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Le mani sulla città: la corruzione del potere torna al cinema restaurata con Francesco Rosi

Recensione e curiosità sui meccanismi del potere che tornano al cinema con “Le mani sulla città” di Francesco Rosi, in versione restaurata e decisamente contemporanea anche dopo un cinquantennio

di cuttv
pubblicato 9 Febbraio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 18:23

Dalla Sicilia di “Salvatore Giuliano” a “Le mani sulla città” di Napoli, lo sguardo di Francesco Rosi sui meccanismi del potere, si estende alle collusioni tra l’apparato politico e quello economico, ma soprattutto ai compromessi che innescano, cambiando ‘fisicamente’ il tessuto urbano e umano della città.

Un approccio spietatamente realista e all’avanguardia che torna al cinema restaurato dopo più di un cinquantennio, cavalcando epoche con le mani sporche ovunque, spingendosi ben oltre la denuncia della corruzione e speculazione edilizia dell’Italia degli anni settanta, mostrando le radici di un male disposto a sacrificare tutto, dagli amici di partito al figlio, per soddisfare il bisogno di dominio su tutto e tutti, facendo leva sulla debolezza e corruttibilità altrui.

Mettendo sotto i riflettori la ricchezza figurativa di una Napoli, nominata una sola volta, ma trasformata nelle macerie da ricostruire di ogni metropoli occidentale colpita dal dramma della speculazione immobiliare, Rosi tesse le trame immaginarie ma decisamente verosimili del machiavellico speculatore edile Edoardo Nottola che punta a diventare assessore bramando grandi speculazioni.

La regia e la sceneggiatura scritta con l’amico Raffaele La Capria, Enzo Provenzale ed Enzo Forcella, guardano il consigliere comunale De Vita e la sinistra inadeguata che prova invano a fermarlo con l’inchiesta sul crollo di una palazzina di Nottola con relativi morti e feriti, senza trascurare il cinismo della Chiesa che assiste complice con l’arcivescovo di turno alle inaugurazioni delle nuove opere edili, con tanto di didascalia che accompagna le immagini iniziali del film come un monito.

«I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce.»

Le mani sulla citta? di Francesco Rosi

Il lucido affresco di una morale cinica, restituito dall’equilibrio tra la musica di Piero Piccioni e momenti di sconcertante silenzio, star del cinema internazionale come l’istrionico Rod Steiger per la parte dello spietato Edoardo Nottola e attori non professionisti, come il sindacalista e successivamente senatore del PCI Carlo Fermariello, per rendere priva di retorica l’interpretazione del consigliere comunale De Vita.

“Direi che è un’inchiesta di tipo parlamentare, perché il consiglio comunale è un vero Parlamento, volta a mettere in luce le cause che hanno provocato il crollo di un palazzo nei quartieri popolari di una città che affronta la propria rinascita edilizia nel disordine e senza alcuna regola. Il costruttore coinvolto nel disastro, Edoardo Nottola, sa che il potere è l’unico modo per sfuggire ai suoi guai giudiziari. Per questo, come si direbbe oggi, scende in campo. E riesce, non senza ostacoli, a far sua la poltrona di assessore ai Lavori pubblici e all’edilizia. Può così tornare alla sua attività sostenuto dagli intrallazzi della politica. L’arcivescovo dà la benedizione e Nottola dà il via alle nuove costruzioni. La trama è questa.”
Francesco Rosi

Le mani sulla citta? di Francesco Rosi

Un viaggio nei labirinti del potere resi ancora più opprimenti dal bianco e nero fortemente contrastato dalla fotografia di Gianni Di Venanzo, che non trova scampo nel finale, guadagnando parecchie critiche insieme al Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia.

Un capolavoro di modernità, restaurato dalla Cineteca Nazionale con la collaborazione di Société Cinématographique Lyre e Galatea che torna al cinema in prima visione per tutto il mese di febbraio 2015.

Voto di Cut-tv’s: 10

Le mani sulla città (Italia, 1963) di Francesco Rosi, con Rod Steiger (Edoardo Nottola), Salvo Randone (Luigi De Angelis), Guido Alberti (Maglione), Angelo D’Alessandro (Balsamo), Carlo Fermariello (De Vita), Marcello Cannavale, Alberto Canocchia, Gaetano Grimaldi Filioli (amici di Nottola). Di nuovo in sala restaurato, in prima visione con il progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, dal 9 febbraio 2015.

Le mani sulla città - poster restauro

Il restauro

Il restauro è stato progettato, curato e finanziato dalla Cineteca Nazionale con la collaborazione degli aventi diritti, la francese Société Cinématographique Lyre e la compagnia italiana Galatea, sulla base dei negativi originari che sono stati affidati alla Cineteca Nazionale insieme a due duplicati positivi in buono stato di conservazione. Il negativo scena è stato acquisito in digitale a 2k, e sia la scena che la colonna sono state restaurate attraverso un processo di postproduzione digitale fino alla realizzazione di un DCP per la proiezione in DCinema, oltre a un LTO 5 e a un hard drive per la conservazione dei dati. Le lavorazioni sono state realizzate presso il laboratorio Cinema Communications Service/Eurolab di Roma sotto la supervisione della Cineteca Nazionale.

Curiosità

Le mani sulla citta? di Francesco Rosi

“Che cosa raccontava il film? Tutti i trucchi, tutte le malversazioni, tutti gli inganni che certa politica poteva mettere in campo. Oggi in Italia queste pratiche le conosciamo fin troppo, ma cinquant’anni fa erano delle tragiche novità. E come abbiamo fatto per raccontarle? Siamo entrati in un consiglio comunale, siamo andati in giro per Napoli: abbiamo filmato quello che vedevamo […]. Fermariello era il segretario della Camera del Lavoro di Napoli. Io non volevo farne a meno ma alcuni dirigenti del Pci erano contrarissimi a permettergli di “fare l’attore”. Per fortuna una sera a cena con La Capria, alla Casina del Fusaro, convinsi Amendola a darmi il via libera del partito.” Francesco Rosi intervistato da Paolo Mereghetti (“Il Corriere della Sera”, 20 marzo 2012)

«Il denaro non è un’automobile, che la tieni ferma in un garage: è come un cavallo, deve mangiare tutti i giorni.» (Edoardo Nottola, rivolto al professor De Angelis)

La parte del protagonista, lo spietato costruttore e consigliere comunale Edoardo Nottola, è affidata all’americano Rod Steiger, vincitore dell’Oscar come migliore attore protagonista con “La calda notte dell’ispettore Tibbs”.

Il personaggio di Eduardo Nottola, fa evidente riferimento a Mario Ottieri costruttore e nello stesso tempo assessore all’edilizia del Comune di Napoli ai tempi di Achille Lauro.

“Per gli altri ruoli invece, ad esempio quello del consigliere comunista, volevo un’interpretazione del tutto priva di retorica. Mi sono innamorato di un consigliere comunale comunista napoletano, oggi senatore. L’avevo sentito parlare con chiarezza e precisione, ma anche con una passione civile molto comunicativa. Gli accenti demagogici sulle sue labbra erano l’unico modo per comunicare con della gente che altrimenti non l’avrebbe capito. Egli mi permetteva di far vivere e di verificare dei dialoghi che, beninteso, erano stati elaborati a partire da materiali storici. I membri del comitato centrale del Pei mi hanno autorizzato a farlo recitare: avevano visto Salvatore Giuliano, e il senatore comunista Li Causi aveva chiesto e ottenuto in Parlamento che fosse creata una nuova commissione anti-mafia.”
Francesco Rosi

Tra gli attori compaiono Renzo Farinelli, redattore capo dell’Avanti! di Roma, nella parte del capogruppo socialista al consiglio comunale di Napoli Antonio Caldoro. Il sindacalista e successivamente senatore del PCI, Carlo Fermariello, compare nel ruolo del consigliere dell’opposizione De Vita (PCI), mentre veri giornalisti e noti critici cinematografici interpretano i giornalisti accreditati alle udienze nelle scene del tribunale.

“Il crollo del film è un crollo vero. Quella parte del palazzo è stato costruita con metà materiale vero e metà cinematografico. C’era un congegno fatto dallo scenografo Canevari, dall’architetto (mio fratello) e dal capo costruttore che è un famosissimo capocostruttore del cinema, una figura splendida, Carlo Agate. Avevano inventato una specie di macchina leonardesca tutta corde e argani, una cosa di una precisione… come un piano per assaltare una banca! Avevo sette macchine da presa, per poter girare da sette punti diversi, ma alcune dovevano buttarsi in mezzo alla folla — che non doveva sapere niente —, calcolando tutto al minuto. La gente pensava che stessimo lavorando a ricostruire l’edificio, non sapevano che era un film.”
Francesco Rosi

Il film prodotto da Lionello Santi per Galatea Film, è uscito nelle nelle sale italiane il 09 Ottobre 1963; la data di uscita originale è: 07 Novembre 1963 (Francia).

Per questo film, nel 2005, a Francesco Rosi è stata conferita la laurea honoris causa in Pianificazione Territoriale Urbanistica ed Ambientale presso l’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria.

Le mani sulla città di Francesco Rosi continua ad essere un ottima fonte di ispirazione per molti, ma non mancano citazioni e omaggi, come l’entrata in scena di Maglione citata da la voga da fermo di Nanni Moretti ne “La seconda volta” (1995) di Mimmo Calopresti.

Le mani sulla città di Francesco Rosi è il film proiettato al circolo Musica e cultura dal Peppino Impastato ne “I cento passi” (2000) di Marco Tullio Giordana.

Si sfiora la citazione letteraria con il politico non vedente che al cospetto del plastico di un nuovo complesso edilizio mette ‘le mani sulla città’, nella Baarìa (2009) di Giuseppe Tornatore.

Tra le feconde fonti d’ispirazione nell’opera di Francesco Rosi, Napoli ritorna anche ne “La sfida” (1958), “Lucky Luciano” (1973), “Cadaveri eccellenti” (1976), “Tre fratelli” (1981), insieme al ‘Diario napoletano’ realizzato per il piccolo schermo.

Colonna sonora

Le mani sulla citta? di Francesco Rosi

“Le mani sulle città (1963) era ancora più difficile: bisognava mettere la musica a dei concetti interpretando nello stesso tempo delle azioni. Ennio Morricone ha scritto che è una delle più belle colonne sonore che siano mai state composte. L’ascolto sempre con grande emozione.
Ritrovare Piero in sala di registrazione, poi al missaggio, era un piacere che mi riservavo ad ogni film, come la gratificazione finale. E’ sempre un momento di grande magia, questo passaggio dal linguaggio delle immagini a quello della musica, quando questa giunge a completare l’opera. Ho il privilegio di avere vissuto con lui questi momenti.”
Francesco Rosi

Gallery fotografica

Le mani sulla citta? di Francesco Rosi

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