Le 10 migliori opere prime cinematografiche per una classifica di 50 film
Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard, Quarto potere di Orson Welles e La rabbia giovane di Terrence Malick, aprono la classifica dei 10 migliori esordi cinematografici al lungometraggio, stilata con 50 titoli da Film.com.
Nell’universo di sequel, prequel, reboot, remake e… saghe che ha investito la settima arte, e di film di franchising destinati agli schermi estivi con o senza stelle, Film.com ha optato per ritorni invecchiati ‘bene’, con una bella classifica delle 50 migliori opere prime.
Una classifica ricca e eclettica, che spazia tra i generi, considera come opere prime solo gli esordi cinematografico al lungometraggio, anche se in qualche occasione hanno barato un po’, scegliendo titoli che in realtà non sono opere prime, e trovate contrassegnate con l’asterisco.
Pensavo di fermarmi ai primi 10 titoli, ma visto che gli altri 40 non lesinano perle da ripescare dagli abissi della cineteca più fornita, li trovate comunque elencati tutti di seguito, utili a chi ha voglia di stilare la propria classifica dei migliori esordi cinematografici al lungometraggio.
1. Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle, Breathless, 1960) regia di Jean-Luc Godard
Il primo posto di questa classifica incorna l’esordio di Godard al lungometraggio, che lascia ancora senza fiato, per l’incapacità dell’essere umano di sentire il respiro profondo delle cose. Un film girato in sole quattro settimane con un budget limitato, modelli narrativi trasgressivi, montaggio sconnesso, sguardi in macchina e al pubblico, l’uso della cinepresa a mano, o nascosta in bicicletta per riprendere Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg lungo gli Champs-Élysées, che lo rendono subito simbolo della nouvelle vague francese, e detentore del prestigioso premio Jean Vigo.
2. Quarto potere (Citizen Kane, 1941) scritto, diretto, prodotto e interpretato da Orson Welles
È “Vietato l’ingresso” (No trespassing) al castello di Kane, sul cartello della prima e l’ultima inquadratura, mentre l’esordio al lungometraggio del 25enne Welles, liberamente ispirato alla biografia del magnate dell’industria del legno e dell’editoria William Randolph Hearst, ha spalancato subito al suo talentuoso artefice i portoni dell’Olimpo del Cinema. Un debutto d’eccellenza premiato con 9 nomination e un Premio Oscar per la Migliore sceneggiatura originale a Orson Welles e Herman J. Mankiewicz, una montagna di riconoscimenti ed estimatori, dall’American Film Institute che nel 1998 lo mette al primo posto della AFI’s 100 Years… 100 Movies, a François Truffaut «Appartengo a una generazione di cineasti che hanno deciso di fare film avendo visto Quarto potere», senza parlare delle numerose citazioni e tributi, da Ed Wood> di Tim Burton a I Simpson.
3. La rabbia giovane (Badlands, 1973), diretto, sceneggiato, produtto ed interpreatoin da Terrence Malick
Una regia visionaria e insolita, che alterna il fascino della natura alla violenza armata di quella umana, una colonna sonora che trascende l’azione insieme alla voce fuori campo, un killer carismatico con la faccia di Martin Sheen, e la ragazza della porta accanto con il candore di Sissy Spacek, portano on the road l’esordio dell’enigmatico Terrence Malick, presentato in concorso al Festival di San Sebastian 1974, vincitore della Concha de Oro come miglior film, e abile seduttore e ispiratore di intere generazioni, compreso il singolo “Nebraska” di Bruce Springsteen.
4. Il coltello nell’acqua (Nóż w wodzie, 1962) diretto da Roman Polański
Con una candidatura all’Oscar per il miglior film straniero, battuto da 8½ di Federico Fellini, il primo lungometraggio di Polański, si attesta come un esordio premiato con un FIPRESCI alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, e una notevole popolarità internazionale, finita anche sulla copertina del TIME, grazie anche allo scalpore guadagnato dalle scene di nudo quasi integrale dei seni della protagonista.
5. Il lamento sul sentiero (Pather Panchali) è un film del 1955 diretto da Satyajit Ray.
L’esordio del regista, scrittore e compositore indiano Satyajit Ray, criticato per il ritmo delibearatamnte lento con il quale coglie l’emozione delle prime esperienze di un bambino, insieme alla rassegnazione di un adulto al cospetto della morte e della povertà, ha finito per inaugurare una peculiarità dell’ideale esistenziale della cinematografia bengalese, diventando il capolavoro del cinema indiano, e di una cronaca familiare portata avanti con Aparajito (1956) e Il mondo di Apu (1959), ispirati al romanzo Pather Panchali del connazionale Bibhutibhushan Bandyopadhyay.
6. La donna del bandito (They Live by Night, 1948) regia di Nicholas Ray
Un esordio che segna lo stile personale per Raymond Nicholas Kienzle, conosciuto con lo pseudonimo di Nicholas Ray, e soprattutto come uno dei più grandi registi americani, anuncia un filone di genere con “fuorilegge innamorati in fuga”, insieme ai prodromi del nuovo cinema americano, regalando alla storia del cinema un noir a tinte indimenticabili, noto in italia anche con il titolo Disperazione.
7. Il grande McGinty (The Great McGinty, 1940) regia e sceneggiatura di Edmund Preston Biden
L’esordio di uno dei registi di Hollywood che hanno contribuito a ridefinire i confini della commedia, impone subito la screwball comedy d’esordio e la satira politica che aveva sempre rappresentato un azzardo al botteghino, come un nuovo modello per le generazioni a venire, Edmund Preston Biden come un celebre regista e Brian Donlevy come una star fino ad allora confinata a ruoli da villain.
8. I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups, 1959) diretto da François Truffaut
Il titolo italiano, traducendo letterallmente il titolo del film, ovviamente ne smarrisce le sfumature e il senso dell’epsressione francese “faire les quatre cents coups” vicina al nostro “fare il diavolo a quattro”, un senso che non si perde nel film interpretato dall’alter ego del regista, Antoine Doinel, anche nei film che lo seguono, dedicato alla memoria dell’André Bazin, morto il giorno in cui iniziarono le riprese, e vincitore del Premio per la migliore regia al 12º Festival di Cannes nel 1959. Un film che Il British Film Institute ha inserito nella lista dei 50 film più adatti ad un pubblico giovane, consigliabile a tutti.
9. L’Atalante (1934) diretto da Jean Vigo *
L’Atalante (uscito anche come Le chaland qui passe) in realtà è il secondo e ultimo film del regista, morto poco prima di finirlo, massacrato dalla critica del precedente Zero in condotta, e riscoperto dalla Nouvelle Vague. Un film del quale circolano versioni con montaggio differente, ma identica storia d’amore, realismo poetico e paesaggi surreali, a partire dalla sequenza del tuffo nel fiume alla ricerca del volto dell’amata, resa celebre da un appassionato estimatore come Enrico Ghezzi che l’ha scelta come sigla di Fuori Orario su Rai 3, con la splendida “Because the Night” scritta da Bruce Springsteen per Patti Smith. Un film meraviglioso in tutte le versioni in cui sono riuscita a vederlo, e che a quasi ottanta anni di distanza io avrei tranquillamente tirato su almeno al 5 posto.
10. Slacker (1991) scritto e diretto da Richard Stuart Linklater
Personaggi emarginati che discutono di classe sociale, terrorismo, controllo governativo dei media e disoccupazione, rendono Slacker una commedia drammatica, indipendente e originale, con una nomination al Sundance Film Festival nel 1991 per il Gran Premio della Giuria, e aggiunto al National Film Registry nel 2012.
11. La morte corre sul fiume (The Night of the Hunter, 1955) diretto da Charles Laughton
12. La parola ai giurati (12 Angry Men, 1957I diretto da Sidney Lumet
13. Borom Sarret aka The Wagoner (1963) è il primo film del senegalese regista Ousmane Sembène
14. Killer of Sheep (1977) scritto, diretto, prodotto e girato da Charles Burnett
15. Il Diario di David Holzman ( David Holzman’s Diary, 1967 ) di David Holzman
16. Ratcatcher (1999) scritto e diretto da Lynne Ramsay
17. Eraserhead (1977) scritto e diretto da David Lynch
18. Porta del Cielo (Gates of Heaven, 1978) diretto da Errol Morris
19. Ombre (Shadows, 1959) scritto e diretto da John Cassavetes.
20. Thief (1981) scritto e diretto da Michael Mann
21. Hunger (2008) diretto da Steve McQueen
22. That Day, on the Beach (Hai tan de yi tian,1983) diretto da Edward Yang
23. Lo spirito dell’Alveare (The Spirit of the Beehive, El Espiritu de La Colmena, 1973) diretto da Víctor Erice
24. L’Enfance nue (1969) diertto da Maurice Pialat
25. Essere John Malkovich (Being John Malkovich, 1999) diretto da Spike Jonze.
26. Hiroshima Mon Amour (1959) diretto da Alain Resnais.
27. Funny Ha Ha (2002) scritto e diretto da Andrew Bujalski
28. Il gigante di ferro (The Iron Giant, 1999) diretto da Brad Bird
29. L’aereo Più Pazzo del Mondo ( Airplane !, 1980) diretto da Jim Abrahams , David Zucker e JerryZucker
30. L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004) diretto da Edgar Wright *
31. Casa (hausu, ハウス, 1977) diretto da Nobuhiko Obayashi
32. George Washington (2000) diretto da David Gordon Green
33. Scalciando e urlando (Kicking and Screaming, 1995) diretto da Noah Baumbach
34. Primer (2004 ) diretto da Shane Carruth
35. The Blair Witch Project ( 1999) scritto e diretto da Eduardo Sánchez e Daniel Myrick
36. Il Giardino delle Vergini suicide (The Virgin Suicides, 1999) diretto da Sofia Coppola
37. Koyaanisqatsi (aka: Koyaanisqatsi: Life Out of Balance, 1982) diretto da Godfrey Reggio
38. Le beau Serge (1958) diretto da Claude Chabrol
39. 40 anni vergine (The 40 Year Old Virgin, 2005) diretto da Judd Apatow)
40. In the Loop diretto da Armando Iannucci *
41. Repo Man (1984) diretto da Alex Cox
42. L’uccello dalle piume di cristallo (1970) diretto da Dario Argento
43. L’infanzia di Ivan (Russo: Иваново детство,, Ivanovo detstvo, 1962) diretto da Andrej Tarkovskij
44. Il mistero del falco (The Maltese Falcon, 1941) diretto da John Huston
45. Donnie Darko (2001) scritto e diretto da Richard Kelly
46. Metropolitan (1990) diretto da Whit Stillman
47. Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà (On Her Majesty’s Secret Service, 1969) diretto da Peter R. Hunt
48. La Maman et la Putain (1973) scritto e diretto da Jean Eustache
49. It’s Such a Beautiful Day (2011) diretto da Don Hertzfeldt*
50. Tout est pardonné (2007) diretto da Mia Hansen-Løve
Via | Film.com