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Locke esce al cinema: ecco altri sei film recenti a formato one-man show

A ventiquattr’ore dall’uscita di Locke in sala, vi proponiamo una breve lista di film recenti che si sono confrontati con un esperimento simile

pubblicato 1 Maggio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 02:07

Ieri è approdato nelle nostre sale Locke, film che qui da noi è amato, e lo è stato sin dalla prima proiezione in quel di Venezia. Manco a farlo apposta, nella stessa giornata di ieri chi scrive l’ha pure inserito quale “miglior film” di aprile nel nostro consueto appuntamento mensile con i TOP e i FLOP. In occasione di questa uscita ci sembra interessante menzionare altri film sulla falsa riga di Locke, dei cosiddetti one-man show. Quasi tutti recenti, giusto per evidenziare come la sfida nell’ultimo decennio o poco più sia stata colta da più registi, ciascuno dei quali ha offerto la propria variante. Di seguito li trovate in ordine di uscita.

CAST AWAY

Qualcuno potrebbe obiettare che i protagonisti di questo film in realtà siano due, ossia Chuck (Tom Hanks) e Mr. Wilson (la palla). Tuttavia possiamo pure sbilanciarci ed optare per Hanks quale mattatore indiscusso di un film a più fasi, ma il cui fulcro resta la vita sull’isola di un naufrago a seguito di un incidente aereo.

IO SONO LEGGENDA

iosonoleggenda

Discutibile remake del meno celebre ma più apprezzato in ambito cinefilo L’ultimo uomo della terra, diretto da Sidney Salkow e dal nostro Ubaldo Ragona con protagonista Vincent Price. Qui Will Smith deve barcamenarsi rigorosamente di giorno all’interno di una New York irriconoscibile; una giungla nel vero senso della parola. A voi decidere cosa faccia più specie: se il controverso finale o Smith col camice da dottore.

127 ORE

127ore

Ciò che anzitutto distingue il film di Danny Boyle da tutti quelli citati è che il suo 127 ore è tratto da una storia vera. Aron (James Franco) decide di andare a fare trekking senza avvisare nessuno; nel corso della giornata un assurdo incidente lo costringe a non potersi muovere per via di un masso che gli blocca il braccio. Ottima prova di Franco, per una storia la cui veridicità rende il tutto ancora più impressionate, per quanto inevitabilmente romanzato.

BURIED – SEPOLTO

buried

Cinque milioni di dollari in 90 minuti: questa è l’impresa che Paul (Ryan Reynolds) deve compiere all’interno di una bara. A sua disposizione un cellulare, una matita ed un accendino. Debutto in lingua inglese per Rodrigo Cortés, che con questo thriller interamente ambientato dentro una cassa s’impose all’attenzione del grande pubblico. Forse il progetto concettualmente più hardcore tra quelli presenti in questa breve lista.

MOON

moon

Esordio col botto per Duncan Jones, che con Moon realizza una sorta di omaggio ai film di Fantascienza a cavallo tra gli anni ’70-’80, più 2001 – Odissea nello spazio, che è del ’68. Troppi i riferimenti per questo thriller spaziale sorprendentemente a più strati. Ed ottima prova di Sam Rockwell, unico attore sì, ma chiamato ad interpretare più personaggi (o meglio, più varianti dello stesso).

ALL IS LOST

allislost

Uscito pochi mesi fa, in qualche modo presente all’ultima edizione degli Oscar (nomination al miglior sonoro), passato inosservato non solo da noi ma anche negli States per via di una distribuzione inesistente, questo secondo lungometraggio di J. C. Chandor è per lo più un film d’atmosfera: Robert Redford non dice quasi una parola per l’intera durata di questo naufragio nel bel mezzo dell’Oceano Indiano. A suo modo coraggioso, speriamo che il tempo renda giustizia ad All is Lost.

LOCKE

locke

Dopo questo breve excursus, i più attenti avranno senz’altro estrapolato quello che è il comune denominatore più rilevante tra tutti i film sopra elencati: in tutti i casi trattasi di storie di sopravvivenza. Che si tratti di una spiaggia, di una metropoli o addirittura della Luna, in ciascuno degli scenari sopra citati l’obiettivo del protagonista è quello di tirarsi fuori da una situazione limite. Ma soprattutto, straordinaria nel senso più immediato del termine, ossia fuori dall’ordinario.

Locke, in tal senso, si discosta a pieno da tutti questi film. Quella di Ivan è una storia ordinaria che più ordinaria non si può, quasi banale per costruirci sopra un intero film. Ed invece Steven Knight si serve proprio di questo personaggio così normale che poco alla volta diventa un eroe: l’eroe della sua stessa storia. La particolarità di questo film è nel seguire un piccolo frammento di un quadro ben più ampio e nonostante questo appassionarci, tenerci incollati al racconto di un uomo come ce ne sono tanti, solo magari più cosciente delle responsabilità derivanti dalle proprie azioni. Ivan è un uomo morale, che per far ricorso a tale istinto non ha bisogno di trovarsi faccia a faccia con la morte.

È così che uno spicchio di vita quotidiana assume la stessa rilevanza del salvataggio non di una o più persone, ma di un mondo intero. Anzi, un cosmo, quello retto da regole alle quali Ivan s’ha di doversi attenere. Un Tom Hardy al top, cavaliere di un ordine dei giorni nostri, quella di Ivan Locke è la storia di uomo e del suo codice, quello che non garantisce né salvezza né perdizione ma che, semplicemente, lo tiene in vita. Ben altro che sopravvivere.