Life after Beth: recensione in anteprima
Nuova zombie romcom direttamente dal Sundance: Life After Beth ha una divertente premessa e due ottimi protagonisti. Ma sbanda a causa di un registro che pare sempre incerto. Insapore.
Finito Life After Beth viene quasi d’istinto porsi una domanda: ma è questo il film che Variety e Hollywood Reporter hanno visto e riempito di complimenti? E viene subito da frenare gli entusiasmi, perché non ci troviamo né davanti ad uno dei film dell’anno, né tantomeno davanti a una delle “sorprese” di stagione.
Produce l’American Zoetrope di Coppola, che deve aver fiutato il caso Warm Bodies, e dirige Jeff Baena, qui alla sua opera prima (ma è tra gli sceneggiatori di I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita di O. Russell). Credenziali comunque non da buttare che fanno pensare a un prodotto di un certo tipo all’interno del neo-sottogenere della zombie romcom. Tutto piuttosto gettato al vento, a dire la verità.
Zach Orfman è un ragazzo a cui è appena morta la fidanzata, Beth. Ma ben presto Zach scopre che Beth è tornata in vita: i due possono miracolosamente ricominciare la loro storia d’amore dal punto in cui l’avevano lasciata. Peccato che Beth sia ufficialmente una zombie… e ovviamente inizia a comportarsi da tale.
Non è che non si rida, in Life After Beth. La “trasformazione” graduale di Beth, che non ricorda di essere morta e viene tenuta segregata in casa dai genitori, ha effetti che potete anche solo immaginare. E fa bene Zach ad avere un po’ timore quando si presenta finalmente l’occasione per fare l’amore con Beth dopo tutto quel tempo: non è che rischia di essere mangiato?
Il problema sta innanzitutto nella direzione intrapresa da Baena, che non vuole scegliere un registro ben definito. L’effetto che sfugge alle formule è voluto, ci mancherebbe. Però è difficile appassionarsi davvero ad una storia d’amore che non ha né background né profondità (nemmeno di facciata!), e di conseguenza è pure difficile divertirsi in questa specie di giostra dai continui sali e scendi.
Anche l’inizio lascia dubbi. Beth è già morta e Zach si confronta con i genitori della ragazza, che però appaiono agli occhi dello spettatore fin troppo tranquilli. Col senno di poi è molto semplice capire il motivo della loro apparente tranquillità (sanno che Beth è viva!): una scelta rischiosa e in teoria anche apprezzabile, forse però paradossalmente troppo complicata e che mette a distanza sin da subito.
Ci sono un paio di sorprese e botte inaspettatamente truci (per essere un prodotto da Sundance che però strizza l’occhio al pubblico mainstream, s’intende). Ci sono pure trovate esilaranti e non mancano le qualità nella confezione. Mentre è piuttosto campata in aria, mal sviluppata e deludente la sottotrama col personaggio di Anna Kendrick, che la madre di Zach vorrebbe appioppare al figlio.
Così bisogna cercare nei due attori principali le cose migliori del film. Aubrey Plaza ha il physique du rôle perfetto per la parte, che richiede una certa innocenza fisica che si contrappone ovviamente all’indole “carnivora” del tipico zombie. Dane DeHann si conferma poi uno dei migliori attori della sua generazione. Ha il fiuto per le parti (il suo Goblin è la cosa migliore di The Amazing Spider-Man 2), ma comincia ad infilare opere discutibili una dietro l’altra.
Voto di Gabriele: 5
Life After Beth (Inghilterra 2014, commedia 90′) di Jeff Baena; con Aubrey Plaza, Dane DeHaan, John C. Reilly, Anna Kendrick, Molly Shannon, Cheryl Hines, Paul Reiser, Alia Shawkat. Qui il trailer. Sconosciuta la data d’uscita in Italia.