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Le vite degli Altri, piccolo capolavoro tedesco.

Le vite degli Altri (Das Leben der Anderen, Germania, 2006) di Florian Henckel von Donnersmarck; con Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Volkmar Kleinert, Matthias Brenner.Recensione colpevolmente pubblicata in ritardo, ma doverosamente pubblicata, perchè prima che il film sparisca dalle sale, possiate correre a vederlo!Berlino est, 1984, il capitano

1 Maggio 2007 16:07

Le vite degli Altri (Das Leben der Anderen, Germania, 2006) di Florian Henckel von Donnersmarck; con Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme, Hans-Uwe Bauer, Volkmar Kleinert, Matthias Brenner.

Recensione colpevolmente pubblicata in ritardo, ma doverosamente pubblicata, perchè prima che il film sparisca dalle sale, possiate correre a vederlo!

Berlino est, 1984, il capitano Gerd Wiesler è un freddo, impassibile ed abile agente della Stasi, la polizia di stato che spia e controlla, come in un grande fratello orwelliano, la vita dei cittadini della DDR. Un vero e proprio idealista, fervente credente del socialismo, da onorare e rispettare sempre e comunque.
Fino a quando non sarà costretto a dover controllare la vita di Georg Dreyman, noto drammaturgo dell’Est, e la sua bella compagna Christa-Maria Sieland, famosa attrice di teatro. Ad oridinare tutto ciò il ministro della cultura Bruno Hempf, invaghitosi della compagna di Dreyman, voglioso di trovare prove a carico del regista, per eliminarlo dalla contesa amorosa.
Ma l’intercettazione, portata avanti da Gerd, prende una direzione totalmente opposta, trasformandolo da duro e inflessibile capitano della Stasi, in discreto complice.

L’esordiente Florian Henckel von Donnersmarck realizza un gioiello di rara bellezza.
Una pagina di storia viene intrecciata con uno sfondo da spy story, con una ricostruzione minuziosa dei fatti realmente accaduti all’epoca della caduta del Muro di Berlino.
Un attacco duro e deciso al regime della Ddr, fatto di strette sorveglianze, di perquisizioni, di inumani interrogatori, di prigionia, di limitazione ad ogni forma di espressione, di minacce. Un attacco indirizzato a tutti quei regimi che utlilizzano l’oppressione e la censura per frenare il flusso inesauribile delle idee, dell’arte. Il tutto coadiuvato da un fenomenale tris d’attori, tutti incredibilmente bravi. Chi spicca è indubbiamente Ulrich Muhe, capace di subire una sottile, irresistibile ed evidente mutazione lungo l’arco di tutta le pellicola. Da spietato e cinico controllore della legalità, imposta dal regime, a complice compassionevole, pronto a troncarsi la carriera, pur di aiutare coloro che rischiano la propria vita anche solo per far conoscere al mondo una piccola verità, nel monento stesso in cui anche una sola crepa riesce ad insinuarsi lungo la sua sicurezza, che fino a poco prima era assoluta e solidissima. Per anni costretto ad ascoltare Le vite degli Altri, lui che una vita propria non aveva, cerca disperatamente di salvarne due, aiutato dall’amore per l’arte e per il teatro, e da un briciolo di pentimento, per quello che i suoi “compagni” eran riusciti a fare fino a quel momento.
Un film intenso e profondo, con un finale toccante, storicamente e artisticamente importante, con un ottimo montaggio, una fotografia cupa ed una perfetta sceneggiatura.
In estrema sintesi un vero piccolo capolavoro tedesco, meritatamente premiato con l’Oscar.
Da non perdere.

Voto Federico:8
Voto Gabriele: 9