Loro 2 di Paolo Sorrentino: Recensione in Anteprima
Il Silvio Berlusconi di Toni Servillo fa finalmente sua la scena in Loro 2, storia di un amore naufragato.
In quei 4 anni, in cui Silvio Berlusconi perse le elezioni per una manciata di voti, passò all’opposizione, si lasciò andare a sfrenate ‘cene eleganti’, partecipò a discutibili feste di compleanno di sconosciute neo-maggiorenni, portò tra le proprie fila sei senatori di centrosinistra, fece cadere il Governo, rivinse le elezioni, promise new town agli sfollati aquilani e divorziò da Veronica Lario, sua seconda moglie nonché madre dei suoi ultimi 3 figli, l’Italia intera veniva osservata dal buco della serratura, politica e non.
Peccato che Sorrentino, probabilmente deviato dalla poco appagante idea di dividere l’opera in due parti, si perda tra le tante, troppe direzioni imboccate, lasciando appesi non pochi personaggi e spunti. Se in Loro 1 il Berlusconi di Toni Servillo appariva solo e soltanto dopo un’ora e passa di pellicola, fino a quel momento tutta dedicata al personaggio di Riccardo Scamarcio, qui di fatto emarginato, per non dire quasi dimenticato, il Loro 2 Silvio torna al centro del suo mondo, Imperatore di quella corte dei miracoli che tra Arcore, Palazzo Grazioli e Costa Smeralda riempì quotidiani, telegiornali e inchieste giudiziarie.
Servillo, che 10 anni fa fu un indimenticabile Giulio Andreotti nell’inarrivabile Il Divo, si sdoppia indossando anche gli abiti di Ennio, socio-consigliere di un Berlusconi che intravede l’ipotesi di tornare al Governo grazie ad un’autentica compravendita parlamentare. L’attore porta in sala un Divo estroverso che si pone al centro della scena, rispetto al Divo introverso di andreottiana memoria. Sorrentino e Contarello, quasi assediati dallla tanta, troppa carne sul fuoco, finiscono per sommergere il tavolo di portate, mai concluse e/o digerite con gusto. In 100 minuti Loro 2 procede per step, mostrandoci le mille facce di un Berlusconi all’epoca dei fatti prima capo dell’opposizione, poi di nuovo capo del governo, domatore di farfalline, marito traditore e abbandonato, seduttore umiliato e premier ‘terremotato’. Un caleidoscopio umano e politico che raramente fa presa, perché incapace di andare realmente dietro la maschera berlusconiana, stanca, truccata, ritoccata, inquietante, triste ma combattiva, attaccata con le unghie alla scena della vita.
Sorrentino guarda alla ‘dimensione dei sentimenti’ di Re Silvio, che raramente conquista umanità se non nel fugace momento in cui Veronica Lario, interpretata da una bravissima Elena Sofia Ricci, indossa gli abiti di quella parte d’Italia che l’ha sempre detestato. Un serrato confronto/scontro, quello tra i due, che vede Berlusconi alla sbarra, travolto da una donna umiliata e disincantata, una mamma sofferente, una moglie un tempo innamorata. La Ricci e Servillo, come al suo solito gigantesco, condensano 3 ore e passa di film in 10 minuti appena, scrivendo i titoli di coda di una lunga e chiacchierata storia d’amore finita a pesci in faccia.
Loro non è altro che un film sulla paura, sulle paure degli italiani, dei giovani e degli anziani, sulla paura di invecchiare e di morire. Un film in costume, anche se ambientato nel decennio passato, in cui di attuale ci sono i sentimenti dei suoi protagonisti, usciti delusi, distrutti, dall’immancabile finire di una relazione. Che sia sentimentale o politica. La sfacciata farsa della prima parte, grottesca e inaspettatamente divertente, lascia lentamente il campo ad un’immagine più dolente e malinconica, più politica e psicanalitica. Guardando ‘Loro’, come se ci trovassimo di fronte ad uno specchio, Sorrentino non fa altro che mostrare ‘Noi'(altri), a lungo spettatori (dis)interessati di un triste circo politico-mediatico che è diventato Storia del nostro Paese.
Vista nel suo complesso, l’operazione suddivisa in due parti delude le enormi aspettative della vigilia, perché incapace di gestire personaggi e contenuti con adeguato bilanciamento. Sorrentino avrebbe potuto tranquillamente tagliare, e anche tanto, limitandosi ad un unico film. L’ipotesi del doppio facile incasso, affatto scontato e vincente visto l’esordio tutt’altro che eccezionale della scorsa settimana, ha paradossalmente limitato un’opera che il regista avrebbe dovuto asciugare, alleggerendola di personaggi e situazioni che potremmo definire acessori (si pensi all’ingombrante Scamarcio di Loro 1, qui ridotto al ruolo di comparsa). Perché tutto, o quasi, sarebbe dovuto girare attorno a Silvio, dipinto come un inaffondabile teleimbonitore lontano parente del pauroso Caimano morettiano, un solitario e triste vecchietto ossessionato dalle donne (possibilmente giovani) e da un vulcano artificiale che proprio nessuno vuole vedere esplodere, e Veronica, lontana parente della Lario che fu, quando Berlusconi la conquistò e la fece innamorare. Solo così, lasciando realmente veline, figuranti, letture politiche e animali da circo quasi completamente al di fuori della scena, il film avrebbe potuto abbracciare il suo reale e annunciato scopo. Quando lo fa, in sfuggenti momenti, Sorrentino vola altissimo, per poi tornare a perdersi tra dissestate strade secondarie.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5.5″ layout=”left”]
Loro 2 (Ita, drammatico, 2018) di Paolo Sorrentino; con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis, Lorenzo Gioielli, Alice Pagani, Caroline Tillette, Elena Cotta, Mattia Sbragia, Max Tortora, Milvia Marigliano, Roberto Herlitzka – uscita giovedì 10 maggio 2018.