Cine-panettone dei fratelli Vanzina, che spara proiettili come caramelle stordita dalla neomelodica, facendo il verso alla Gomorra di Matteo Garrone.
Michele: No veramente non… non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo… no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate “Michele vieni di là con noi, dai” ed io “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo
Accostamenti audaci che continuano con gli ex sessantottini, stufi e logorroici di Nanni Moretti e Ecce bombo; il duello con il sigaro in bocca e un mazzo di fiori nel cinturone al ritmo di C’era una volta il West di (Morricone) Sergio Leone, e lo sfoggio di amore moccioso e allucchettato che non deturpa solo Ponte Milvio, e sembra comunque meglio di quello portato al cinema da Federico Moccia.
Quando smettete di ridere, per i tre minuti scarsi di ilarità e il notevole risultato raggiunto, potete ringraziare Cristian Micheletti socio e fondatore di Social Content Factory, insieme a tutto il resto della truppa di storytellers, da seguire anche su twitter, Facebook e Vimeo. Facendo il verso a loro … Viva l’amore!