L’anno che verrà: trailer italiano della commedia di Mehdi Idir e Grand Corps Malade
Un anno nel cuore della scuola pubblica di giovane ispettrice scolastica alle prime armi – Al cinema dal 9 luglio.
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Il 9 luglio arriva nei cinema italiani, con Movies Inspired, L’anno che verrà la commedia francese diretta dai registi Mehdi Idir e Grand Corps Malade, pseudonimo di Fabien Marsaud poeta francese di testi di slam.
La trama ufficiale:
Un anno nel cuore della scuola pubblica, per imparare a vivere… e a tirarsi fuori dai guai! Samia (Zita Hanrot), giovane ispettrice scolastica alle prime armi, si trasferisce dall’Ardèc he nel municipio di Saint-Denis, per lavorare in una suola media considerata problematica. Qui Samia scopre i quotidiani conflitti per la disciplina e la realtà sociale che pesa sul quartiere, ma anche l’incredibile vitalità e l’umorismo degli allievi e della sua squadra di assistenti. Tra questi ci sono Moussa, il figo del quartiere, e Dylan, il burlone. Samia si adatta e trova presto il modo di canalizzare l’energia degli elementi più irrequieti. La sua situazione personale complicata la avvicina naturalmente a Yanis, adolescente vitale e intelligente di cui ha compreso il potenziale. Anche se Yanis sembra rinunciare a ogni ambizione nascondendosi dietro la sua insolenza, Samia investe tutta la sua energia per salvarlo da un fallimento scolastico annunciato e tentare di spingerlo a proiettarsi verso un futuro migliore…
Il cast è completato da Liam Pierron, Soufiane Guerrab, Moussa Mansaly e Antoine Reinartz, Liam Pierron, Alban Ivanov, Ibrahim ‘Facher’ Dramé, Moryfère Camara, Gaspard Gevin-Hié, Mahamadou Sangaré e Hocine Mokando.
INTERVISTA A GRAND CORPS MALADE & MEHDI IDIR
All’uscita di Patients, il vostro primo film, avevate già in testa questo progetto. Perché una sceneggiatura sulla vita quotidiana in una scuola media?
Grand Corps Malade: Avevamo voglia di parlare della scuola, ma senza idee preconcette. Abbiamo scelto le Medie perché, al di là dell’aspetto scolastico, è il tempo in cui costruisci la tua identità, vivi i tuoi primi amori, ti definisci… Mehdi e io abbiamo amato quel periodo.
Mehdi Idir: È un periodo cerniera che ci ha segnato in maniera indelebile. Ma i nostri ricordi risalgono agli anni Novanta. Abbiamo dovuto rimetterci in gioco e andare a studiare sul campo.
G.C.M.: Nondimeno, sapevamo che alcune scene vissute nel 1994 potevano adattarsi al 2019. Diverse persone a noi vicine lavorano nella scuola. E io ho organizzato dei laboratori Slam per le Medie. Avevamo notato che c’erano delle costanti.
Avete scritto la sceneggiatura insieme. Su quale base l’avete costruita?
M.I.: Sui personaggi. Abbiamo pensato agli attori amici con cui avevamo voglia di lavorare: Alban (Ivanov), Soufiane (Guerrab), Moussa (Mansaly), Badr (Iffach). Poi abbiamo cominciato con 6 o 7 scene che per noi erano importanti. Alcune sequenze ispirate a eventi che avevamo vissuto o a cui avevamo assistito, altre basate su aneddoti che ci avevano raccontato. Poi ci siamo chiesti quello che potevamo dire di più rispetto ai film già realizzati su questo tema. Durante le nostre ricerche, abbiamo constatato che un ispettore scolastico si trova al crocevia di tutti i percorsi. Entrare nella storia attraverso di lui permetteva di collegare le storie tra loro. Un ispettore affronta dieci problemi diversi ogni ora. È in contatto con i genitori, gli alunni, il personale amministrativo, i professori…
G.C.M.: Abbiamo anche scoperto il carattere eminentemente sociale del mestiere. Abbiamo domandato agli ispettori che cosa li colpisse di più nel loro lavoro. Non è la violenza, ma la miseria di molte delle famiglie del quartiere. Abbiamo capito molto presto che i nostri personaggi principali sarebbero stati Samia, un’ispettrice scolastica e Yanis, l’alunno che lei prende sotto la sua ala. La loro storia è divenuta il filo rosso della sceneggiatura.
Come avete costruito i personaggi?
G.C.M.: Per fare in modo che fossero credibili, ci siamo basati su personaggi esistenti. Quella dell’alunno che imbastisce bugie ogni volta più enormi per giustificare i suoi ritardi si ispira a una leggenda di Saint-Denis. Un certo Farid, capace di raccontare che aveva rubato un elicottero. Quello di Samia è costruito a partire da quello che abbiamo potuto imparare osservando gli ispettori scolastici. Ci piace così tanto Soufiane Guerrab, umanamente e artisticamente, che stavamo quasi per affidargli il ruolo principale. Ma tenevamo che fosse femminile, allora gli abbiamo assegnato il secondo: quello di Messaoud. Questo professore di matematica rispettato dagli alunni, autoritario e spiritoso, è ispirato al carattere di un nostro amico: un docente associato di fisica nato a Saint-Denis che ha sempre voluto insegnare. Contrapposto a questo insegnante ideale, c’è il professore antipatico. Nella prima versione dello script, era un po’ caricaturale, ma lo abbiamo riscritto per dargli delle sfumature. Antoine Reinartz ha portato nel cast dell’umanità supplementare.
M.I.: Lo ha interpretato in un modo che genera molta empatia. Tanto che si ha più voglia di aiutare questo professore in difficoltà che non odiarlo. Quanto a Yanis, è il personaggio su cui abbiamo lavorato di più.
Come vi ha convinto Zita Hanrot ad affidarle il ruolo di protagonista?
M. I.: Aveva il tono giusto… tanto in una scena dove lei litiga con il suo compagno, così come in un’altra dove invece è nel suo ruolo di ispettore.
G.C.M.: Un tono che abbiamo potuto osservare nel cugino di Mehdi che fa questo mestiere: a volte pedagogico, altre naturalmente autoritario. Quanto alla scene dove piange, Zita ci ha definitivamente conquistato.
Per interpretare Yanis, avete scelto Liam Pierron. Cos’è che ha fatto la differenza?
G.C.M.: Il suo sguardo. Avevamo scritto il personaggio di un allievo scherzoso, sorridente, dinamico, intelligente, sempre impegnato a discutere. Durante il casting, abbiamo incontrato molti ragazzi con la parlantina giusta e un bel sorriso. Liam accompagnava un suo amico, non doveva fare il provino. L’assistente alla direzione del casting gli ha però proposto di girare una prova. Quando l’abbiamo esaminata, il suo sguardo intriso di malinconia ci ha colpito: permetteva di comprendere che, dietro lo studente scherzoso, c’era un ragazzo che soffre. Così, nella scena in cui sua madre viene convocata, basta il modo in cui la guarda per capire che le vuole bene e le chiede scusa.
Le musiche originali del film sono del compositore Angelo Foley, che aveva già musicato Patients. La colonna sonora include diversi brani tra cui “Rise” di Herb Alpert, “Samuraï” di Shurik’n”, “Passement de jambes” di Doc Gyneco, “Shelly ANN” di Red Rat e “Pastime Paradise” di Stevie Wonder .