Le tante vite di Edward Norton
Chi non apprezza Edward Norton? Penso pochi di voi: Norton ha saputo conquistarsi l’affetto del pubblico saltando da un ruolo all’altro con una schizofrenia che avrebbe permesso a pochi di mantenere una credibilità degna di tal nome. Lui invece ce l’ha fatta, e alla grande. Come si diceva qualche decennio fa: le donne lo amano,
Chi non apprezza Edward Norton? Penso pochi di voi: Norton ha saputo conquistarsi l’affetto del pubblico saltando da un ruolo all’altro con una schizofrenia che avrebbe permesso a pochi di mantenere una credibilità degna di tal nome. Lui invece ce l’ha fatta, e alla grande.
Come si diceva qualche decennio fa: le donne lo amano, gli uomini vorrebbero essere come lui. Pensate a dove lo abbiamo visto recitare, senza spulciare in archivio o su google: pensate ad American History X, o a Schegge di Paura, per restare ai suoi esordi.
Restando sul mainstream, che cosa accomuna La 25ª ora e Fight Club? Oppure Eliminate Smoochy e L’Incredibile Hulk? Sempre lui, Edward Norton e la sua doppiezza. Sul Village Voice si legge un pezzo con un’intervista molto approfondito che ci racconta delle molte facce del nostro… dopo il salto, i pezzi più interessanti.
Norton ottenne il suo primo ruolo importante in Schegge di Paura (ovvero Primal Fear, 1996) perché fu l’unico attore a dimostrarsi convincente in entrambi i ruoli, sia quello del timido e impacciato chierichetto Aaron, sia in quelli del violento alter ego Roy. Questo “imprinting” segnò la carriera di Norton.
Sia che reciti ruoli da bravo ragazzo idealista (Keeping the Faith, del 2000, titolo italiano Tentazioni d’Amore) che cattivi patentati come il protagonista di American History X, anche quando interpreta un personaggio teoricamente senza doppiezze, riesce comunque a far emergere un lato estremo nella sua caratterizzazione.
Molti suoi film si svolgono tutti sul binario di questo dualismo: Schegge di Paura, Fight Club, il recente Fratelli in Erba. Anche ne L’incredibile Hulk Norton riesce a portare questo lato oscuro – in quel caso, più che giustificato – e questa dinamica del doppio la si ritrova anche in Stone, ultima sua fatica.
Nel film, diretto da John Curran, Edward Norton interpreta un trentenne ex tossicodipendente condannato a scontare in carcere una lunga pena per un incendio doloso in cui ha ucciso i nonni, che trova la fede e si converte. Nel film i due protagonisti sono Norton e Robert De Niro, e i due ruoli che interpretano sono complementari – splendidi i dialoghi tra i due sulla spiritualità, per esempio.
Il film è tutto sulla storia di un ragazzo che sembra davvero instabile, e invece diventa sempre più stabile, e su un altro ragazzo che sembra davvero un tipo tranquillo, e invece diventa sempre più instabile. E’ come uno studio sulle persone e sul punto in cui si trovano verso l’illuminazione
Nel film Norton cospira insieme alla moglie (Milla Jovovich che il village Voice deifinisce splendidamente nympho-fatale) contro Jack – ovvero De Niro – in un triangolo che sembra scontato ma nel quale in realtà non si afferra mai bene chi sia sincero e chi stia mentendo. Sensazione condivisa da Norton:
“Se pensi che sia complicato… io non ci ho capito niente per un anno. Per me era davvero incomprensibile… poi a un certo punto, c’è stata la crisi economica, e so che sembrerà strano ma ho ripensato a quanto mi aveva detto Curran che voleva girare una pellicola sulla recessione…”
Ma Curran e Norton, alludono anche a un’altra recessione, potremmo definirla così, citando Fight Club:
Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita
ed ecco cosa continua a spiegare al VV Edward:
Sai, sembrava che tutto quanto davi per scontato, tutte quelle strutture – per esempio i matrimoni, la chiesa… – stessero evaporando, rivelando un vuoto totale al loro centro.
Via | Village Voice